CAPITOLO 47

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Il tempo non è mai passato così lentamente come in quel momento, Ron nella stanza riesce solo a sentire il rumore del suo respiro oltre a quello delle lancette dell'orologio che sembrano non muoversi minimamente.

Come possono essere passati solo dieci minuti dall'arrivo in casa se a Ron sembra essere lì da ore? Forse avrebbe dovuto accettare qualche stuzzichino dalla signora Granger, l'ansia ora sta svuotando a macchinetta il suo stomaco.

Hermione, quando sarebbe arrivata? Sua madre ha detto che sarebbe venuta presto, ma quando esattamente? E alla visione del suo migliore amico seduto sopra il suo letto come avrebbe reagito?

Ed eccolo che arriva il solito mal di testa di quando troppi concetti si mischiano insieme improvvisamente, forse chiudere gli occhi avrebbe aiutato; ed infatti Ron si sdraia completamente sul letto di Hermione chiudendo abbassando le palpebre, cadendo però in un sonno profondo a causa di tutta la stanchezza del viaggio passato.

Non sa esattamente quanti minuti siano passati dalla dormita, ma una cosa è certa: la signora Granger non ha avvertito sua figlia della presenza che si trova in camera. Ron è stato svegliato dalle urla della ragazza e non ha di certo esitato a ricambiare le grida per lo spavento, alzando il busto di colpo.

E ora, chiudete gli occhi e createvi nella vostra mente la figura della persona che amate più di qualsiasi altra cosa al mondo ed immaginatevela davanti ai vostri occhi, dopo tanto tempo di assenza. È così che ora si sentono Ron ed Hermione.

Non appena Ron realizza il tutto l'occhio si posa immediatamente su una mano di Hermione che stringe a sé un diario identico a quello su cui Ron ha scritto il giorno prima. È sicuramente quel diario.
-oh per tutte le calze di Merlino, sei tu Ron- si mette una mano sul cuore Hermione come se potesse alleviare lo spavento di prima mentre con l'altra posa il diario sulla scrivania, poi pochi istanti di silenzio prima che la ragazza spalanca gli occhi e si rimette ad urlare
-OH MIO DIO, RON SEI TU- grida la ragazza più forte di prima

Ron questa volta non ricambia le grida, è come paralizzato alla vista della sua migliore amica; dopo tutto quel tempo senza di lei eccola lì, davanti ai suoi occhi: i soliti capelli arruffati e i suoi occhi dolci sono rimasti uguali, non sono cambiati minimamente.

-ehy- la saluta lui con tutta la tranquillità del mondo per poi avere Hermione che si butta tra le sue braccia

-sei un deficiente Ron- dice Hermione stringendolo più forte
-perchè hai fatto tutta questa strada per arrivare a Londra...non c'è niente per te qui- continua staccandosi dall'abbraccio per avere un contatto visivo che manca da troppe settimane

-tu sei qui- risponde secco Ron con voce rotta mentre sorride guardando gli occhi nocciola della sua migliore amica. Cazzo, quanto le sono mancati, è come se il vuoto che ha avuto per tutta la sua assenza in un attimo si sia colmato con gli occhi di lei che guardano i suoi.

-io non so cosa dire, sono sconcertata, Ron non me lo aspettavo minimamente, davvero, tutto ciò è maledettamente incredibile- si mette poi una mano davanti alla bocca la ragazza, ancora incredula alla visione dell'amico

-mi dispiace tanto per quello che ho scritto nel tuo diario, ti avrò sicuramente messo in difficoltà e se ora non te la senti di parlare ti capisco, infondo non pretendo che tu sia rimasta felice da tutta quella roba che ho scritto- inizia il discorso Ron alzandsi in piedi così da vagare intorno alla camera; camminare lo aiuta ad esprimersi meglio, è come se anche i suoi pensieri riuscissero a camminare con lui.

-quello che hai scritto nel mio diario?- inarca un sopracciglio Hermione alzandosi a sua volta non capendo cosa volesse dire il rosso

-sì Herm, sicuramente a quest'ora avrai letto tutto, non sai quanto mi dispiace non averti detto quelle cose di persona, sono un codardo- continua il rosso facendo capire sempre meno alla mora

Il battito del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora