1- Io non mi sottometto

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Le urla raggiungevano i cubicoli dove i dipendenti, terrorizzati e confusi, cercavano di nascondersi il più possibile.
Teo, in piedi davanti al suo direttore, cercava di ignorare le urla e gli insulti che questo gli stava rivolgendo.

I suoi colleghi li fissavano, alcuni impauriti ed altri furiosi. I primi erano i Sub, che cercavano di sopportare la voce dura del direttore, mentre i secondi erano ovviamente i Dom, furiosi di aver scoperto ciò che nascondeva ormai da anni.

Teo era nato in un mondo che lui odiava o, per meglio dire, odiava ciò che era lui per il mondo.
Era nato in una famiglia semplice. Suo padre era un Sub dolce e remissivo, mentre sua madre era una Dom forte ed austera. Nonostante il suo genere secondario la donna lo aveva sempre amato e supportato, anche quando i test gli avevano rivelato la sua seconda natura.

Ma con il passare del tempo i suoi genitori si erano resi conto che lui era diverso dalla maggior parte dei Sub.
I Comandi, ordini impartiti dai Dom per poter comandante a loro piacimento i Sub, su di lui non facevano effetto.
Sua madre si era presto resa conto che lui, nonostante il comando venisse espresso anche con la più dura e potente voce, non subiva il suo influsso.

Nonostante il suo aspetto longilineo e delicato, con il passare degli anni sempre più persone avevano iniziato a scambiarlo per un Dom. Grazie a questo aveva avuto una vita più semplice rispetto a molti Sub.
Aveva passato un infanzia tranquilla e dopo aver finito gli studi si era subito dato da fare per cercare un lavoro, per potersi mantenere con le proprie forze.

Aveva trovato lavoro ma non per le sue capacità, poiché nonostante fosse un ragazzo molto intelligente i lavori migliori erano riservati solo ai Dom. I sub riuscivano ad ottenere lavori molto in basso e grazie solo all'aiuto delle famiglie, che pagavano profumatamente per farli integrare nella società.
Purtroppo non tutte le famiglie desideravano questo per i loro figli ed alcune cercavano subito un pretendente e li obbligavano a sposarsi giovanissimi.
Fortunatamente la sua famiglia non era una di quelle.

In ogni caso aveva trovato lavoro, ma mentendo sul suo secondo genere. Al colloquio si era presentato come Dom, convinto di riuscire a nascondere ciò che era, pur di ottenere quel lavoro.
Sapeva che stava sbagliando ma in quel momento, davanti alla possibilità di ottenere un posto decente, aveva deciso di mentire.
Aveva ottenuto il posto, anche se rimaneva sempre tra gli ultimi, ma almeno poteva lavorare.

"Chi si crede di essere!" Tuono' l'uomo facendolo sobbalzare. "Il presidente l'aspetta nel suo ufficio."
L'uomo era paonazzo dalla rabbia e girandogli la schiena lo precedette verso l'ascensore.

Teo lo segui' a spalle basse. Sapeva che per la fine della giornata non avrebbe più avuto un lavoro e che trovarne uno in futuro sarebbe stato praticamente impossibile.
I Dom erano molto sensibili su questi argomenti e disprezzavano profondamente i Sub che provavano a farsi strada tra di loro.

Una volta raggiunto l'ultimo piano dello stabilimento i due si ritrovarono in un'ampia stanza, dove una giovane Dom picchiettava con le lunghe unghie rosso fuoco sulla tastiera.
La donna alzò lo sguardo su di loro, prima guardando con rispetto l'uomo al suo fianco e poi con malcelato disprezzo lui.
Teo puntò lo sguardo nel suo, sostenendo quello sguardo duro.
Però, insieme al fastidio, poté notare anche un certo interesse.

Infastidito sbuffo'. Odiava quando i Dom rivolgevano quello sguardo lussurioso verso i Sub. Odiava quando li squadravano. Quando imponevano il loro volere con la forza, quando li obbligavano a frequentarli senza interessarsi se questi ricambiassero o no.
Senza degnarla più di uno sguardo segui' il direttore fino ad un enorme porta in legno.
Quello bussò e dall'interno una voce lì invitò ad entrare.
Il direttore gli apri' la porta e dopo averlo fatto entrare la richiuse dietro di lui.

Teo si ritrovò solo. L'ufficio era un enorme open space. Le grosse vetrate, dal quale si potevano vedere gli alti grattacieli, illuminavano l'ambiente.
Al centro della stanza era presente una scrivania ordinata. Seduto dietro di essa c'era un uomo che doveva avere almeno trent'anni.

L'uomo alzò lo sguardo su di lui ed il suo cuore perse un battito.
Seduto davanti a lui c'era l'uomo più affascinante che avesse mai visto.
I capelli biondi erano tirati all'indietro. Il viso duro e squadrato era coperto da una barba sottile e ben curata. Gli occhi chiari lo guardavano con interesse. Le labbra sottili e delicate erano strette in una smorfia.

Confuso e terrorizzato da ciò che stava provando il ragazzo si guardò intorno, cercardo di evitare quello sguardo di fuoco.
Era la prima volta che poteva percepire l'influenza di un Dom e questo lo spaventava a morte.
No, no, no! Cosa diavolo mi sta succedendo.

"Guardami." La voce bassa e dura.
Teo spalancò gli occhi. Il suo cuore batteva forte. Poteva sentire il sangue andare a fuoco, il fiato mancargli.
Lentamente, contro il suo volere, alzò il viso verso il Dom.
Per la prima volta in vita sua sperimento' il Comando.
Quando i loro occhi si incontrano qualcosa scattò tra di loro.

Spaventato iniziò ad annaspare. Gli mancava il fiato e vedeva tutto sfocato.
Iniziò a barcollare mentre il respiro gli si bloccava in gola.
L'uomo dietro la scrivania si alzò immediatamente e lo raggiunse.
Riuscì ad afferrarlo prima che cadesse a terra.

"Calmati. Respira. È un attacco di panico. Respira." Il Dom lo strinse, cercando di farlo calmare. "Respira. Va tutto bene. Non è nulla." Gli mormorò contro l'orecchio.

Teo si strinse all'uomo, afferrando con forza la giacca. Spinse il viso contro il collo dell'uomo, respirando con forza il suo profumo mascolino.
Confuso da ciò che gli stava succedendo il ragazzo non poté che rimanere tra quelle braccia muscolose.
Lentamente il suo respiro iniziò a calmarsi.
"Bravo. Così. Continua a respirare."
Lentamente Teo iniziò a calmarsi. Strofino' il naso contro la pelle e sospirò.

Il dominatore abbassò lo sguardo e ciò che vide lo lasciò sconvolto.
I suoi occhi orano lucidi, le pupille dilatate. Le guance rosse e le labbra lucide.
Non poteva crederci. Il ragazzo era appena entrato in sub-space, ed era bellissimo.

Con dolcezza gli sfiorò il viso, saggiando la morbidezza di quella pelle chiara.
Teo fremette a quel tocco, spingendosi contro di esso.
"Così. Bravo. Va tutto bene."
L'uomo si alzò, portando con sé quel corpo sottile e si sedette su un divano in pelle posto contro una parete.

Per la prima volta in vita sua poteva percepire una forte affinità con un sub e questo lo elettrizzava e spaventava alla stesso tempo.
Fino a quel giorno aveva usato i Sub come semplici oggetti, come mero sfogo sessuale, e lo destabilizzavano quelle nuove sensazioni.

Uno sbuffo attirò la sua attenzione. Il giovane si stava riprendendo.
Quel mattino, quando il suo sottoposto gli aveva rivelato che un suo dipendente aveva mentito sul suo genere, era deciso a licenziarlo in tronco. Ma quello che era appena successo aveva cambiato tutto.

Teo era finalmente tornato in sé, osservò l'uomo che lo stringeva.
Trattenendo un'imprecazione si sottrasse da quelle braccia.
I due si guardarono a lungo e l'uomo poté vedere gli occhi del ragazzo farsi sempre più duri. Quel ragazzo orgoglioso lo stava guardando a testa alta e non dimostrava vergogna per il suo gesto.

Il Dom si alzò e con passo fermo tornò alla sua scrivania.
Un piccolo ghigno gli storse le labbra. Avrebbe piegato quel piccolo e testardo Sub, e lo avrebbe fatto suo.

Teo osservò il viso dell'uomo piegarsi in una smorfia beffarda.
Ora sì, che era nei guai.

Note dell'autrice 🌸
Bentornati in questa nuova storia. Spero vi piaccia.
Fatemi sapere cosa ne pensate con un piccolo commento ❤️
Redmiko94

Ps: In questa storia sono presenti scene di sesso esplicito. Se dovessero darvi fastidio non leggete.
Le scene in questione verranno segnate con questi ⚠️.

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