13. - dov'è il tuo fidanzato?

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Quando Louis si svegliò, fu automatico per lui girare il capo e cercare Harry.

Aveva sentito dei singhiozzi durante la notte e, quando aveva capito si trattasse del riccio, la tentazione fu quella di aprire gli occhi e di abbracciarlo, ma alla fine decise di lasciragli i suoi spazi. Di certo non avrebbe voluto essere confortato da chi gli aveva sottratto ciò di cui aveva costantemente bisogno, così si era limitato ad ascoltare quella malinconica cantilena sperando che il suo migliore amico si svegliasse. E solo quando sentì la voce graffiata dal sonno di Niall poté addormentarsi di nuovo, sicuro che il biondo l'avrebbe aiutato.

Il suo cuore (maledetto e traditore) era esploso di dolcezza vedendo il più piccolo con i ricci dinnanzi al volto e l'espressione serena e non aveva potuto ingelosirsi neanche vedendo la sua schiena strettamente a contatto con il petto dell'irlandese. Sapeva che erano in quella posizione solo perché Harry aveva bisogno di affetto e di qualcuno che lo aiutasse nei suoi momenti no e se quel qualcuno era Niall, a Louis andava bene. Doveva andargli necessariamente bene.

«Hai finito di fissare il mio migliore amico come un pervertito cinquantenne?» lo riprese Niall, sveglio e pimpante per andare via da quel posto.

«Io non lo stavo fissando come un maniaco!» tentò di difendersi Louis, ma si rese conto quanto fosse inutile quando Niall scoppiò in una fragorosa risata, che non solo svegliò Harry, ma rimbombò anche nella stanza di Zayn e Liam.

Il risveglio per loro fu un po' diverso. Zayn si era svegliato all'alba, giusto per allontanarsi dal corpo del castano che, sia per il freddo e sia per l'inconscienza del sonno, gli si era avvinghiato addosso, bloccandolo con braccia e gambe. Liam si era accorto subito della sua mancanza e non solo perché il suo lato del letto era freddo, ma perché aveva abbracciato volontariamente Zayn. L'aveva stretto a sé perché voleva e non perché stesse dormendo.

E no, non avevano ancora proferito parola. Il mulatto aveva deciso di farsi un giro in quel posto, i suoi accompagnatori erano un accendino e delle sigarette. Liam aveva chiesto di poter andare con lui, ma quando aveva ricevuto un "no" secco si era arreso. Che sia chiaro, Zayn lo voleva come amico, ma doveva abituarsi sia all'idea di essere stato rifiutato, sia a fare dello spazio nella sua cerchia personale di amici.

Niall, non vedendo nessun arrivo da parte di un Liam colmo di rabbia e sonno, decise di raggiungerlo. E quando lo trovò solo, con la testa rivolta verso l'alto e le braccia intorno ad un cuscino, si stese al suo fianco.

Louis nel frattempo, lasciato solo con Harry, non si era più trattenuto e gli si era avvicinato. Il ragazzo appena sveglio non era troppo astuto, ci vollero almeno trenta minuti prima che si accorgesse che Louis si fosse stesa al suo fianco e che gli stesse accarezzando i ricci con sguardo perso.

«Louis?» lo richiamò e il liscio gli prestò subito attenzione. I suoi occhi erano azzurri come quelli di Niall, ma erano diversi. Profondamente diversi.

«Dimmi, ricciolino.» rispose scherzosamente, in imbarazzo per tutta quell'attenzione. Tentò anche di togliere la mano dai capelli di Harry, ma quando il ragazzo se ne accorse lo afferrò per il polso e lo mise di nuovo a posto. Si beò ancora un po' di quelle carezze e poi cercò di parlare.

«Dovremmo andare...via» balbettò il riccio, con ancora gli occhi chiusi. E fu in quel momento che dall'azzuro limpido, gli occhi di Louis, divennero liquidi e più scuri.

«E dove pensi di andare?» riuscì a chiedere, mentre l'immaginazione lo portava in luoghi mai scoperti prima. Ovvero un luogo non definito con Harry, nudo.

Sunflower; Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora