Parte 6 ~Un destino segnato...o no?~

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Dopo l'accaduto del giorno precedente, James, Sirius e Remus si erano ben allontanati dall'idea di fare tardi anche quella mattinata. Il giorno prima i tre amici avevano corso abbastanza rischi (quella mattina avrebbero saputo le sorti della loro permanenza come studenti di Hogwarts), per questo l'animo dei tre giovani era tutto tranne allegro e spensierato come al solito.

Dopo essersi svegliati prima di tutti gli altri, i tre ragazzi erano tutti d'accordo all'idea del cominciare già a preparare i loro bauli, vista la grande possibilità di un'espulsione. Erano quindi in silenzio, un silenzio quasi disarmante, mentre ognuno di loro, in piedi di fronte al suo letto, riponeva i propri averi all'interno dei pesanti bauli personali.

-"Non so voi, ma se veniamo espulsi i miei genitori mi uccidono..." disse seguito da una lieve risatina James, sperando di sdrammattizare quello che sembrava il loro triste destino.

-"Beh se ti può consolare, i miei mi avrebbero ucciso volentieri già tempo fa, e per molto meno!" esclamò Sirius, facendo smorfie buffe mentre piegava una camicia bianca.

-"Ragazzi dovevate darmi retta. Lo sapevo che era una cattiva idea andare in giro" provò a giustificarsi Remus, pentendosi di non essere riuscito a convincere i suoi due amici a non fare quella pazzia la sera precedente.

-"Dai Remus, non dire così! Guarda che ti ho visto ieri, so quanto ti sei divertito!!" gli rispose Sirius, lanciandogli addosso un paio di calzini per scherzare e sorridendo all'amico, che nel mentre si era reso conto di quanto lui avesse ragione.

I tre giovani Grifondoro scoppiarono in una fragorosa risata, e tra una battuta sull'altezza del professor Vitious e l'altra, finirono di sistemare le loro cose all'interno dei bauli. Gli altri ragazzi della casata si erano svegliati da poco e come tante formiche all'interno di uno stretto formicaio, questi andavano da una parte all'altra del dormitorio il più velocemente possibile per prepararsi in vista delle lezioni mattutine.

James, Sirius e Remus lasciarono le stanze dei Grifondoro, e cominciarono a percorrere diversi corridoi e rampe di scale, che li avrebbero portati al punto di ritrovo in precedenza stabilito dalla Professoressa McGranitt, che lasciando un biglietto ai tre, diceva di farsi trovare alle 8:00 davanti ad una statua. Dopo poco tempo, vista la facile scorrevolezza nei corridoi semi-vuoti, i ragazzi arrivarono al luogo fatidico, dove puntuale come un orologio svizzero, la loro capo casata li aspettava, elegante e severa come sempre.

-"Professoressa, eccoci!" esclamò James con un grande sorriso, nel tentativo di addolcire l'animo della donna.

-"Potter, Black e Lupin, seguitemi." fece cenno l'insegnante, avvicinandosi alla statua che si trovava alla sua sinistra. Era alta più di tre metri e dall'aspetto imponente. Era colorata con i toni dell'oro e i ragazzi potevano specchiare la loro immagine sulla sua superficie. La statua raffigurava un possente grifone, che in posizione eretta, sembrava fare da guardia a qualcosa.

-"Rimanete vicini. Sorbetto al limone!" esclamò la McGranitt, senza spiegare nulla ai tre giovani, che increduli e confusi la fissavano.

La terra sotto i loro piedi cominciò a tremare e senza nemmeno rendersene conto, assieme alla professoressa cominciarono a salire, trasportati da una scala a chiocciola che dal pavimento, era sorta dal nulla.

-"Ma che cosa sta succedendo?" chiese sbalordito Sirius, che a bocca aperta dal fascino dell'accaduto, si guardava attorno.

La scala a chiocciola che saliva sempre di più, finalmente si fermò, e i tre ragazzi capirono subito dove fossero arrivati. Era l'ufficio del preside di Hogwarts, il Professor Silente.

La capo casata dei Grifondoro non fece in tempo a battere il suo piccolo pugno sulla porta di legno per avvisare del loro arrivo, che questa si aprì lentamente. Al suo interno una voce cominciò a parlare:

-"Minerva, puntuale come sempre! Potter, Black e Lupin, accomodatevi."

I tre amici entrarono a passi piccoli e con le gambe tremanti, continuando a guardarsi attorno ammaliati dalle meraviglie e stranezze che si trovavano dentro la stanza. La porta si chiuse con un tonfo alle loro spalle, mentre i giovani erano ancora intenti a catturare con gli occhi la meraviglia di tutto ciò che li circondasse tra libir, fialette, oggetti bizzarri e tanto altro. Si sedettero il più silenziosamente possibile sulle tre sedie di fronte alla scrivania del preside, il quale era seduto su una poltrona rossa che dava loro le spalle. Di colpo la sagoma del mobile si mosse, e in pochi secondi gli occhi azzurri e penetranti del preside fissavano i piccoli maghi.

-"Allora...come vanno quei manici di scopa??" chiese con un sorriso genuino ai tre ragazzi, che nel sentire la domanda pensavano inizialmnete di aver frainteso le parole del preside. James allora prese la parola:

-"Ehm... bene, decisamente bene. Ma come mai ce lo chiede?" disse schiarendosi la voce.

-" Il giovane Potter, un maghetto dal talento innegabile ma dalla voglia di guai altrettanto..." esclamò Silente, esaminando ogni cenimetro del viso di James. Poi continuò:

-"Beh una volta erano dei fulmini, mi chiedevo se lo fossero ancora!! Ah quanto veloce volavo su quel manico di scopa..." rispose il preside, portando una mano al viso mentre con occhi sognanti fissava il vuoto.

-"Beh Signor Preside, noi ci aspettavamo l'espulsione!" disse Sirius, ricevendo subito dopo da entrambi gli amici, pedate sotto la scrivania per aver ricordato la cosa al Preside.

-"Signor Black, è un piacere conoscerla da così vicino. Comunque per quanto tu e Potter siate due furfanti, il Signor Lupin non c'entra nulla. E in più espellere giovani studenti per così poco, mi pare esagerato e fuori luogo. Ovviamente un comportamento del genere deve essere punito, seppure io capisca quanto quei manici di scopa siano irresistibili! Penso che un pomeriggio con Rubeus possa bastare..." spiegò ai giovani maghi Silente, che ogni volta che nominava i manici di scopa, non riusciva a smettere di sorridere.

-" Rob... chi?!" chiese Lupin, incuriosito dal nome sconosciuto.

-"Rubeus Hagrid, guardiacaccia e custode delle chiavi e dei luoghi di Hogwarts! Dopo le lezioni passerete il resto della giornata con lui, vi ci porterà Minerva... ehm la Professoressa McGranitt. Bene, adesso andate che la colazione ci aspetta!" con queste parole il preside congedò i tre amici, che seppure non avessero capito una parola di ciò che aveva detto, a loro bastava sapere la notizia di non essere espulsi. Saltellarono come delle lepri gioiose fino alla Sala Grande dove un'abbondante colazione li attendeva. La loro permanenza era salva, e chiunque fosse questo Robeus... Rubeus, a loro non importava.

Hogwarts destini incrociatiWhere stories live. Discover now