Being friends

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Louis aveva terminato l'ultima lezione della giornata e, per fortuna, dell'intera settimana; il professor Meyer non lo vedeva di buon occhio, tanto per cambiare, quindi quest'anno avrebbe dovuto mettersi d'impegno per raggiungere un risultato quantomeno passabile.

"Ehi Louis!" si voltò al sentire la voce squillante di Medelaine (forse?) che lo stava raggiungendo all'uscita di scuola. La neve cadeva copiosa in quella gelida giornata di inizio dicembre, e Louis non vedeva l'ora di potersi sedere sulla sua amata poltrona in salotto dinanzi al focolare.

"Ehi! Medelaine, giusto?" le fece un sorrisino sghembo, mentre osservava più di un gruppo di persone in lontananza guardarli  con curiosità e speranza.

"Si, in persona" ammiccò la ragazza, prima di consegnargli un volantino. "Stasera non puoi mancare, ci sfuggi sempre in un modo o nell'altro, ma spero che questa sarà la volta buona in cui poterti beccare ad una festa", dopodiché gli fece un occhiolino sfacciato mentre tornava dalle amiche, per poi lasciarsi andare con loro ad un risolino eccitato.

Louis sapeva che le persone intorno a lui lo fissavano nella speranza che questa volta partecipasse all'evento, ma non era colpa sua se in un modo o nell'altro, inconsciamente, finiva con l'avere altri piani.

"Questa volta ci andrai?" una dolce voce profonda gli giunse da dietro, prima che la persona in questione gli poggiasse il mento sulla spalla e strofinasse delicatamente il naso nel suo collo.

Louis sorrise socchiudendo gli occhi a quel contatto; amava quanto Harry fosse timido col resto del mondo ma che con lui fosse molto più spontaneo, non riusciva a farne a meno. Si girò verso di lui mettendogli le mani sui fianchi mentre il minore gli sorrideva dolcemente lasciando che un leggero calore si espandesse sulle sue guance.

"E lasciarti tutto solo di venerdì sera? Nah, credo che passerò" gli disse mentre, sempre con quel suo sorrisetto impertinente, gli sistemava i capelli dietro l'orecchio. "Sono cresciuti parecchio, vedo". Harry lo guardò imbarazzato toccandosi a sua volta i capelli "Si, forse dovresti accompagnarmi a spuntarli un po' " propose, scrollando una spalla con finta noncuranza. Per il riccio il parere di Louis contava molto, non avrebbe mai voluto che al suo migliore amico non piacessero i suoi capelli. Forse proprio per la stima che aveva di lui, probabilmente.

Il più grande lo guardò per tutto il viso prima di leccarsi le labbra pensieroso e, accarezzandogli la guancia con un dito "Falli crescere ancora di più. Ti donano più lunghi".

Harry boccheggiò guardandolo negli occhi blu cielo meravigliato, e avrebbe voluto dirgli quanto a lui donasse qualsiasi cosa, invece, ma si bloccò su quel pensiero quando il liscio lo prese per mano e lo trascinò verso l'autobus da prendere.

"Mi puoi ripetere perché non guidi mai l'auto il venerdì?" gli chiese mentre si lasciava condurre verso il viale apposito.

"Te l'ho detto mille volte Haz" il più grande roteò gli occhi al cielo mentre però stringeva più forte la mano di Harry. "Non guiderò anche di venerdì, ho bisogno di essere scortato come un re, almeno un giorno a settimana. Perchè continui a farmi credere di non meritarmelo?" Si voltò verso di lui col labbro inferiore in fuori, assumendo un'espressione fintamente triste. Il più piccolo avrebbe voluto prendere il suo labbro tra due dita e tirare delicatamente, ma era convinto che quello sarebbe stato un gesto troppo palese persino per il tipo di rapporto instaurato con Louis. Erano molto fisici, ma sapeva che il più grande non fosse interessato al suo, ehm, genere. A lui andava benissimo essere suo amico, il suo migliore amico tra l'altro. Non poteva chiedere di meglio.

In un moto di sconsideratezza, Harry lo ammise. "Mi piace guardarti guidare" e sentire il suo tocco nell'interno della coscia dopo aver cambiato marcia, ma quello era un altro discorso. Louis lo guardò con gli occhi curiosi "Ah si?" se lo tirò addosso frenando brevemente la loro camminata a passo veloce. "Ti eccita vedere un bel ben di Dio come me alla guida, Harold?" gli chiese scherzando a pochi centimetri dal suo viso.
Harry si fece paonazzo ma emise una risatina forzata spingendolo leggermente "No, idiota" e invece. "Però mi rilassa, sì, te lo concedo. Questo autobus mi fa venire lo sbocco per quanti fossi prendiamo al minuto" sbuffò, ma poi si ricordò che, anche se in maniera più velata, avrebbe comunque avuto più libertà di far rilassare Louis con le sue mani, avvolgerlo tra le braccia, accarezzargli i capelli...e sapeva di doverla smettere di partorire certi pensieri.

You are my BabeWhere stories live. Discover now