CAPITOLO 1: i brutti ricordi

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Non la sopporto piú, davvero, mi sono stancata di questa famiglia ospitante, voglio tarnare dalla mia famiglia. Salgo le scale e mi chiudo in camera sbattendo la porta con violenza e lanciandomi sul letto sbottando in un pianto malinconico e isterico.

Afferro il mio telefono facendo cadere una lacrima sullo schermo, aprendo le foto e iniziando a sfogliarle. Non manca molto alla partenza, solo un giorno e finalmente torneró dalla mia famiglia, nella mia amata scuola e dai miei amici. Vi starete chiedendo dove sia in questo momento, beh a Los Angeles. Lo so, non male. É un'anno che non vedo mia madre Joyce, i miei due fratelli Will e Jonathan e tutti i miei amici.

Esco dalla mia camera con gli occhi rossi e gonfi sentendo quella mocciosa di mia sorella, o meglio, la mia sorella ospitante, correre su e giu per il corridoio, un passo falso e l'avrei schiacciata "Marie la pianti di correre avanti e indietro per il corridoio!? Vuoi che ti venga sopra?" le dissi con i nervi a fior di pelle mentre mi guardava con quel suo sguardo finto innocente da bambina viziata.

Mi dirigo verso la cucina, al piano di sotto, per prendere un bicchiere di succo tornando poi verso la mia camera. Qua mi sento fuori posto, le grandi cittá non fanno per me, sono abituata alla mia piccola Hawkins, dove si conoscono piú o meno tutti e c'é tranquillitá. Qua a Los Angeles si sentono costantemente macchine, dappertutto, la sera non si dorme per via delle feste fatte dai ragazzi della mia etá. A scuola ci sono solo figli di papá raccomandati e sono pochi quelli come me, forse é per questo che non sono riuscita a farmi nemmeno un'amica, o meglio, l'avevo, ma poi ha deciso di comportarsi da stronza e mi ha rimpiazzata.

Torno in camera mia e appena chiudo la porta sento il telefono vibrare, era Will che mi faceva una videochiamata. Corro sul letto afferrando il telefono e rispondendo "WILL!" entusiasta con gli occhi che brillavano "sorellina, mi mancavi troppo, come stai?"chiese il ragazzo dall'altra parte "tutto bene Will, sono in camera e mi bevo un succo, dicicamo che mi annoio.. voi come state? Com'é andato il diploma eh?", mio fratello Will é piú grande di me, io devo fare l'ultimo anno e lui invece ha finito quest'anno mentre Jonathan ha lasciato la scuola da 3 anni e ora fa il giornalista con la sua ragazza Nancy che personalmemte adoro, "benissimo, abbiamo fatto una festicciola tutti insieme, ma senza di te non é la stessa cosa.."disse mentre il suo sorriso scompariva e con il suo anche il mio "oh no Will non fare cosí ti prego, un giorno alla mia partenza davvero resisti". Io e will siamo sempre stati una cosa sola anche se sono piú piccola, mi ha sempre protetta, "saranno 13 ore di volo y/n sei pronta?" sento una voce di sottofondo, era Max! "Max?! Non sapevo fossi con Will.." dissi spalancando gli occhi "in veritá..." Will appoggia il suo telefono e mi fa vedere tutto il gruppo che giocava a Dangeons&Dragons. Ridacchiai con le lacrime agli occhi e facendo un cenno di saluto con la mano davanti allo schermo. Una figura si avvicina a Will urlando "y/n mi manchi troppo torna ti prego!" "Jane! Manca poco al giorno della partenza tranquilla!" la mia amica sorrise mandandomi un bacio che afferrai con la mano "tranquillo Will sta con gli altri, ci sentiamo domani mattina" "va bene sorellina, ti voglio troppo bene ricordalo" sorrido a quelle parole cosí dolci e attacco la chiamata.

Mi stendo sul letto bevendo il mio succo e chiudendo piano gli occhi, domani é un nuovo giorno.

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Mi sveglio con il suono della mia sveglia e subito balzo giú dal letto correndo a vestirmi, finlamente lasceró questo posto e questa famiglia di merda. Mi vesto mettendomi la mia maglietta a righe colorata con la salopette che mi aveva regalato mamma prima della partenza. Mi trucco un po e finisco di sistemare la valigia. Una volta finito mi affaccio sul tetto per poter vedere quando sarebbe arrivato il taxi, sono super ansiosa, non vedo l'ora di salire su quel dannato aereo e volare di nuovo nella mia cittadina. Vedo in lontananza l'auto e cosi scendo dal tetto, prendendo la valigia e correndo al piano di sotto svegliando tutti, ovviamente l'ho fatto apposta. Mi apposto davanti la porta e appena suonano il campanello la apro "si salve sono io Y/n Byers andiamo su" do la valigia la tassinaro per poi girarmi verso la famiglia ospitante che mi guardava con aria di disprezzo. Mi avvicino alla donna, guardandola con pena "mi raccomando Rosita, ripensi a me quando sua figlia diventerá una stronza con le palle quadrate" le diedi due pacche sulle spalle per poi uscire dalla porta facendo un bel dito medio a tutti e tre, finalmente libera cazzo.

Salgo sul taxi che mi porta in aereoporto in pochissimo tempo. Tiro fuori il passaporto e tutte le altre stronzate e mi preparo per gli infiniti controlli dell'aereoporto di Los Angeles. Arrivata alla sala d'attesa mi siedo su una delle sedie aspettando che mi facciano salire sull'aereo. Un ragazzo si siede vicino a me lanciandomi qualche sguardo. Dopo qualche minuto mi giro anche io verso di lui per potergi chiedere se avesse bisogno di qualcosa "oh no sta tranquilla solo, penso di averti gia vista da qualche parte..forse a scuola" mi disse il biondo "oh no impossibile a scuola stavo sempre da sola" affermo io ridendo "non qua a Los Angeles, a Hawkins" questa frase mi spiazza, é di Hawkins? Perché non riesco a ricordare chi sia, viene anche a scuola con me. Abbasso lo sguardo verso la sua va- borsone? Perche ha un borsone e non una valigia per andare a Los Angeles? "u-uhm non lo so.." riporto lo sguardo sul borsone dalla quale vedo uscire una giacca bianca e verde, sembra quella della squadra di basket della mia scuola "aspetta aspetta perche hai la felpa dei Tigers?" (la squadra della mia scuola si chiama Tigers) "beh sono il capitano" disse il biondo ridendo. Ti prego Dio fa che non sia "Jason?!" urlai io nel mezzo dell'aereoporto, lui sbottó in una risata portando l'indice davanti alle labbra per dirmi di stare zitta "non ci credo sei tu, ma che ci fai qua..." chiesi ancora sconvolta dalla cosa "sono andato a trovare dei parenti, dovre farla io questa domanda a te" per caso pensa non sia abbastanza ricca per permettermi una vacanza a Los Angeles? "che vorresti insinuare con questo?" chiesi buttandomi sulla difensiva "oh niente tranquilla! Sono sono sorpreso e felice di vederti qua!" dopo quella affermazione mi tranquillizzo un po accennando un sorriso. Rimanemmo a parlare per tutto il tempo d'attesa, non mi ero mai accorta di quanto fosse simpatico in fondo, molto in fondo. Mi ha spiegato che suo padre aveva seguito la madre ad Hawkins per amore ma che in realtá é un uomo di classe di Los Angeles e che lo aveva mandato li per vedere i suoi nonni paterni "non mi hai ancora detto perche sei qua Byers" alzai gli occhi al cielo spiegandogli poi che ero anche io a Los Angeles non per una vacanza ma un viaggio studio.

Finalmente l'attesa era finita, le assistenti di volo iniziano a farci imbarcare sul nostro aereo allora io e Jason ci alziamo prendendo ognuno le proprie cose "ci vediamo a Hawkins Y/n Byers" mi sorride andando verso l'ingresso. Io rimango li bloccata per qualche attimo per poi entrare anche io, ancora non riesco a crederci, ho parlato da sola con Jason, il capo della squadra di basket...no non riesco ancora a crederci.

Prendo posto sull'aereo e aspetto la partenza sentendo il cuore battere a mille, finalmente torno a casa dopo un anno di depressione, digiuno. Un anno passato totalmente sola, senza mia madre che mi da il bacio della buonanotte o Will che mi accompagna dappertutto, oppure Jonathan che mi fa le foto di nascosto. Amo cosi tanto la mia famiglia perche nel suo piccolo é speciale, é unica. Per fortuna si é concluso un capitolo infernale della mia vita ma sono pronta ad aprirne uno nuovo a casa.

L'aereo decolla e la terra diventa sempre piú piccola, quasi inesistente. Tutti i brutti ricordi rimarranno qua in California mentre i bei ricordi mi aspettano all'aereoporto di Hawkins a braccia.

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