Prefazione - Capitolo 1

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Edenya è il primo capitolo della Trilogia dell'anima. Pubblicato nel 2019 da Lettere Animate e ripubblicato in self con Youcanprint dopo la chiusura della casa editrice, ha 4 stelle su Amazon e Goodreads. Concepito dopo una grande crisi spirituale dovuta alla morte di mia nonna, è un libro che parla di redenzione e di scelte e, allo stesso tempo, un atto di accusa contro il sistema ecclesiastico di oggi. All'inizio troverete una dedica. Anna del libro è Anna mia figlia. Il suo amore per il fantasy, il suo essere fangirl sfegatata ricalca in toto lei. Non è un personaggio di finzione, ma reale. Le poesie a inizio capitolo le scrissi negli anni universitari, ognuna è una sintesi di ciò che andrete a leggere. Sto postando Edenya su Wattpad solo perché ho piacere che più gente possibile lo legga, perché il messaggio che vuole dare è grande ed essere scrittori significa donare un seme che possa crescere negli animi dei lettori.Benvenuti su Edenya.




A mia figlia Anna B. e ai suoi fantastici quattordici anni.



Tu sei sempre stato in me 

senza che ti avessi mai visto; 

sembra che il vento che vaga 

 porti i miei pensieri al di là 

di ogni muro e contraddizione, 

verso un antro che tu non vedi, 

ma è dentro di te, solitario. 

Ti conosco da una vita, forse più, 

forse non quella che sto vivendo, 

in un passato o futuro ignoto 

di cui non ricordo che è stato o sarà. 



La stanza era in penombra, il tessuto che rimaneva delle tende copriva a malapena i vetri delle finestre, resi opachi dallo sporco accumulato negli anni. 

Le nubi oscuravano gran parte del cielo e i tuoni minacciavano un temporale memorabile. In quella stagione non erano inusuali grandinate con chicchi grossi come nocciole e venti talmente forti da spezzare i rami degli alberi come fossero stuzzicadenti. 

Angelica, madida di sudore, si contorceva nel letto disfatto, su coperte maleodoranti e così scolorite da non lasciare immaginare la tinta originale. Stringeva il lenzuolo nella mano tremula e lo mordeva per soffocare le sue urla. 

Sapeva che era vicino, lo sentiva parlare dentro la sua testa. Lo percepiva non appena chiudeva gli occhi. Cercava di allontanarlo, ma la concentrazione vacillava. Il muro che era riuscita a erigere con grande forza di volontà stava miseramente crollando, spazzato via da un dolore devastante: un sofisticato e prezioso castello di carte costruito su assi marce e traballanti. 

Non era più lucida né sicura di sé, eppure, doveva tentare di rendersi ancora invisibile a lui. Non poteva fargli capire dove si trovavano. Non poteva permettergli di portarle via ciò che di più caro aveva conquistato nella sua vita. 

La sua vita, un enigma complicato da risolvere, sin dalla nascita. Niente che potesse essere spiegato con semplici parole, nessun abbraccio confortante per darle sollievo. 

Da bambina, ogni notte, prima di addormentarsi, desiderava solo risvegliarsi dall'incubo che era la sua stessa esistenza. Ricordava lo sguardo protettivo della madre posato su di lei, il suo sorriso candido, mentre con le labbra le sfiorava la fronte e le dava il bacio della buona notte, la sua voce suadente che le raccontava delle fiabe. E mentre i suoi sensi si assopivano piano, lei esprimeva il desiderio, come se la fatidica frase "E vissero felici e contenti" fosse stata una formula magica capace di rompere la maledizione a cui era condannata tutta la sua genia. 

EDENYADove le storie prendono vita. Scoprilo ora