Untitled part

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BLESTEMUL DALCA

Quella settimana il vecchio cinema di Heaven, per festeggiare Halloween, avrebbe riesumato le vecchie pellicole di alcuni celebri film horror. Tutta la città si era radunata nelle uniche due sale per guardare "Dracula", i più anziani avrebbero commentato come al solito quanto i vecchi film fossero migliori, mentre i più giovani si sarebbero fatti quattro risate, per finire c'era Caleb che continuava a chiedersi cosa ci facesse lì, quando a lui i film horror non piacevano nemmeno, vecchi o nuovi che fossero. Lui non voleva nemmeno venire ma, come gli disse la signora Carpenter "Suvvia ragazzo! Non fare l'asociale e vieni con noi al cinema. Ci sarà tutta la città. Anche quel brontolone di Robert". Gran donna la signora Carpenter sarebbe dovuta entrare in politica, secondo suo marito avrebbe anche potuto convincere il diavolo a comprare del ghiaccio e Caleb di questo non dubitava affatto.

Un'ora e mezza dopo, Caleb uscì dal cinema sbuffando e ripromettendosi di non farsi più convincere a guardare un film horror. Si incamminò solo soletto, lanciando ogni tanto qualche sguardo al cielo nuvoloso e promettente pioggia; ad un tratto, passando vicino ad un vicolo gli sembrò di vedere una luce ma guardando meglio, pensò di essersi sbagliato "Sapevo che non era una buona idea guardare quel film. Asociale o no". Per sicurezza affrettò il passo e arrivò di corsa a casa; dopo essere entrato chiuse a chiave la porta e guardò fuori dalla finestra – l'unico lampione della strada illuminava poco, come se non bastasse, la pioggia che aveva cominciato a cadere rendeva la visione quasi nulla. Caleb sospirò e decise che la sua improvvisa paranoia fosse dovuta al film, così scelse di abbandonare la sua postazione e andare a dormire. Non fece in tempo a muoversi che, dopo aver sentito un forte dolore alla nuca, perse i sensi.

                                                                                    XXXXX

Non ricordava quanto fosse stato incosciente, ogni tanto gli sembrava di sentire delle vibrazioni e nell'ultima parte di viaggio gli sembrò di essere su un'amaca, per via del forte dondolio. Fu la luce a svegliarlo – era disteso su un letto a baldacchino dai tendaggi porpora, da dove si trovava riusciva a vedere il pavimento di pietra così come i muri, un armadio di noce e una piccola porta in un angolo. Si sedette lentamente per via del mal di testa e di un forte capogiro, aspettò qualche minuto prima di alzarsi; si avvicinò all'unica finestra della stanza e guardò fuori. Si sfregò gli occhi un paio di volte, convinto per un attimo di essere finito in un film o al limite di essere tornato indietro nel tempo "Dove accidenti sono finito?", la stanza si affacciava su un ampio cortile cinto da late mura di pietra che in alcuni punti erano stati erosi dalle intemperie, ciò che però attirò di più la sua attenzione fu il lago che lo circondava e che si tingeva dei colori dell'autunno. Il rumore della porta che si apriva lo fece voltare di scatto, non sapendo cosa aspettarsi, diede le spalle alla finestra e attese di vedere chi sarebbe entrato; un uomo sulla sessantina entrò spingendo un carrello con dei piatti coperti da una cloche e una bottiglia d'acqua, indossava una divisa da maggiordomo che gli dava un'aria elegante, i capelli grigi erano tirati indietro e la corta barba era ben curata. Un paio di occhi azzurri tendenti al grigio lo squadrarono attentamente "Vedo che si è svegliato", Caleb strinse i pugni e deglutì "Dove mi trovo?", l'uomo non rispose ma scoperchiò il piatto per mettere in mostra quello che sembrava spezzatino e del riso pilaf. Caleb non si mosse, guardò il piatto con sospetto e ripetè la domanda, questa volta con un tono più arrabbiato "Dove. Mi. Trovo?", l'altro posò il piatto e la bottiglia su un tavolo in un angolo che l'attimo prima non aveva notato "Mangi. Dopo potrà incontrare il barone" si inchinò e chiuse la porta.

La sua diffidenza verso il cibo venne presto sconfitta dall'istinto di sopravvivenza, il piatto venne ripulito e la bottiglia prosciugata, si appoggiò al vetro della finestra e cercò ancora di capire dove si trovasse, ciò che vedeva però non gli era molto d'aiuto – il lago era circondato da una foresta di querce e betulle, in lontananza gli sembrò di vedere gruppi di pinete che crescevano lungo il versante montuoso, il tutto alle tinte del rosso, del giallo e del verde -, sbuffò irritato "Potrei essere ovunque. Una cosa però è sicura: non sono in Asia o in Australia. Europa?". Perso nelle sue elucubrazioni, non si accorse di nuovo della porta che si apriva e la voce del vecchio maggiordomo rischiò di fargli prendere un infarto; l'uomo non fece una piega e senza dare spiegazioni rimise il piatto e la bottiglia sul carrello, prima di uscire si fermò e gli fece cenno di seguirlo "Il Barone vuole parlarle. Mi segua".

Blestemul Dalca - Avventure di uno scrittore 9Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt