Cap 1 - Me la dai?

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«Due contadini chiacchierano appoggiati a una staccionata. Un terzo contadino passa davanti a loro tirando una corda a cui è legata la sua mucca. Il primo contadino gli fa “Ehi! Gran bella mucca”. “Grazie” risponde quello, lusingato. “Me la dai?” gli chiede. Il terzo contadino fa una smorfia e si allontana senza rispondergli. Allora il secondo contadino si rivolge al primo: “E tu, credevi veramente che ti avrebbe dato la sua mucca?” “No. Ma se me la dava?”»

«E con questa storiella, che vuoi dire?» s’incuriosì Martina.

«Aspetta che arrivi Marzarotti e vedrai» sogghignò Jenny, nei cui occhi glauchi brillava un guizzo di furbizia.

Era una trentenne bionda e attraente, Jenny, proprietaria dello Youth, un negozio di abbigliamento per giovani.

Quattro anni prima, appena laureatasi in Economia e Commercio, aveva avuto l’intuizione di aprire questo tipo di attività nel centro storico della cittadina turistica in cui viveva. In quella zona vi erano un paio di negozi che vendevano vestiti, ma nessuno aveva panni prettamente per giovani.

Era stato subito boom, tanto che l’auspicio di assumere una commessa era diventato esigenza. Già dopo un paio di settimane, infatti, si era resa conto che passava tutte le sue giornate allo Youth. E quando chiudeva, dopo essersi occupata dulcis in fundo del rimpiazzo dei capi venduti, non aveva né l’energia né la voglia di dedicarsi a se stessa o alla vita sociale. Per non dire dello stress causatole dalle responsabilità di cui doveva farsi carico.

Voleva affermarsi come imprenditrice, ma non a questo prezzo.

Il problema? La sua connaturata diffidenza. Mettere qualcuno a gestire il prodotto di rischio e lavoro creato con le sue sole forze e un aiuto paterno, era un passo che le riusciva difficile compiere. Temeva che, in sua assenza, la commessa potesse rubare qualche capo, vendere senza battere gli scontrini intascando i soldi, oppure avere un atteggiamento indolente riguardo alle vendite, avendo già lo stipendio assicurato. Perciò ci aveva messo cinque mesi per trovare la persona giusta.

Sua cugina Martina, all’epoca, si era appena diplomata. Non sentendosi portata per l’università e saputo della situazione di Jenny, le aveva chiesto di prenderla in prova.

Non erano di quelle cugine cresciute insieme, soprattutto per gli otto anni che le separavano. Però c’era stato quel maggio in cui la tredicenne Martina aveva avuto il suo primo fidanzatino e si era confidata con Jenny, trovando in lei la sorella maggiore che non aveva. Si era aperta, raccontandole di quell’esperienza fin nei dettagli e chiedendole consigli. E sempre Jenny l’aveva consolata quando la storia era finita pochi mesi più tardi. Era stato così che il loro legame aveva raggiunto grande profondità. Poi le strade si erano divise a causa dell’intensificarsi degli impegni universitari di Jenny. Avevano avuto occasione di rincontrarsi solo a comunioni, matrimoni e durante le feste natalizie.

Adesso erano insieme in quest’avventura da tre anni e mezzo. Continuavano ad andare molto d’accordo, soprattutto grazie a Martina la quale, dalla ragazza intelligente che era, non confondeva mai i ruoli: Jenny era sì cugina nel sangue e sorella nello spirito, ma rimaneva titolare dell’attività e proprietaria del negozio dove lei era solo la commessa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 06, 2015 ⏰

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