capitolo 1.

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Stavo camminando da sola per le vie di Los Angeles e le uniche cose che riuscivo ad udire erano quelle poche macchine che sfrecciavano alle undici di sera, il rumore dei lampioni che si spegnevano e accendevano e il rimbombo dei miei tacchi neri sulle strade della grande città.

Nascosi le mie mani gelide nelle tasche del mio cappotto color beige, ma la suoneria del mio cellulare mi costrinse a fermarmi.

Presi il telefono e vidi il nome scritto sopra di esso e senza pensarci due volte risposi.

<<Dimmi tutto James.>> James è un mio collega di lavoro, per lo specifico è il mio assistente. Ha dei capelli neri corvini e degli occhi ipnotizzanti azzurri, ed è molto simpatico e disponibile.

<<Omicidio al Bel Air, si tratta di William Garcia, uomo di 55 anni, il  corpo è stato ritrovato nel soggiorno della villa appena 2 minuta fa dalla sua governante, diceva che doveva portargli le pillole che prende quotidianamente. Non ci sono segni evidenti di irruzione nella casa. Un colpo di pistola in fronte e due coltellate al costato. Vieni alla centrale.>>

Sapevo già di chi stava parlando James, il signor Garcia era uno dei più grandi e potenti mafiosi di tutta la California, è riconosciuto soprattutto per la sua voglia di governare tutto e tutti. Voleva tutti al suo cospetto.

<<Arrivo.>>

Chiusi la chiamata e continuai a camminare per arrivare al più presto possibile alla centrale.
Potete già capire che io non sono una semplice poliziotta che se ne sta seduta nella sua comoda sedia di pelle nera aspettando una solita chiamata d'emergenza.
NO.
Io sono un'investigatrice privata, ma no come quelle che vedete nei film gialli o nei racconti. Io ho fatto parte della C.I.A. e dell'F.B.I., ma ho dovuto lasciarli perché mio padre si ammalò gravemente e non avevamo nessuno che potesse stargli accanto e curarlo. Ma dopo qualche anno mi lasciò anche lui.

********

Arrivai alla centrale e subito James mi venne incontro. <<Bene eccoti, il caso è molto più difficile del previsto...>>, perché? Era davvero così complicato? E' un semplice omicidio, ormai eravamo esperti in questo campo. <<Cosa succede?>> cominciai a chiedere, mentre mi toglievo il mio cappotto e posandolo nella mia sedia.

<<E' come se nessuno si fosse infiltrato nella casa, Alex. Ma non può essere stato un suicidio. Di solito i mafiosi, prima di ammazzarsi, lasciano qualche lettera in giro, ma abbiamo perlustrato tutta la villa, centimetro per centimetro, ma non c'è traccia ne' di lettere ne' di impronte.>> finì James, io ero confusa sul da farsi, chiunque fosse entrato lì ero certa che non fosse stato un novellino, sicuramente avrà indossato un perfetto paio di scarpe di cuoio che non lasciano intravedere la marca della scarpa, una tuta in tyvek per sicurezza e dei guanti che ovviamente non siano quelli inutili in lattice che lasciano l'impronta digitale.

<<E' stato un omicidio>> dissi sicura di me stessa <<Andiamo alla casa, voglio vedere con i miei occhi.>>proseguii per poi uscire dalla centrale seguita da James e da altri colleghi di lavoro che tenevano nelle loro mani valigette nere che conservavano i miei attrezzi da lavoro.

Appena arrivati alla villa, un'enorme folla di reporter e giornalisti televisivi mi assaltarono iniziando a fare domande, una sopra l'altra, James iniziò a spostarli per farmi camminare, ma io potei sentire molte delle domande che provavano a farmi, <<Signorina Baker, secondo lei è stato un omicidio o un suicidio?>>, oppure <<Il signor Garcia aveva dei debiti, secondo lei possono avere a che fare con l'accaduto?>>, ed infine la domanda che mi fece incuriosire di più <<Lavorerà con il signor O'Brien, signorina?>>.

Chi è questo signor O'Brien? Perché dovrei lavorare con qualcun altro? Io ho sempre risolto i casi per conto mio senza l'aiuto di nessuno.

Appena entrammo dentro l'enorme villa, mi girai introno per ambientarmi nel nuovo posto in cui ero certa sarei stata molti giorni. Mi girai verso James e gli sussurrai all'orecchio <<Chi è il signor O'Brien?>> Lui iniziò a guardarmi stranito, ma quando stava per iniziare a spiegarmi, una voce calda e devo dire anche sexy, lo interrompe.

Era un ragazzo con degli occhi color nocciola ma erano più vicini al colore del miele, un bel naso perfetto all'insù, dei capelli lunghi ma non tanto per coprire quel viso perfetto contornato da nei. Era alto e potevo capire che era anche muscoloso e possente, dalla maglietta nera a maniche corte che gli stava leggermente stretta.

<<Non credo che parlare degli altri alle spalle faccia parte del nostro lavoro, dico bene signorina Baker?>>

CHE FIGURA DI MERDA.

Iniziò ad avvicinarsi a me e tese la sua mano, <<Sono Dylan O'Brien, signorina. Mi hanno riferito che dovremmo risolvere questo stupido caso insieme>>, ma io non ricambiai la stretta di mano, però mi presentai lo stesso,<<Sono Alexandra Baker, signor O'Brien, ma questo vedo che lei già lo sa, quindi iniziamo a lavorare>>.

CIAO RAGAZZI.
CHE VE NE PARE COME PRIMO CAPITOLO?💖
GODETEVI LA STORIA
-𝙡 𝙪 💜

A strange LOVE story|| Dylan O'BrienWhere stories live. Discover now