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T/n-

Ormai ero in macchina da un bel pò, stanca di tutte le ore passate seduta mi ricomposi sapendo saremo quasi arrivate e mi misi a guardare fuori dal finestrino. In lontananza si vedeva un cartello ma non la frase scrittaci sopra, per fortuna la mia curiosità fu sfamata da mia madre o dal puro caso visto che stavamo andando verso quella parte. "Benvenuti a Hawkins" diceva il cartello di un giallo, che penso un tempo fosse molto più acceso, e appena sorpassato mi colpì un forte mal di testa e nel mentre vedevo immagini ripetersi che raffiguravano la mia vita nel laboratorio, gli esperimenti che mi facevano fare e la piccola stanzetta in cui risedevo.

Il dolore continuó fino a quando mia madre non fermò la macchina davanti la nostra nuova casa, spense l'auto, uscì dal veicolo e aprì la portiera davanti a me, io scesi e provai a non farle notare quello che avevo appena passato. Sono l'unica che sa del numero sul braccio, dopo essere scappata dal laboratorio lei mi trovò e mi accudì provando a capire qualcosa del mio passato ma io non le ho mai fatto sapere niente riguardo le mie vere origini.

Mentre pensavo a quello entrai in casa, non avevamo molta roba da sistemare quindi passando tra i pochi scatoloni andai in una stanza dove c'erano i miei oggetti. "Presumo sarà camera mia" pensai io guardando la camera, né troppo piccola né troppo grande, con un letto ad una piazza e mezza vicino alla parete. Riuscì da sola a montare il mio armadio e lo stesso vale per il comodino e le due librerie, con l'aiuto di mia madre attaccai le librerie e l'armadio al muro e poi i miei oggetti li sistemai da sola.

Sapendo che avrei comunque dovuto verniciare camera i poster delle mie band preferite non li attaccai e la stessa cosa per i miei disegni quindi mi accontentai di tutto quello che avevo fatto, lavorando, in quel piccolo lasso di tempo che stava a rappresentare la giornata. Ormai sfinita dopo una veloce cena mi buttai sul letto e fregandomene dell'ora mi addormentai.

Sentì la sveglia suonare e questo indicava che erano le sei e ancora sfinita decisi di rimettermi a dormire sapendo che poi, alle sette, mia madre sarebbe venuta a svegliarmi per la colazione. Con neanche un secondo in ritardo mia madre si presentó in camera mia, mi svegliò e mi fece compagnia durante il pasto.

Dopo esso ritornai in camera mia, misi dei vestiti e decisi di andare a ritirare i libri che avevo ordinato per la scuola, e poi fare un po' di compere riguardo agli oggetti di cancelleria e disegno che adoro sperando, e provando, a non spendere tutti i soldi che mi sono guadagnata.

Prese le chiavi uscì di casa e, sapendo dove dovevo andare mi avviati dritta verso quella cartoleria dove so già che avrei fatto guadagnare un po' al proprietario. Mentre camminavo mi guardavo intorno, Hawkins non era molto attivo come paesino, non passavano tante macchine per strada e il tutto era molto silenzioso e tranquillo oltre che circondato da boschi non molto fitti con una bellissima vegetazione che adoravo.

Arrivata al negozietto chiesi per i libri e, oltre a quelli presi alcune penne, matite, tempere, pennelli, quaderni e quadernini finendo per spendere un po' di soldi. Ritornai a casa con delle buste abbastanza pesanti e, entrata in camera, sistemai libri e quaderni nella libreria e misi della musica che nella mia vita non manca mai.

La giornata passò molto in fretta fino a quando non arrivai alla cena con mia madre. «Allora, come ti sembra Hawkins?» mi chiese lei sperando in una buona risposta che sarebbe arrivata tra poco «Mi piace molto, è silenziosa e molto tranquilla» dopo aver risposto mia madre mi sorrise e continuó la conversazione «Speriamo che quasta volta tu ti faccia degli amici almeno» io non ci feci molto caso e finì di mangiare.

Non volevo pensare all'ultima frase detta da lei, non mi è mai piaciuto stare con molte persone malgrado andassi tutti i giorni a scuola e non perché ero costretta ma perché mi piaceva imparare visto che sono una nerd. In confronto a matematica e scienze, pur essendo molto brava, le "cose da nerd" che adoravo erano giochi, racconti, e ogni cosa che avesse a che fare con la mitologia, i draghi, il medioevo e cose simili.

Ho sempre desiderato giocare a D&D ma la mia scarsità nel socializzare non mi aiutava a trovare un gruppo con cui avrei potuto giocare e la mia "differenza" dalle altre ragazze peggiorava solo le cose. Quindi speravo di trovarmi almeno un gruppetto di amici dove potevo essere me stessa e semmai fargli sapere del mio numero "14". Se fossero venuti loro da me bene, io non sarei mai andata a parlare con loro.

"Forse è per questo che ho pochi amici..."
"Si, quasi sicuramente" dopo aver pensato questo continuai a guardare il soffitto bianco di camera mia, tra non molti giorni avrei dovuto iniziare la scuola e io volevo dipingere la mia stanza prima che questo succedesse.

Pian piano il tempo passava e io, non avendo niente da fare, mi addormentai sopra le coperte che mettevo anche se fosse Estate. La mattina, come sempre, mi svegliai alle sei e sta volta rimasi sveglia a pensare di che colore fare il muro su cui il letto poggiava e come, e dove, appendere i mei poster.

Mia madre era di sotto e stava preparando dei pancake visto che era domenica ed era un "giorno speciale" andai da lei e le chiesi se potesse accompagnarmi, dopo colazione, a prendere la vernice e alcuni pennelli. Lei accettò e poi mi disse di andarmi a cambiare.

Emozionata, lo feci e ritornai tutta gasata in cucina, feci subito colazione e poi strattonai mia madre fino alla ferramenta dove comprammo una vernice grigio scuro e alcuni pennelli. Arrivate a casa corsi subito in camera, spostai il letto con un po' di difficoltà, e poi mia madre mi aiutò a passare la prima mano di vernice.

Il resto della giornata lo passai a fare quello e a mettere poster e disegni sui muri. Alla fine della giornata ero veramente stanca e, mentre stavo sul letto con la musica, mi misi a leggere qualcosa prima di andare a dormire.

"Ormai manca solo una settimana all'inizio della scuola" era quello che mi ripetevo da sta mattina quindi decisi di farmi un giro per Hawkins, semmai potevo prendermi un gelato e fare una passeggiata per non pensare a tutte quelle persone con cui dovevo avere, anche se minima, una relazione sociale e con cui dovevo stare nella stessa stanza per sei ore consecutive.

Uscì di casa dopo aver avvisato mia madre e mi diressi verso la gelateria dove mi sarei comprata un buonissimo, spero, gelato che desideravo da un po'. Arrivata nell'edificio mi feci preparare un cono/una coppetta e poi la pagai, andai fuori e mi misi seduta nei posti che la gelateria offriva. Notai un gruppo di quattro ragazzi, tutti quanti sembravano della mia età quindi mi misi a guardarli sperando non mi notassero.

Il primo ragazzo aveva i capelli neri e un po' ricci, il secondo aveva i capelli ricci anche lui solo che i suoi erano castani chiaro, il terzo era di colore e aveva dei capelli neri rasati infine c'era un'altro ragazzo, capelli castani scuro a scodella. Non so come mai ma mi piacevano, era carino e le sue guance rossastre lo rendevano ancora più bello.

Notai che una goccia di gelato sciolto finì sulla mia mano, mi pulì velocemente e poi mi alzai un po' imbarazzata ed andai a stare per i boschi. Non so perché ma speravo che quel gruppetto fosse nella mia classe e, per qualche strano motivo, ripensavo a loro mentre camminavo per quel bosco non molto lontano da casa.

Gli alberi non erano molto fitti e questo permetteva al clima di essere un poco più caldo nonostante l'umidità creata dalla vegetazione, la flora era molta e poteva andare da fiori a cespugli di bacche fino a funghi che potevano essere velenosi. La fauna invece non la vedevo così tanto, si intravedevano a volte degli insetti o uccellini ma niente come porcospini, scoiattoli o coniglietti.

Corsi a casa e presi dei fogli da disegno, matita, penna e gomma, andai di nuovo nel bosco e, facendo attenzione a dove mi sedevo, mi accomodai a terra per provare a ridisegnare la vegetazione di quel mondo che mi ricordava tantissimo gli elfi e le fate. Dopo qualche ora e molti disegni notai che si stava facendo buio, mi ritirai in casa e, visto che mia madre ha iniziato il lavoro ero sola. Mi preparai qualcosa di veloce e poi mi diressi a letto dove dormì beatamente tutta la notte.

La mattina stranamente fui svegliata da mia madre per poi dirle, che per colpa della stanchezza, avrei dormito ancora un po'.
"Comunque non capisco, se dormo di più sono stanchissima quando mi sveglio e poi mi riprendo ma, quando non dormo o dormo poco sono attiva e poi muoio" furono i miei ultimi pensieri prima di addormentarmi di nuovo.

Something I'll Never Understand         [In Pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora