"Mi ami, Vinda?"

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Parigi.

Si dice sia la città dell'amore, dove le coppie nascono, litigano, vivono e si ricongiungono.

Quel giorno le sue strade, illuminate dal sole del mattino, si coloravano di mille sfumature:

Il profumo dei fiori appena sbocciati del fioraio all'angolo, le sue rose, le viole, i tulipani;

L'odore del pane appena sfornato dalla boulangerie del centro;

I brusii delle persone che correvano per le vie.

Tutto ciò saliva dalle strade, si arrampicava sui palazzi, entrava nelle finestre.

Raggiungeva due donne.

Il nuovo quartier generale, se così si poteva definire, dei seguaci di Grindelwald era proprio in mezzo alla città. Scelta strana, molti direbbero, ma era necessario per un mago come lui non dare troppo nell'occhio. Nel salotto si erano accomodate due donne: una dai capelli scuri, racchiusi in uno chignon. Indossava un vestito di raso verde e il pizzo le avvolgeva le maniche; l'altra aveva dei ricci biondi, splendenti, anche lei con un vestito, ma di una delicata stoffa rosa. La prima donna faceva Vinda di nome, ed era stata proprio lei a condurre la biondina lì. L'aveva trovata da sola, per strada, intenta a piangere. Non sapeva bene la storia, ma aveva pensato che sarebbe potuta tornare utile. L'aveva intrattenuta un po', avevano parlato, le aveva persino offerto il tè. Era passata circa un'ora quando Queenie, la donna in questione, la ringraziò e fece per andarsene. Fu in quel momento che Vinda avvertì una presenza dietro la porta, una presenza che aveva imparato a riconoscere. La fermò. "Non vuoi ringraziare prima il padrone di casa?" parlava in inglese, ma si sentivano fortemente le sue origini francesi. Vide la donna davanti a lei esitare "oh, è sposata?" chiese con quella sua voce dolce e leggera che Vinda aveva, a suo dire purtroppo, avuto l'occasione di ascoltare per ore. Quella frase però non la infastidì, anzi, la fece sorridere. Mentre gli angoli della sua bocca si inarcavano le venne in mente una scena, avvenuta pochi mesi prima, dove stranamente le avevano fatto la stessa domanda.

Era sera, le strade erano deserte, la nebbia affogava Parigi. Un leggero "bop" spezzò il silenzio, e due figure si materializzarono su un marciapiede. Iniziarono a camminare insieme, una dietro l'altra. "Pensi davvero sia una buona idea una casa qui, in mezzo ai...babbani?" la figura più indietro raggiunse la prima, in modo tale che camminassero fianco e fianco. Era Vinda, il vestito coperto da un cappotto di velluto, lo chignon nascosto da un cappello leggermente storto sulla testa. "Se la cercassi in altri posti, se lo aspetterebbero. Qui nessuno sospetterà mai di niente" le rispose l'altra figura, senza nemmeno voltarsi. Era un mago alto e sicuro si sé, dalla camminata veloce. Aveva i capelli bianchi ed era anche lui avvolto in un cappotto. Grindelwald. "Lo so, ma Silente sa comunque che sei a Parigi e..." "Ne abbiamo già parlato, Vinda" l'uomo si voltò all'improvviso verso l'interlocutrice "Credence è qui, quindi devo esserci anche io." La donna fece un lieve cenno di assenso con la testa, per far intendere di aver capito, e i due continuarono la loro passeggiata nel cuore della notte. Dopo un quarto d'ora circa arrivarono a destinazione: si fermarono davanti a un palazzo moderno, grandi finestre che mostravano le stanze dalle luci spente. Entrarono nel portone e si chiusero la porta alle spalle. Al piano terra non c'era nessuno, quindi passarono inosservati. Si diressero insieme alle scale, diretti al terzo piano. Dopo un'attenta selezione, avevano deciso che l'appartamento che c'era lì avrebbe potuto fare al caso loro. Grindelwald si fece da parte, permettendo a Vinda di passare per prima. Salirono in silenzio per gli scalini, le bacchette alla mano nel caso qualcosa fosse andato storto. Camminavano a un gradino di distanza, la donna quasi sentiva il fiato di lui sul collo. Ma la sensazione, tutto sommato, non le dispiaceva affatto. Arrivati al terzo piano, suonarono il campanello. Dalla fessura della porta videro accendersi delle luci, quando un uomo la aprì del tutto rivelando un meraviglioso salotto, pieno di mobili e di quadri dell'epoca. Vinda gettò uno sguardo a Grindelwald, e lui iniziò a parlare "signore" disse "speriamo davvero di non disturbarla" "cercavamo la nostra nuova casa" andò dritta al punto lei "e ci siamo persi. Possiamo entrare?" L'uomo sembrò un po' stranito, ma alla fine decise di farli accomodare. Fu solo quando tutti si erano seduti che arrivò anche la moglie, in una comoda camice da notte bianca. "Amore, chi era?" chiese entrando ancora mezza addormentata nella stanza, quando li vide "oh, scusate, stavate parlando!" "no, no, ci mancherebbe" rise Gellert "restate, in fondo questa è casa vostra". "I signori cercavano casa, amore" le rispose l'uomo che aveva aperto. Una coppia. Questo era un imprevisto. Vinda lanciò un altro sguardo al compagno, lui fece un cenno con gli occhi per tutta risposta. Avrebbero dovuto occuparsi di entrambi. La donna sembrò rianimarsi "ah, siete sposati?" gli occhi le brillavano, seppur l'unica luce lì dentro fosse data dalle candele accese in fretta qualche minuto prima. Anche lì Vinda scoppiò a ridere. Non era programmato, anzi sarebbe stato meglio se non lo avesse fatto, ma non resistette. Doveva ammettere che l'idea lì per lì l'aveva presa di sorpresa, ma al pensiero non ne era nemmeno tanto dispiaciuta. Chissà come sarebbero stati lei e Grindelwald, insieme...

Si accorse di essersi persa nei ricordi, strizzò un attimo gli occhi e tornò a concentrarsi sulla sua interlocutrice originaria: Queenie, ancora ferma davanti a lei. Sorrideva, come se avesse sentito anche lei tutta la storia che Vinda aveva appena ripercorso nella sua testa. Anzi, la donna ebbe proprio quest'impressione, ma non ci diede troppo peso. Anche se l'avesse sentita, non ci sarebbe stato nulla di male. Pensò piuttosto a una risposta da dare, e in fretta. Certo, non poteva dire di sì, perché loro due non erano sposati. Nemmeno stavano insieme, o si amavano. Erano colleghi, si rispettavano, questo sì. Ma niente di più. Allo stesso tempo, però, Vinda non avrebbe mai pensato di sposarsi con qualcun altro. Grindelwald era l'uomo a cui aveva giurato fedeltà in guerra, e quel giuramento per lei sembrava valesse anche un po' nella vita. "Non sposata" iniziò, mentre pensava a tutto questo "diciamo più...seriamente impegnata". Queenie sembrò felice della risposta, anche se non ebbe il tempo di controbattere che ecco entrare Gellert, proprio come Vinda si era aspettata. I due si scambiarono un'occhiata di intesa, mentre la riccia arretrava. "Io so chi sei" disse a denti stretti "che novità" rispose l'uomo "come se non ci fossimo accorti dei milioni di fogli col suo volto sparsi per la parte di città dei maghi" disse Vinda nel suo accento francese "tellement stupide" alzò gli occhi a cielo mentre si andava a mettere accanto a Grindelwald, in piedi davanti allo specchio della sala. Lui rise leggermente, poi continuò il discorso con Queenie. Per la maggior parte del tempo Vinda rimase in silenzio, a volte faceva dei commenti in francese, altre gli toccava la spalla, come in un linguaggio muto, ma aspettò che la conversazione fosse finita per parlare davvero. La donna bionda sembrava convinta, seppur ancora titubante. Lì decise di farsi avanti e la prese per mano "Cara, posso capire la tua indecisione, sono tante informazioni per un solo giorno.", le raccolse la borsa e gliela porse "vai a casa ora, rilassati, e pensaci. Se vorrai saperne di più, saprai dove trovarci." Non era la prima volta che Grindelwald la vedeva all'opera e, per quanto fosse una brava combattente, l'abilità migliore di Vinda era il suo essere molto, troppo, persuasiva. Il suo sguardo, la sua voce avrebbero saputo convincere anche il più rigido degli auror. Anche Gellert stesso si era fatto convincere più volte così. Qualche volta era semplicemente impossibile contraddirla. Molti lo dovevano al famoso fascino della casata dei Rosier, o ai comportamenti che le erano stati insegnati a Beauxbatons.

Accompagnò Queenie alla porta, e come la donna scomparve dalla vista, anche quel sorriso cordiale se ne andò dal volto di Vinda. La donna richiuse la porta, per poi girarsi di nuovo verso l'uomo con cui stava condividendo quella casa da un paio di mesi. Adesso aveva un'aria completamente diversa. Se prima sembrava cortese e gentile, adesso erano ben visibili in lei le tracce della stanchezza e del nervosismo che quella mattina le aveva procurato. Attraversò il salone e andò a sporgersi alla finestra, per un po' d'aria pura. "Seriamente impegnata? Davvero?" le giunse una voce da dietro, ironica, frizzante. Si girò per fulminarlo "non sapevo cosa dire, è già la seconda volta che lo chiedono, ricordi?" incrociò le braccia "perché mai tutti in questo mondo credono che se si condivide una casa allora si è sposati? Voglio dire, ils sont obsedes!" "Sono soltanto curiosi Vinda, tutto qua" Gellert le si avvicinò, appoggiandosi al davanzale. Prese una boccata d'aria e si girò per guardarla negli occhi "in fondo non è uso che una donna alla tua età non sia ancora sposata" fece una pausa per squadrarla "e nemmeno che viva con un uomo". Vinda lo fulminò di nuovo "oh mais allez!" questa volta lo sguardo fu seguito da una leggera spinta, data dal palmo della sua mano appoggiato sul petto di lui, coperto da una camicia bianca. Non fece in tempo a ritirare la mano che lui la afferrò, stringendone il polso nella sua mano "che poi, se ci pensi, non è nemmeno un'idea così tanto maligna". La guardò negli occhi, uno sguardo profondo, che non aveva bisogno di spiegazioni. La donna per distrarsi provò a ritrarre la mano "Gellert..." sussurrò, ma era troppo tardi. L'uomo le avvolse una mano intorno alla vita, mentre l'altra ancora stringeva l'esile polso. Dal canto suo, la donna sentiva il battito del suo cuore da sotto il palmo, mentre seppur non volesse i loro sguardi si incrociavano di nuovo. Mai, in tutte le loro missioni, si erano trovati così vicini, così intimi. L'occhio bianco dell'uomo era per la donna quasi una calamita, non riusciva a staccarsene, a privarsi della sua vista. "Mi ami, Vinda?" chiese e la donna sussultò, seppur non lo diede a vedere. Sentiva il cuore in gola, batteva a un ritmo ben diverso dal normale. Deglutì a fatica. "Perché io sì". La pressione sul suo busto raddoppiò, spingendola ancora più in avanti. La testa scattò lievemente all'indietro, mossa dal contatto con l'altra. Si strinsero, ancora e ancora, quasi a formare una cosa sola, mentre le loro labbra si cercavano, si volevano.

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⏰ Last updated: May 04, 2022 ⏰

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Vinda x Grindelwald - One ShootWhere stories live. Discover now