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"OHOH MIN FIGLIO MIO COME STAI?" Chiese il signore grosso di mezz'età dinanzi me, non sò perché ma sono stato strappato via da mio padre alla tenera età di 4 anni e affidato a varie persone nella nave che avevano voglia di tenersi un poppante come me, lui è la terza, non voglio sapere che fine hanno fatto i miei genitori di prima, ma a lui sono affezionato particolarmente.

"Bene" ridacchiai correndo verso il gigante dinanzi a me, attaccandomi alla sua gamba, strisciando lievemente la mia guancia pallida sulla stoffa pesante del pantalone.

Non ero una persona che parla o ride troppo, le uniche volte in cui rido è con Y, ovvero con lui.

Ho un amico, si, ma non parlo mai con lui, solo a gesti o tramite disegni ma...mi diverto, al contrario degli altri bambini schizzati in questa nave che vogliono perennemente giocare con quello o quel giocattolo, a me bastava anche uno sguardo, e mi divertivo.

Si chiama Jimin, è il figlio di una personaggio molto importante qui, anche se è più basso e piccolo di me mi ha aiutato tantissimo.

Non sono mai stato una persona molto sprizzante e felice, tutt'altro. Ma lui è riuscito a strapparmi anche una minima risata.

"Aya, quanto sei leggero? Cristo dio! Ora ti porto dai miei amici a fare una mangiata in angoli nascosti della nave!" Mi poggia sulla sua spalla a mo' di sacco e sorrido, non capendo il significato delle parole a lui pronunciate.

-

"Signore, cos'è mamma?" Chiesi con una pura innocenza da far piangere.
Infatti Y rimase paralizzato, in cerca di scuse da inventare.

"Leggere fa male." Disse soltanto abbozzando un sorriso prendendomi per i pantaloni facendomi ridere.

"Buonanotte Min" pronunciò poggiandomi sul secondo letto. Mi addormentai subito, senza avere il tempo di ricambiare la buonanotte.

*2 anni dopo*

"È morto." Disse semplicemente la dottoressa uscendo dalla piccola stanza blu con solo il lettino giallo, con qualche stickers attaccati nelle estremità messi da pazienti piccoli precedenti.

Mi avvicinai al corpo morto della persona a me più cara, con Jimin spiazzato dietro. Ora mi avrebbero tolto anche da Jimin, dovevo per forza uscire da questa nave e trovare una famiglia che faccia per me, la famiglia composta anche da una seconda figura, la famiglia terrenea.

Infatti, qualche giorno dopo della sua morte, fecero irruppa 3 uomini vestiti di verde alti, pronti a prendermi e portarmi fuori dalla mia nave.

"Yoon, cosa farai?" Disse il più piccolo preoccupato dal perdermi, stringendomi fra le sue piccole braccia, ma non ricambiai, pensando dove nascondermi pur di non abbandonare la nave. E fu lì che capii che per non far in modo che ciò accada, dovevo lasciarla un attimo.

Scappai dietro le scale di ruggine per scendere o salire dalla nave, in quel caso doveva scendere, quando i 3 uomini avevano iniziato a perlustrare tutta la nave.

Jimin provò a seguirmi ma sua madre lo prese in braccio, ritornando in camerata, arrabbiata con lui per l'orario, e guardò la direzione delle scale con un sorriso, mimando con le labbra carnose "non farti trovare".

"Dov'è!?" Urlò il più grosso e altro agli altri 2, irritato per la non presenza del bambino. Se non l'avessero trovato avrebbero pagato una somma indecifrabile di soldi. Ma ormai Yoongi era affezionato a quella nave, tanto da tramandare quest'ossesione anche al piu piccolo: Jimin, che non avrebbe m a i abbandonato lui e la nave.

Dopo 40 minuti di cervellamento, trovarono un bambino solo, simile alla descrizione ricevuta la mattina stessa, pelle pallida, capelli neri, occhi sottili e neri, esile e bassino. Lo presero di forza e senza più pazienza lo portarono fuori di lì, mentre i genitori del bambino, ovvero Jeon Jungkook, piangevano a dirotto non trovando il figlio, non sapendo davvero che fine avesse fatto, visto che era scappato per un battibecco avuto precedentemente.

Appena vidi i 3 uomini scendere dalla scala, salì di corsa sù, e per la mia bassa statura, nessuno mi vide mentre correvo verso lo sgabuzzino, conoscevo ogni cm di quella nave, al contrario di quei 3.

Il più magrolino fra i 3 aveva già sparso notizia che ormai io fossi sceso dalla nave, pronto ad iniziare una vita vera e con dei genitori, che siano madre e padre, due padri o due madri. Ma solo Jimin sapeva che io agile come sono, non l'avrei mai permesso, di far cambiare vita a me o semplicemente di farmi scendere dalla nave, dov'ero nato e cresciuto, in compagnia di Y e di Jimin, dimenticandomi che avevo dei genitori all'inizio di tutto.

Corsi verso lo sgabuzzino segreto ma sentii dei singhiozzi, alcuni provenivano da Jimin ma alcuni...da degli adulti (e ragazzini) che piangevano dalla notizia, non tutti avevano fatto la mia conoscenza, ma Y era molto famoso, solare e divertente, e fece conoscere il meglio di me alla gente, anche se non avevo la pelle scura come lui, i capelli castani come lui, non ero alto come lui o non ero grosso come lui, mi consideravo suo figlio.

Riflettei su quello che potessi fare in quell'istante, con ancora la mia esile mano in cerca della maniglia della porta e in punta di piedi, mi girai con lo sguardo abbassato, ed attraversai le persone che schiamazzavano piangendo, ancora ed ancora, come se a loro importasse qualcosa di me, come se io fossi quello da amare e non Y che era morto.

Eppure...alcune persone davano la colpa a me, aveva qualcosa al cervello e, con le risate fatte in compagnia come me, il problema è diventato un enigma, irrisolvibile,  e morii su quel lettino.

Vidi il mio unico amico abbracciato alla gamba della madre, e i nostri guardi si incrociarono per 2 secondi, vidi la preoccupazione nei suoi occhi, ma fu sostituita con un sorriso, facendo sparire i suoi occhietti.

.

Salii sullo sgabellino di quella sala bianca, piena di tavoli colmi di spumanti, vini e birre, porta ceneri pieni e persone ballare, il lampadario era posto esattamente a 10 metri dalla mia testa, lineata con essa.

Schioccai le dita facendo un rumore assordante e...inizia a suonare il piano forte bianco davanti a me, mille emozioni attraversarono la mia mente, ed ebbi per la prima volta un'allucinazione, vedendo in lontananza Y che rideva, mentre mi batteva il cinque, un'ultima volta.

Finita la canzone mi girai e vidi decine e decine di persone a fissarmi, fra cui Jimin al centro, che corse ad abbracciarmi subito.

"La canzone di Suga." Pronunciò una donna anziana più a sé stessa che agli altri. "Ma lui è Suga" Ribattè un ragazzo alla sua destra con un sopracciglio alzato e con il calice di vino bianco ancora in mano. "OH! Come il cantante" Disse a signora fra i suoi pensieri, facendo sbattere la mano del ragazzo sulla sua fronte.

E fu dall'ora che tutto iniziò

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 03, 2022 ⏰

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the lost shipwreck ;; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora