Capitolo 1: Un demone gentile.

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Nascondersi era parte di lei, del suo passato, presente e futuro.

Rimaneva nascosta per necessità, per sopravvivenza, per abitudine, per scelta.
Era invisibile e tale doveva rimanere.

Y/N era un'assassina, una macchina da guerra addestrata con l'unico scopo di uccidere.
Poco importava se da un po' di tempo a questa parte le sue vittime erano diventate demoni: le gole che aveva tagliato le erano sempre sembrate tutte uguali.

Mischiare il suo respiro con il ritmo del vento che smuoveva le foglie era la sua naturale attitudine, rallentare il flusso sanguigno per evitare il minimo movimento le sembrava più semplice che camminare, tendere le orecchie per captare conversazioni segrete era come ascoltare il dolce suono di uno shamisen.

Da qualche mese le era stato affidato un bizzarro compito: tenere d'occhio un nuovo membro degli ammazzademoni.

Il ragazzo non aveva alcunché di particolare: secondo il suo cinico e brutalmente sincero parere, era il classico individuo troppo buono e gentile per poter sopravvivere in quel mondo senza pietà.
Certo aveva del talento, e del fegato a dirla tutta, ma aveva visto di meglio e, inoltre, quello non era il suo stile di combattimento.

La interessavano di più i tipi avventati come quello dalla doppia lama e la testa di cinghiale: lui sì che inscenava delle lotte elettrizzanti, tanto che più di una volta era stata sul punto di intervenire per salvarlo.
Alla fine, comunque, ce l'aveva sempre fatta da solo.
Quell'individuo apparentemente tutto muscoli e poco cervello si era unito al ragazzo dall'haori a scacchi neri e verdi da poco tempo, assieme ad un altro biondino che non faceva altro che piagnucolare tutto il tempo.

Doveva ammettere che il trio aveva qualcosa di comico e che in più di un'occasione l'aveva fatta ridere di gusto.
In ogni caso, però, non si era mai lasciata distrarre dal suo obiettivo: Kamado Tanjiro.

Era lui il suo incarico, per un semplice motivo: sua sorella minore era un demone.
Nulla di strano, fin qui: essendosi arruolata tra le schiere di ammazzademoni, quegli esseri ripugnanti erano naturalmente presenti nella sua vita all'ordine del giorno.
Il punto è che, di solito, aveva il compito di ucciderli, non di sorvegliarli.

Invece la richiesta dell'onorevole capofamiglia era stata chiara e precisa: studiare i fratelli Kamado e, solo quando sarebbe stata sicura sul da farsi, avrebbe potuto decidere se uccidere la minore o lasciarla in vita.

«Y/N.»
La voce del capofamiglia era dolce, calma, era giunta alle sue orecchie come la carezza sul volto che non aveva mai ricevuto da bambina.


«Hai.»
Doveva stare attenta, quel trattamento gentile e così nuovo, per lei, rischiava continuamente di deviarla dal suo atteggiamento normalmente controllato e impassibile che assumeva con chi non conosceva.


«Guardami.»
Non era stato un ordine, solo una richiesta cortese, ma lei aveva obbedito all'istante, perdendosi in quell'uomo troppo minuto per poter sopportare sulle sue sole spalle tutto il peso delle responsabilità che vi gravavano.


«Che cosa vedi?»
Doveva essersi soffermata sulla sua figura per qualche attimo di troppo, dato che nonostante la sua completa cecità il capofamiglia aveva avvertito gli occhi e/c di lei scrutarne ogni minimo dettaglio.
Non lo faceva di proposito, era stata addestrata a studiare chi si trovava di fronte.


«Sofferenza, stanchezza.»
La ragazza non aveva esitato a rispondere, incurante del fatto che potesse ferirlo o meno: le aveva posto una domanda e lei aveva risposto.


«Fisica e...mentale.»
La famiglia Ubuyashiki era stata maledetta generazioni e generazioni antecedenti alla sua, eppure Kagaya portava sul suo volto le stesse piaghe della malattia dei suoi avi, la stessa espressione seriosa di chi è dovuto crescere troppo in fretta per assumersi la vita di molti su di sé, per una colpa che non era la sua.


«Ma anche...speranza.»
Gliela si leggeva in quegli occhi bianchi e vitrei, nella posizione composta e nelle sue spalle dritte: l'atteggiamento di chi è aggrappato con tutte le sue forze alla speranza.

Kagaya Ubuyashiki aveva sorriso.

Sua moglie, al suo fianco, aveva fatto lo stesso.

«E' un dono raro quello di saper comprendere le persone.»
Y/N non aveva ricambiato il sorriso, né aveva risposto: il suo non era un dono, era stata un'abilità acquisita con il tempo, glielo avevano insegnato con la forza in quella che le piaceva pensare fosse stata la sua vita precedente.


«Ho una missione particolare da affidarti, come nuovo membro della corporazione.»
Finalmente erano giunti a parlare di qualcosa per cui aveva davvero talento: uccidere.


«Come te, altri hanno superato l'esame quest'anno.»
Si aspettava di essere inviata immediatamente a sterminare qualche demone, magari una famiglia intera o una delle lune addirittura.

«Vorrei che spiassi uno di loro in particolare.»
Di certo, non si aspettava questo.


Il capofamiglia le aveva spiegato chi fossero i fratelli Kamado, come avessero fatto a sopravvivere e chi avesse fatto da garante per entrambi nonostante la situazione decisamente particolare: l'ex pilastro dell'acqua Sakonji Urokodaki e l'attuale, Tomioka Giyū.
Tuttavia nessun altro, fino a quel momento, era stato d'accordo sul fatto di accettarli come loro alleati: non si fidavano.
Anzi, a dirla tutta, c'erano state numerosissime polemiche che non accennavano a terminare da quando la voce si era sparsa.

Per questo lei, probabilmente per il suo passato, era stata scelta per decidere se, come e quando uccidere la ragazza-demone.

Il come era a sua completa discrezione: avrebbe potuto fingere di essere un'ammazzademoni qualunque e unirsi a loro per osservarli da vicino, intervenire solo qualora ci fosse stata la necessità, oppure lasciare che il destino si occupasse di loro e morissero per mano di un altro essere abominevole.

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⏰ Last updated: Jul 18, 2023 ⏰

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Killer [SanemixReader]Where stories live. Discover now