N°I

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LEVI POV:

Mi ritrovai ad aprire lentamente gli occhi ammaliato da una sottile luce che penetrava dalla mia finestra. Era l'alba.
Come sempre avevo lasciato uno spiraglio del balcone aperto, era quella la mia sveglia.
Guardai l'orologio poggiato nel comodino che si trovava alla mia destra: erano le 5.30. Mi alzai immediatamente e mi avvicinai alla sedia, lì erano adagiati i vestiti che preparavo ogni sera per il girono dopo. Mi guardai allo specchio. Mi facevo schifo, non avevo la minima cura di me stesso, dormivo poche ore a notte e a causa di ciò avevo dei solchi sotto gli occhi. Sembrava che un aratro avesse scavato dei solchi talmente profondi da poter vedere l'osso sotto la pelle. Ero già scheletrico di mio, il che rendeva il mio volto ancora più cavo del normale.

Dopo un buon quarto d'ora passato a fissare quella figura allo specchio mi decisi a fare qualcosa. Andai in cucina a fare il mio solito the. Presi una bustina i the nero ma non misi zucchero. Solitamente nelle giornate importanti preferivo sentire l'amaro in bocca. Quel giorno infatti avrei avuto la mia prima lezione nella nuova scuola. Ero stato assunto qualche girono prima dal preside che stava cercando disperatamente dei docenti. Non mi sarei mai immaginato di andar a fare l'insegnante ma dovevo pur campare in qualche modo.

Ormai erano le 6:30 così decisi di partire. L'istituto distava circa 30 minuti dal mio appartamento. Il giorno prima mi ero studiato il percorso che avrei dovuto fare. Sinceramente non mi piacevano i navigatori, l'idea che qualcuno, o meglio qualcosa, mi dicesse quel che fare mi faceva innervosire.

Ero arrivato nel parcheggio, in anticipo di ben un'ora. Tutto secondo i piani. Poteva succedere di tutto, così per precauzione ero partito prima.
Non feci a meno di notare l'unica macchina in tutto il piazzale. Sull'uscio del portone di ingresso c'era un uomo. Non vedevo moto bene da lontano ma non avevo dubbi. Era lui. Aveva gli stessi capelli biondi e gli occhi azzurri più della sodalite, così intensi ch si vedevano da chilometri di distanza. Era lui Erwin Smith: il preside della scuola.

Era abbastanza imbarazzante dover stare un'ora fuori ad aspettare il primo giorno con il preside. In più quel suo metro e ottantotto mi dava abbastanza sui nervi. Così decisi di rimanermene dentro alla mia auto a leggere un libro. Essendo un insegnante di letteratura avevo preso un libro a riguardo: ''la canzone di Achille''
Non avevo letto la trama del tutto però sapevo che fosse sulle vicende dell'Iliade. Presi il libro dalla borsa a tracolla e inizia a sfogliarlo. Aveva quell'odore tipico del libro appena comprato, le pagine erano morbide ma alo stesso tempo, se prese incautamente, molto affilate. Proprio per questo mi tagliai un dito, sinceramente non faceva per nulla male però mi scocciava avere quel piccolo taglietto sulla punta del dito indice.

Mi accorsi subito che qualcosa era strano in quel libro: mi si aprì un mondo. Avevi vissuto per anni nella menzogna, tutti mi avevano fatto credere che Achille e Patroclo fossero cugini, nonché amici stretti. Subito non ci credevo ma facendo varie ricerche ogni dubbio risultava chiaro e limpido.
Ho sempre avuto paura della parola ''GAY''.  Non c'era un motivo particolare, o forse si. Forse non volevo ammettere a me stesso che anche io lo ero. No non era possibile, solo non avevo trovato la donna giusta per me.

In un batter d'occhio passarono 30 minuti così mi decisi ad entrare a scuola. Non c'era io ancora gli alunni ma il preside si. Stava lì con la sua aria da superiore a scrutare attentamente ogni riga di un libro: "io non ho paura".
Arrivai in silenzio vicino all'ingresso, quasi non si accorse della mia presenza. Alzò lentamente lo sguardo fino ad incrociare i miei occhi. Le sue iridi facevano molto più impressione da vicino, erano ancora più intense, tanto che trasmettevano serenità.

ERWIN POV:

Mi si avvicinò un ragazzo, quasi non lo notai. Subito dalla statura pensai fosse uno studente, poi non appena lo vidi chiaramente, realizzai che fosse il nuovo insegnante di letteratura.

Aveva dei fini capelli nero pece, erano così delicati, a molti non sarebbero stati bene ma grazie ai suoi inusuali lineamenti questo taglio lo valorizzava ancora di più. Non riuscì ad evitare di vedere i suoi occhi, erano di ghiaccio, in tutti i sensi. Il colore era un misto tra un grigio chiaro e l'azzurro, in più il suo sguardo mi lasciò pietrificato, anzi, ghiacciato.
Questo breve scambio di sguardi venne interrotto dalla sua voce.

<<Lei è Erwin Smith giusto?>> Disse senza neanche salutare o preoccuparsi di interrompermi.
<<In carne e ossa>> replicai io accensando un sorriso<<Lei invece dovrebbe essere->> Non feci in tempo a fine la frase che quel tappo si permise di interrompermi.
<<Levi Ackerman>> Disse con tono scocciato.
<<Suppongo che, dato il tempo a disposizione, sarebbe meglio farti fare un giro della struttura>> Dissi alterato.

Lui mi guardò con aria disinvolta ma compresi che quello era il suo modo per accettare una richiesta.
Entrammo nella scuola e come prima cosa gli mostrai il mio ufficio, chiusi la porta dietro di me e ne approfittai per fare un discorsetto a quella boccaccia senza peli nell lingua.
<<Senta signor Ackerman, non ho intenzione di licenziarla il primo giorno quindi veda di prestare più rispetto, sopratutto ai suoi superiori>>
Lui mi guardò con con gli stessi occhi ma in quel silenzio percepivo come se fosse uno sguardo di sfida.
Detto ciò gli illustrai la scuola e feci una breve presentazione delle regole principali della scuola.

LEVI POV:

Appena quello con le sopracciglia più lunghe (sicuramente) del suo cazzetto finì di parlare suonò la campanella. Mi diressi verso la mia aula, entrai. C'era solo una persona. Era un ragazzo biondo con gli occhi azzurri, sedeva in ultima fila e stava leggendo. Appena si accorse della mia entrata si presento in modo n po' impacciato.
Nel frattempo entrarono tutti gli studenti, uno più maleducato dell'altro.
Dopo una breve ma completa presentazione partii con l'intendo di spigare ma fui interrotto da un ragazzino. Aveva i capelli marroni e gli occhi verde smeraldo, aveva proprio una faccia da definente.

<<Cosa vuoi>> chiesi scocciato
<<Lei è sicuro di essere un professore? Non mia sembra all'altezza>> Disse facendo scoppiare un putiferio di risate all'interno della classe.
Aspettai qualche secondo e la classe smise di ridere non appena vide che non stavo reagendo.
<<Senti moccioso, se a te fa tanto ridere il fatto che io sia basso allora perché non mi fai vedere a che quanto sei intelligente>> Replicai con tono di sfida
<<Va bene>> disse il ragazzo balbettando.
<<Allora parlami di Achille e Patroclo>> Era la mia carta vincente.
<<Mi aspettavo qualcosa di più complicato>> disse ridendo
Ovviamente aveva sbagliato così passai la lezione a spiegare in generale l'Iliade e  i nostri due cari amanti.

Appena suonata la campanella uscii dall'aula ma una voce mi fermò

ANGOLO AUTORX

Ciao ragazzx, spero che vi sia piaciuta questa prima parte, mi scuso in partenza per eventuali errori ma sono le 2 di notte al momento.

Grazie a tutti per leggere la mia storia <3

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⏰ Last updated: Feb 06, 2022 ⏰

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Il mio altro punto di vista [ERURI]Where stories live. Discover now