"Penso di non averlo mai provato"[Capitolo 18]

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Mi diressi in bagno, per fare una doccia e per scacciare ogni pensiero e ricordo che in qualche modo riusciva a portarmi soltanto dolore.
L'acqua fresca scorreva sulla pelle screpolata a causa del sole, il profumo di vaniglia inondò il bagno e tutto il piano superiore.
Quando uscii dal bagno Nick era in camera ad infilarsi una camicia di lino bianca alla quale aveva abbinato un jeans chiaro abbastanza largo sulle gambe.
"Che figo che sei" dissi ridendo e strofinando l'asciugamano tra i capelli.
Volevo fargli capire che il problema non era lui, il problema sono io, con troppe ferite aperte e nessun modo per richiuderle.
"È tutto okay?" mi sussurrò spostandosi dietro di me e provando a massaggiarmi le spalle.
Mi voltai verso di lui e lo baciai dolcemente:«Adesso si» risposi subito dopo.
Intanto erano arrivati tutti, e solo in quel momento mi resi conto che nessuno sapeva dell'arrivo di Nick, sempre se le nostre urla non avessero creato sospetti.
Mi vestii comodamente, con un top bianco, degli shorts neri e degli stivaletti, scesi al piano di sotto dove Nick era a parlare con Teo.
"Di là c'è tua madre?" mi chiese quasi preoccupato;
"Si ma stai tranquillo, le piacerai molto"
"Se lo dici tu" mi rispose alzandosi dal divano e prendendomi per mano.
Ci dirigemmo in giardino dove mia madre era intenta a leggere un libro che non avevo mai visto .
"Mamma, come ti senti?" Le dissi accorgendomi che Nick aveva fatto un passo indietro.
"Bene tesoro, bene" mi rispose portandosi gli occhiali tra i capelli e facendo capolino alle mie spalle disse:" Ah, tu devi essere ..."
"Nick, signora, è un piacere"
"Chiamami Anna, 'signora' mi invecchia, - disse sarcasticamente - ma quando sei arrivato?"
"Ieri notte, è stato un lungo viaggio"
Cominciammo a parlare fino a quando Gabri e Teo ci vennero a chiamare.
Decidemmo di andare a ballare in un locale diverso, anche questo molto vicino ad una spiaggia, molto più grande rispetto a quella della scorsa volta.
Aspettammo gli altri al di fuori del locale, cominciavo già a sentire il rumore della musica, che era così forte che sentivo come se si amplificasse dentro di me e mi facesse vibrare il cuore.
Poco dopo arrivarono Luca, Marco e... Rebe.
Lui la stringeva per un fianco con la stessa mano che gli avevo fasciato quella notte, con ancora la stessa fascia nonostante gli avessi detto di cambiarla.
"Fede...capito cosa ho detto?" Interruppe i miei pensieri Nick.
"Cosa?" risposi voltandomi
"A cosa pensi?"
"A nulla, tranquillo" risposi dandogli un bacio sulla guancia.
"Dicevo... sono loro i tuoi amici?"
"Oh, si, beh, la ragazza non è che si sia unita molto al gruppo"
"È la ragazza del tipo riccio" suppose Nick;
"Credo"
Non sapevo cosa pensare su di loro, soprattutto su di lui, da quella sera mi ero ripromessa di non intromettermi più nella sua vita, avrei fatto in modo da non trovarmi in altre situazioni imbarazzanti.
"Fede hai visto Rebe e Marco?" Mi disse all'orecchio Gab, sfiorando il mio viso con i suoi capelli rossi.
"Si, ma non credo mi importi"
Pensai al fatto che Gabri e Teo non sapevano niente, e questo non era mai capitato, sapevano cosa mi fosse accaduto o cosa pensassi prima che qualunque cosa accadesse e prima che potessi dire qualunque cosa.
Prima che potessi accorgermene Nick aveva fatto un passo avanti verso i ragazzi, così con una strana sensazione lo seguii.
"Piacere Nick, non ci siamo presentati" fece allungando una mano che subito dopo strinse Luca, presentandosi.
"Tu saresti?" chiese con tono irritato Rebe;
"Nick" ripetè
"...Il mio ragazzo" intervenni per aiutarlo ad uscire da quella situazione difficile.
"Oh, Fede non ce ne aveva mai parlato, sai" disse ridendo e voltandosi verso Marco.
Sapevo che sarebbe stato un disastro.
Nick si voltò verso di me, stranito da quella riposta e sicuramente incredulo.
Era la verità, non ne avevo mai parlato a loro, non ce ne era mai stata occasione, forse.
Subito dopo quella risposta, Marco alzò la testa e mostrando il suo solito viso stanco e le sue occhiaie ci lanciò uno sguardo impassibile e in qualche modo impenetrabile. Non riuscii a capire neanche questa volta cosa volesse intendere guardando me e Nick in quel modo. Ma come ho appena detto non mi importa.
"Allora entriamo?" chiese Rebe palesemente stanca di aspettare.
"Si, noi vi raggiungiamo subito" dissi per risolvere quella situazione.
"Mi spieghi?" mi chiese Nick con la solita espressione infastidita.
"Non c'è nulla da spiegare, loro non sapevano di te perché non abbiamo parlato molto. Tutto qui" puntualizzai;
"Ora lo sanno, e questo mi importa" disse voltandosi indietro.
Entrammo dopo dieci minuti, quando il locale era già pieno e una fila di ragazzi era appoggiata al bancone della zona bar.
"Vado a prenderti qualcosa?" mi chiese Nick, togliendo il suo braccio dal mio fianco.
"No, per ora"
"Io vado a bere qualcosa e torno, aspettami qui" mi disse e si diresse verso il bancone.
Sapevo che in qualche modo aveva bisogno di prendersi un momento per tirare un sospiro di sollievo, e forse per riflettere su ciò che era successo.
Lo conosco. Poco. Ma lo conosco, è pur sempre Nick.
Avvistai subito Gabri e Teo con Luca, all'inizio del locale, li raggiunsi con l'intenzione di raccontargli quello che mi fosse successo la scorsa notte.
"Ho un momento per parlare"
"Era ora" disse Teo, uscendo.
"Vai" mi incoraggiò Gabri
Cominciai a raccontare tutto ciò che era successo da quando ero rimasta sola e con la batteria del cellulare completamente scarica.
"Non mi dire che vi siete baciati, Fede" disse preoccupata Gabri.
"No, no, non è successo nulla, ve l'ho detto, è stato uno stronzo e basta"
"Dovrai ridargli la felpa prima che ci possano essere altri fraintendimenti" mi raccomandò Teo, guardando oltre le mie spalle, verso Marco e Rebe che erano seduti dall'altra parte del locale.
"Come se non vi avessi detto nulla, okay?"
"Come sempre" dissero all'unisono;
"Detto cosa?" esclamò una voce dietro di me che si rivelò essere quella di Nick;
"Cose tra amici" disse Gabri, facendo un sorriso malizioso.
"Balliamo?" propose Nick;
"Io devo andare" disse Teo provocando sguardi di stupore;
"Dove?" dissi curiosa;
"Cose mie" rispose scendendo le scale che portavano all'ingresso del locale.
Lo lasciammo andare, senza fare troppe domande, sarà sicuramente stato qualcosa di importante.
Poco poco rientrai insieme a Nick, cominciammo a ballare e a ridere insieme come due matti, come se intorno a noi non ci fosse nessuno e ripensai a quanto tempo fosse passato dalla prima volta che eravamo visti, a quante cose erano cambiate in così poco tempo e quante ne sarebbero potute cambiare.
Tra rumori di bottiglie rotte e urla euforiche, tra parole dette sottovoce e altre urlate al mondo intero ma non sentite, tra la musica e quegli attimi di uno strano silenzio, quel silenzio dopo la musica rimbombante che ti penetrava nelle ossa, c'eravamo noi:
Luca e Gabri ballavano poco avanti, ero così felice che si fosse lasciata andare, che si fosse lasciata alle spalle le insicurezze che non le permettevano di tirare fuori se stessa.
Marco e Rebe non si vedevano da un po', e Sara parlava con una ragazza dall'altra parte del locale
seduta ad un piccolo tavolino nero. Era strano che non fosse a seminare il panico nella mischia.
"Ci sediamo un po'?" dissi a Nick con le gambe distrutte nonostante avessi messo delle scarpe basse.
"Si, andiamo lì?" rispose, indicando un piccolo divanetto.
Seduti lì, la musica sembrava già parecchio più bassa.
"Non sai da quanto non ballavo così" mi confessò sedendosi accanto a me.
"È stato bellissimo, ne avevo bisogno"
Non avrei mai creduto di poter dire qualcosa del genere.
Mentre Nick controllava i messaggi, io volsi lo sguardo e notai Marco uscire dal bagno delle ragazze, completamente spettinato e con la camicia abbottonata in maniera diversa, con qualche bottone mancante.
Capii subito cosa era accaduto quando uscì dal bagno anche Rebe.
Mentre li guardavo, lo sguardo di Marco cadde su di me, presa dal panico mi voltai verso Nick e lo baciai improvvisamente, cogliendolo di sorpresa.
Mi sedetti sulle sue gambe e continuammo così fin quando: "Cosa ti è preso?" mi chiese;
"Devo chiedere il permesso per poterti baciare?"risposi pur non sapendo per un momento cosa dire.
Questa volta rispose anche lui baciandomi, e io sorridendo ricambiai, sono sicura che anche lui non sapeva cosa dire.
"Va bene come risposta?" mi disse;
"Potrebbe andare" risposi sorridendo e voltandomi dall'altra parte, dove Marco e Rebe non c'erano più, per fortuna.
"Vado a prendere qualcosa da bere, mi aspetti qui?"
"Si, vai, ti aspetto"
Mi diressi verso il bancone con mille pensieri per la testa, per primo quel gesto istintivo, e mi chiedevo come fosse possibile fare qualcosa e non saperne il motivo, come fosse possibile che uno sconosciuto potesse creare così tanti problemi? Perché dentro di me riesce a scatenare tutto questo?
So di essere innamorata di Nick. So che insieme a lui potrei ricominciare. Potrei lasciarmi alle spalle il passato. Qual è il problema?
Arrivata al bancone, a destra avevo due ragazzi che bevevano e a sinistra una ragazza voltata di spalle con lunghi capelli ricci.
"Posso offrirti qualcosa?" mi chiese uno dei ragazzi alla mia destra.
"No, ma grazie comunque"
"Sicura?" ripetè
"Si" puntualizzai con voce più ferma.
"È con me" disse una voce femminile alla mia destra che in qualche modo lo convinse.
Mi voltai non volendo vedere con i miei occhi ciò che avevo già capito.
Rebe.
"Grazie..." mi limitai a dire.
"Posso offrirti davvero qualcosa? Ora non puoi proprio rifiutare..." mi chiese con tono tranquillo, un tono che non avevo mai sentito da lei.
"Va bene, prendo qualunque cosa che mi tolga questa gola secca"
"Oh... la mia borsa" disse notando che le era caduta;
"Faccio io, sta tranquilla" dissi prendendo la borsa nera lucida che era ai suoi piedi.
"Ecco fatto" dissi e presi il bicchiere che mi aveva appena passato.
"Questo è tuo, è quello che prendo sempre anche io"
"Penso di non averlo mai provato"
Era di un colore strano, un rosso scuro, dal quale spuntava una cannuccia nera che galleggiava tra qualche cubetto di ghiaccio.
"Buono?" mi chiese dopo avermi vista assaggiarlo.
"Strepitoso direi" risposi entusiasta e continuando a bere.
Poggiai il bicchiere ormai vuoto sul bancone e ringraziai Rebe che aveva bevuto lo stesso drink.
Scesi dallo sgabello e le gambe sembravano più leggere, come se non le avessi, sentivo una strana sensazione di calore e di euforia allo stesso tempo.
Le luci cominciavano ad essere soffuse, la musica sembrava abbassarsi lentamente, mi accorsi di non avere una vista lucida.
Cominciai a camminare barcollando.
Dove sto andando?
...

un solo respiro.Where stories live. Discover now