Storia di una ragazza sconosciuta

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In un parco solitario nel Wisconsin, una ragazza dagli occhi dorati e con la pelle di un color cioccolato splendente, osservava stupita da un altalena il panorama che la circondava.
In realtà non era dei migliori, con bambole rotte, scarpe di bambini invisibili, palloni sgonfi, ma lei non era una ragazza qualunque lei era speciale, anche se questo non lo sapeva.
La sua famiglia era una di quelle famiglie che vorrebbero tutti, una di quelle famiglie che non le faceva mai mancare nulla e che tenevano al suo bene, alla sua istruzione, e a cercare di migliorare ogni giorno la sua vita facendo sacrifici per lei.
La sua migliore amica era una gattina grigia, con strisce nere, ed una coda così grande e morbida da essere più estesa del suo corpo. Il suo nome era Satoshi, che in lingua giapponese vuol dire agile e furba, infatti rispecchiava proprio il suo carattere, passando dai graffi alle fusa. 
Nonostante questo lei era molto legata a questa gatta, che per ragioni superiori non poteva tenere in casa con se, quindi si incontravano nella veranda e giocavano.
Lei anche se tutti la prendevano per pazza, ci parlava anche raccontandole cosa le girava per la testa, cosa aveva fatto nella sua giornata e Satoshi in base a cosa le diceva reagiva di conseguenza, come se la capisse.
Tornata dal parco al calar del sole, c’era sulla porta ad aspettarla la sua amica felina, agitando la coda in modo irrequieto e miagolando rumorosamente, lei l’accarezzò come ogni sera, pensando che magari voleva solo giocare, ma dopo che entrò in casa capì che c’era qualcosa che non andava.
Vide un buio assoluto e in casa sua le luci erano sempre accese.
Così provò a chiamare la mamma, il padre, il fratello, non avendo nessuna risposta. Dopo poco tempo cominciò ad entrare nel panico, cercò di capire cosa potesse essere successo, magari una rapina, no non sembrava mancare nulla, allora dove erano potuti andare senza lasciare nessun biglietto, senza dirle nulla.
Pensò al peggio, ma cercò di mantenere la calma e rimanere lucida, provando a pensare e a capire.
La gattina in qual momento le andò vicino toccandola con una zampetta come a dirle di seguirla, e lei ancora agitata decise di seguirla.
La portò vicino ad un albero secolare, con foglie giganti che si muovevano ondeggiando con il vento, con sinuosità quasi indipendente dalla gravità.
Lei però non capiva come quell’albero potesse darle delle risposte su dove potessero essere i suoi genitori, o cosa volesse significare.
La gattina saltò su un ramo e iniziò a miagolare, un miagolio che non aveva mai fatto, un miagolio calmo e pacato come se fosse una ninna nanna, che portò la ragazza a sedersi ad ascoltarla, osservandola con uno sguardo incantato, fin quando non si addormentò cullata dall’abbraccio delle foglie e da quella dolce melodia.
Verso le sei, un raggio di sole le accarezzò il volto, come fa una mamma con il suo bambino, e aprì gli occhi lentamente, dimenticandosi di quello che fosse successo la sera prima, come se fosse stato solo un brutto sogno.
Dopo alcuni minuti iniziò a ricevere delle sensazioni, come se ci fosse qualcosa di diverso, i suoni le apparivano molto più nitidi, sentendo ogni cosa, dal picchio che batteva contro il tronco di un albero, alla più piccola delle formiche che camminava. Così provò a guardarsi intorno e vide nuovi colori, indescrivibili per un umano, e guardandosi verso i piedi, vide del pelo con delle unghiette affilate, era diventata uno splendido gatto tigrato, simile al maine coon. 
La sua prima reazione fu shockante, come è facile intuire le sembrò un sogno, le sembrò di essere impazzita, ma in quel momento intervenne nuovamente Satoshi che cominciò a parlarle, in un linguaggio che lei comprendeva, perchè in quel momento dai tanti miagolii, si formavano parole, con una propria grammatica, come la lingua umana. La gattina le disse di rimanere calma e che questa in realtà era la sua vera forma, le ricordò che lei in realtà non aveva frammenti della sua infanzia e questo perchè era nata con quattro zampe e un coda.
La ragazza la guardò incredula chiedendole spiegazioni, del perché proprio in quel momento era ritornata in quella forma, del perchè era diventata umana allora se la sua forma originale non era quella.
Satoshi le avrebbe dato tutte le risposte che voleva, ma in quel momento non c’era tempo, perchè dovevano ritrovare i suoi genitori e il suo fratellino che erano scomparsi e potevano trovarsi in pericolo. Ma la ragazza rimase immobile perché non riusciva a capire, non comprendeva cosa potesse essere successo, perchè i suoi genitori erano scomparsi, perchè stava succedendo tutto questo a lei.
Satoshi iniziò a correre verso una campagna ricca di alberi di ulivo, e la ragazza la seguì, con un agilità che non aveva mai avuto prima.
Anche se non aveva assunto quella forma da molto, non le sembrò nuovo, anzi le sembrava di essere se stessa, le sembrava di essere completa.
Saltando da un ramo ad un altro arrivarono in cima ad un albero da dove riuscirono a vedere tutta la città, superando anche l’altezza dei palazzi più alti, fino a toccare le nuvole.
Videro da lì una piccola luce splendente che brillava ad intermittenza, quindi con uno scatto felino andarono verso quella piccola stella che splendeva da dentro una casa. Giunti al punto, le due gattine si trovarono davanti due leoni e un altro gattino timido che saltava da una parte all’altra con miagolii confusionali.
Satoshi in quel momento spiegò la situazione strana che stavano guardando, dicendo che in realtà lei e il fratellino erano stati allevati da quei leoni che avevano sentito fin da subito un legame unico con loro, ma preoccupati che loro potessero sentirsi diversi nel branco dei leoni, decisero di abbandonarlo e dedicarsi a loro, chiedendo all’alfa di trasformarli in creature simili, che potessero comunicare senza interlocutori, e che potessero vivere insieme come una famiglia unita.
La gattina allora si avvicinò ai due leoni che avevano uno sguardo triste rivolto verso il basso, e le disse che le era grata per quello che erano, per quello che avevano fatto per lei, e per il suo fratellino, e che erano speciali, indistintamente se fossero leoni, gatti, unicorni, era il loro animo puro che contava.
I leoni, non potevano capire per differenza di linguaggio, così Satoshi si avvicinò alla leonessa donandole la propria voce e si avvicinò al leone donandole il proprio udito, così che potessero capirla. I leoni furono grati a quella agile e splendida gattina che aveva donato loro i sensi per riuscire a comprendere la lingua felina, pur privandosene lei stessa. Così la famiglia pur non essedo dello stesso aspetto riuscì a vivere felice anche rimanendo delle proprie sembianze naturali, senza ricorrere a nessuna estenuante trasformazione, essendo semplicemente se stessa.
Di Satoshi non si sa poi molto, dopo quella vicenda pare che incontrò un altro gattino che decise di amarla pur essendo sordomuta, perché era rimasto folgorato del suo aspetto ma soprattutto, del suo angelico animo.

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