Tra i banchi di scuola

781 42 6
                                    

Manuel si trova tra i banchi di scuola di nuovo. Ma stavolta, non nella stessa classe di una volta.
No, perché Manuel è stato bocciato e adesso ha dei nuovi compagni.

Vorrebbe non trovarsi in quella situazione lì, vorrebbe non aver deluso ancora una volta sua madre, vorrebbe anche lasciare la scuola e iniziare a lavorare, ad essere adulto.
Ma non lo fa e la ragione di tutto questo è un po' la persona che gli è seduto accanto.
Simone Balestra.

Lui e Simone non hanno iniziato col piede giusto.
La prima volta che Manuel gli ha posato lo sguardo, ha pensato "questo è un pariolino del cazzo".
Simone è tutto quello che lui non è.
È, per prima cosa, il più bravo della classe. È ferrato in matematica e si atteggia a so tutto io ogni volta che la Girolami gli fa un complimento.
La sua gentilezza ai suoi occhi appare come qualcosa traducibile in spocchioso, indossa solo camicie, i suoi capelli sono sempre ordinati, l'aspetto è fin troppo pulito per un sedicenne.
Persino la sua ragazza, Laura, sembra essere stata confezionata apposta per lui. Anche lei sembra esser l'esatto contrario della sua Chicca.
Un po' si dispiace per la biondina, Manuel, perché Simone, pur essendo apparentemente un bravo ragazzo, la tratta come se fosse un gingillo, come se fosse un gadget dato in dotazione ai perfettoni per fare bella figura nelle presentazioni.
Per concludere, si è da poco scoperto che è figlio del professore di filosofia, anche se le cose non sembrano andare troppo bene tra loro, ma tant'è, avrà pure i voti regalati.

Dio, non lo digerisce.

Per tutti questi motivi, non riesce a smettere di mettergli le mani addosso. Anche se spesso è lui a prenderle.

Manuel prova delle sensazioni strane quando accade. Un po' è fiero quando sente il proprio corpo a terra, schiacciato da quello dell'altro, è soddisfatto di ogni loro sfioramento perché significa che è riuscito a scalfire almeno in parte la sua maschera di perfezione.
Gli verrebbe quasi da urlare ai suoi compagni e ai suoi professori "vedete? Non è così impeccabile come sembra."

Quel giorno in palestra però forse hanno esagerato. Sono stati addirittura portati in presidenza.
Il risultato è che sono rimasti indietro e adesso si trovano da soli negli spogliatoi della scuola, entrambi intenti a cambiarsi.

E Manuel non può evitare di far scorrere il suo sguardo sul fisico di Simone che è, ancora una volta, perfetto.

Ormai non riesce a trovare nessun altro aggettivo nella sua testa.

È quasi imbarazzato quando, non riuscendo a frenare la lingua, gli chiede: "Fai qualche sport?"
"Sì", gli risponde l'altro, squadrando invece il suo fisico asciutto di cui, adesso, quasi se ne vergogna, "gioco a rugby".
Il più basso alza gli occhi al cielo, mica poteva aspettarsi uno sport normale da Balestra?
Poi lo sente dire ancora "lo sai, se praticassi anche tu uno sport, sfogheresti la tua rabbia altrove."
"Non me pare però che tu ce riesca, c'hai sempre sto palo al culo", risponde secco.
L'occhiataccia che gli riserva Simone, non crede la dimenticherà mai.

***

Quando torna a casa, Manuel viene accolto dal viso deluso di sua madre Anita.
Chiaramente, è venuta a sapere della scazzottata in palestra. Si sente in colpa nel giro di pochissimi secondi.
Sua madre si fa in quattro notte e giorno per mandarlo a scuola, per pagargli i libri e lui, come ringraziamento, gli regala solo una collezione di insuccessi e una sfilza di due in pagella.

"Manuel, ancora? Quando smetterai di fare il cretino con quel tuo compagno e inizierai a studiare per bene?", il suo tono però non è mai arrabbiato, piuttosto appare affaticato dalla situazione.
Ora è quasi sicuro che sua madre abbia visto, dal registro elettronico, anche l'esito dell'interrogazione di latino di quella mattina.
Non le risponde, non potrebbe comunque fare nulla per sollevarle il morale, quindi si dirige in camera sua, trascinando i piedi come se una palla di sensi di colpa fosse attaccata lì e ne rallentasse i suoi movimenti.
Si stende sul letto, sospira.

Sta per fare una cazzata.

Prende il telefono, cerca, tra il gruppo whatsapp della sua classe, l'elenco dei contatti, trova quello che sta cercando.
Sospira di nuovo.

Se la causa di tanti richiami in presidenza è Simone Balestra, sarà proprio lui a risolvere, almeno in parte, i suoi problemi scolastici.

"Sì? Chi è?", sente dire dopo appena tre squilli.
"Ciao, sono Manuel", risponde.
"Manuel?"
"Manuel quello de scola, ma quanti ne conosci, scusa?!", si è già pentito di quella scelta, non poteva chiedere a qualcun altro?
Ma dall'altra parte sente Simone dire "Sì, ti ho riconosciuto, sono solo un po' sorpreso. Dimmi."
E Manuel non è mai stato una persona a cui piace chiedere favori agli altri, soprattutto se tra gli altri c'è quell'insopportabile Balestra. Non crede si abituerà mai a quella sensazione di imbarazzo che prova quando è con lui, a quella paura di essere giudicato come non all'altezza.
Tuttavia, non è un favore, quello che gli sta chiedendo, dopotutto, lo pagherà. Cerca di tranquillizzarsi in questo modo.

"Senti, mi servono delle ripetizioni", dice.

*********
Note:
Mi sono sempre chiesta come sarebbero potute andare le cose, se i ruoli di Manuel e Simone fossero invertiti e quindi eccomi qui a partorire quest'idea stupida di cui, probabilmente, mi pentirò subito.

Nel mio immaginario, ovviamente Simone riconosce subito Manuel a telefono, mentre per sostituire il bisogno di avvicinarsi dei due, le ripetizioni hanno rimpiazzato il tatuaggio.

Fatemi sapere cosa ne pensate 🥺 sono le prime volte che scrivo.

What if...?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora