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Scesi dall'aereo e brividi di freddo mi percorsero tutto il corpo, non ero più abituata al clima ialiano. Arrivavo da Los Angeles, California, dove avevo vissuto durante gli ultimi quattro anni della mia vita. Il mio piano era di prolungare la mia permanenza lì per i due anni a seguire, se solo non fosse stato per il Covid-19.

Una pandemia che ha colpito tutta la popolazione mondiale, chi più e chi meno, come uno schiaffo diretto in faccia tirato all'improvviso. Nessuno era preparato, e l'America tanto meno. Questo spiega il mio ritorno in Italia. La situazione in America era estremamente peggiore di quella in Italia, e le cose non sembravano migliorare. Ho pensato che tornare in Italia sarebbe stato più sicuro, e anche una buona occasione per rincontrare vecchie amicizie. 

Appena uscita dall'aeroporto vidi i miei genitori che mi aspettavano impazientemente. Gli corsi in contro tirandomi dietro il mio bagaglio a mano, ma mi fermai di scatto prima di abbracciarli. Gli abbracci non erano più così scontati ormai, non volevo rischiare di contagiarli, avrei prima dovuto fare un tampone. 

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 I primi giorni arrivata in Italia li passai in isolamento nella mia vecchia cameretta in attesa dell'esito del tampone. Per passare il tempo aprii cassetti che non aprivo da un'eternnità. Trovai ricordi che avevo dimenticato di avere. Era così bello scorrere le dita sui disegni che avevo fatto da bambina, sulle lettere d'amore scritte e ricevute, sfogliare i vecchi diari scolastici, rindossare i miei vecchi vestiti. 

Da Los Angeles avevo portato solo un bagaglio a mano, un po' drastica come decisione, ma avevo sempre adorato viaggiare leggero. Da vestire oltre alle mie vecchie cose avevo solo una felpa, un maglione, pantaloni della tuta e un paio di jeans. Il giorno dopo esssere risultata negativa al covid, il primo giorno in cui sono potuta uscire, decisi di mostrare all'Italia la nuova me, e di indossare i vestiti portati dalla California.

 Il giorno dopo esssere risultata negativa al covid, il primo giorno in cui sono potuta uscire, decisi di mostrare all'Italia la nuova me, e di indossare i vestiti portati dalla California

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Avevo scritto al mio vecchio gruppo di amici e ci eravamo messi d'accordo per trovarci al parco del paese. Devo ammettere che ero abbastanza nervosa, visto che il mio stile e la mia apparenza erano cambiati parecchio, e ora non mi confondevo più con la gente del paere, anzi, risultavo molto appariscente. Misentivo una pecora con la lana rosa flu3 in mezzo ad un branco di pegore bianche e grige.

Li vidi in lontanaza seduti sempre alla solita panchina, guardavano verso di me. Arrrosii, ma per fortuna ero troppo lontana perchè potessero accorgersene. Quando mi avvicinai rimasero tutti a bocca aperta. Giulia ruppe il ghiaccio esclamando: "Brynn! Hai tagliato i capelli". Poi seguì Nicola: "E hai smesso di vestirti totalmente di nero". Nicole e Giulio non aprirono neanche bocca da quanto erano stupiti. Iniziai a ridere nervosamente, poi dissi: "Mi siete mancati molto". la reazione a quella frase fu fantastica. Avevamo tutti le mascherine ma i loro occhi sorridevano e avevano una luce che ravvivava un fiume di ricordi ed emozioni. Quei sorrisi, quel momento, erano così delicati e puri da durare solo qualche secondo ma da rimanere impressi nella mia memoria per tnato, tanto tempo.

Nicole si decise a parlare: " Oh, Brynn, ti dobbiamo presentare Tommaso. In teoria dovrebbe arrivare fra un attimo". Io chiesi chi fosse questo Tommaso, visto che il nome non mi diceva niente.  Giulio rispose che era un ragazzo che si era aggiunto al gruppo circa un anno dopo che me n'ero andata. Tutti mi parlarono molto bene di lui, finchè non fu lui stesso ad apparire e a presentarsi. Sembrava un ragazzo simpatico, una brava persona. Mi diede l'idea di essere quell'amico che durante una serata resta sobrio per riaccompagnare tutti a casa in macchina. 

Il pomeriggio passò velocemente. Avremmo voluto andare a mangiare da qualche parte, ma ovviamente ristoranti, pizzerie, kebabbari e bar la sera erano chiusi. Prima di dividerci io e Tommaso, il ragazzo nuovo, ci scambiammo i numeri di telefono. Ci salutammo e stavo per mettermi le cuffiette per ascoltare la musica mentre tornavo a casa, quando mi resi conto che io e lui stavamo andando nella stessa direzione. Ci guardammo e lui chiese: "Anche tu da questa parte?". Io annuii e dopo avergli chiesto dove abitava scoprii che viveva in fonto alla via dove vivevo io. 

Camminammo in silenzio per un po', poi mi chiese: "Che ci facevi a Los Angeles?". Io sorrisi con un velo di nostalgia negli occhi, anche se mi trovavo lì fino a qualche giorno prima. "All'inizio il mio piano era di andare lì come exchange student e tornare in Italia per finire le superiori. Poi però mi sono innamorata del posto, delle persone e della cultura americana e ho deciso di finire la scuola lì" Mi fermai, visto che dubitavo fosse veramenti interessato a sapere le mie motivazioni. In fondo quella era solo una domanda per interrompere il silenzio imbarazzante. anche se avrei potuto parlare per ore del mio amore per la California. Non avevo intenzione di annoiarlo già il primo giorno che ci conoscevamo.

"Questo spiega solo due anni di quattro...". Ammetto che questo mi stupii, si ricordava per fino che ero stata lì quattro anni. Voltai leggermente la testa per guardarlo e lui fece lo stesso. I nostri occi si incontrarono  ed entrambi sorridemmo. "Allora? è forse un segreto cosa hai fatto durante gli ultimi due anni in America?". Io mi misi a ridere e risposi: "No, No. Lavoravo come barista in un locale di sera e come commessa durante il giorno. Niente di che ma riuscivo a guadagnare abbastanza da permettermi unappartamento claustrofobico".  Entrambi iniziammo a ridere.

Arrivati davanti casa mia lui mi salutò con un buonanotte ed un cenno della mano, io ricambiai nello stesso modo. Lo guardai camminare lungo la via fino a vederlo sparire in lontananza.

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⏰ Last updated: Mar 13, 2021 ⏰

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