Prologo

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Nonostante siano passati diversi anni, diciotto per l'esattezza, ricordo ancora perfettamente quel giorno.
Il giorno in cui io e William ci siamo conosciuti.
Le circostanze non erano certo delle migliori. Conoscersi ad un funerale non capita tutti i giorni, non è neanche qualcosa che ti auguri ma la sua mano tesa verso di me mi impedì di passare i mesi, anni successivi a piangermi addosso quindi fui immensamente grato per quell'incontro.
Avevo otto anni quando i miei genitori morirono in un incidente stradale. Incidente nel quale furono coinvolti anche i genitori di Will.
"Erano nel posto sbagliato al momento sbagliato" dicevano i grandi mentre parlavano tra di loro.
Io non ci capivo granché, tanto meno mi importava, sapevo solo che avevo perso le persone a cui volevo più bene e che senza di loro, anche tra la folla, mi sentivo tremendamente solo e nessuno sembrava capire quello che stavo provando, finché non vidi quel bambino col mio stesso sguardo.
I funerali dei miei genitori e quelli di Will si tennero lo stesso giorno. Da un lato la sua famiglia, dall'altra la mia.
Furono tantissime le persone che, a fine messa, si fermarono a fare le condoglianze ai parenti.
In quel momento approffitai della confusione per allontanarmi un po'.
"Mi dispiace" era una parola che avevo già sentito abbastanza, ne ero stufo.
Odiavo i loro occhi su di me, come se fossi solo al mondo e non avessi più speranza, come se facessi pena. Ed era proprio quello che pensavano, guardandomi.
Mi sedei sul marciapiede e abbassai lo sguardo sulle mie scarpe nero lucido, sembravano brillare più di me.
Un rumore di passi mi fece tornare alla realtà, abbandonando i miei pensieri ed i miei occhi istintivamente si posarono sulla figura ormai di lato alla mia.
Un bambino moro, con i capelli ondulati e la pelle bianca si sedette al mio fianco, lasciando il giusto spazio tra noi, abbastanza da non sembrare invadente.
Non proferì parola, il suo sguardo sembrava perso nel vuoto, proprio come il mio prima che arrivasse.
L'unica cosa che sentii uscire dalla sua bocca fu un sospiro.
Pensai avesse bisogno di stare in silenzio, in fin dei conti la testa faceva già piuttosto rumore, non ne serviva altro in quel momento.
Mi limitai a guardare le macchine sfrecciare lungo la strada, seguendole una dopo l'altra con lo sguardo.
Dopo qualche minuto fu lui stesso il primo a parlare.
"Erano i tuoi genitori, vero?" mi chiese con un filo di voce.
Sorpreso di sentirlo rivolgermi parola, mi volsi a guardarlo.
"S-si, e i tuoi, giusto?" Risposi senza saper bene cosa dire.
Annuì. "Hai fratelli?"
"No"
"Neanche io"
Seguì il silenzio, fino a che continuò "Potrei essere io tuo fratello... ".
Ci guardammo entrambi scambiandoci un tenero sorriso. Uno spiraglio di luce sembrò farsi strada in noi e in una situazione tanto buia fu una carezza confortevole, molto meglio di qualsiasi altra parola, più di un mi dispiace. Da quel momento quello strano destino ebbe inizio.

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⏰ Last updated: Jun 11, 2022 ⏰

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