Castello Hernandez

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Kiss me hard before you goSummertime sadnessI just wanted you to knowThat, baby, you the best

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Kiss me hard before you go
Summertime sadness
I just wanted you to know
That, baby, you the best

Summertime Sadness – Lana Del Rey


Sono arrivato a casa, in Florida, per passarci l'estate. La prima non trascorsa in nord Europa, dopo molti anni. La prima senza i ragazzi.
Ero giovanissimo, quando andai via, ed è strano essere qui da solo, ora. Allo stesso tempo però, sono contento di poterne approfittare per trascorrere del tempo con papà. Gli anni sono volati e lui s'è fatto anziano, era la mia roccia e di colpo si è indebolito. A guardarlo ora, sembra un arco usurato dalle stoccate della vita. Il suo legno robusto si è curvato sotto i dardi degli acciacchi e dei dispiaceri, eppure resta la mia rocca incrollabile.

Dal piano inferiore l'acqua della piscina mi invita: quasi quasi scendo a fare un tuffo. Babbo ne ha apportati di cambiamenti a quella che, un tempo, è stata la mia stanza. Non ci sono più i poster dei cantanti appesi alle pareti, né il letto a castello che occupavamo io e mio fratello Mike, da ragazzi. È stato sostituito da uno matrimoniale in stile shabby, come chiesto da Amanda. La mia ex moglie ha sempre avuto buon gusto: diceva che quel tipo di arredamento chiaro ci stava bene per una villa al mare come la nostra. Mi sembra davvero di far caso solo ora a questi particolari.

La parete laterale che ospita la cabina armadio è ormai troppo grande solo per i miei vestiti. Avverto una fitta al petto, osservando la parte di essa che dispone di due letti a scomparsa. Ricordo ancora quando papà provvide personalmente a trasformare le stanze nel modo più confortevole possibile, man mano che la famiglia crebbe e arrivarono nuore, generi e nipotini. Del resto lo spazio lo permetteva e questa casa è sempre stata grande, anche troppo, fin da quando noi Hernandez eravamo solo in cinque: mamma, papà e i tre pargoli di casa.

Mi sembra una vita fa e la malinconia si affaccia tra i ricordi delle varie ricorrenze, dalle più datate alle più recenti, quando tutte le camere erano piene di schiamazzi gioiosi, in più lingue, dall'inglese, al tedesco di Amanda e dei suoi parenti, fino allo spagnolo. Piene del pigolio dei bambini e del profumo delle carni cotte sulla brace accesa sotto il patio; il suo odore acre permeava ogni ambiente, persino al piano superiore, dove le porte rimanevano chiuse per evitare che gli odori della cucina penetrassero nelle camere da letto.

Sulla scia di queste istantanee sbiadite, ho sempre più voglia di scendere a fare un bagno. La calura delle quattro del pomeriggio, in Florida, è insopportabile e pure quella dei miei pensieri fermi su un passato dolceamaro che non tornerà comunque, se non per tormentarmi con una nostalgia terribile e che non voglio.

Il mio sapiente padre ha provvisto la piscina, per fortuna, di un pergolato laterale che ne lascia una parte in ombra perché l'acqua si mantenga a una temperatura decente anche per chi voglia nuotare nelle prime ore pomeridiane. Così, disceso in boxer da bagno e ciabattine, accomodo il telo di spugna, che porto in spalla, sui lettini di legno e il fragore del tuffo che accompagna il mio slancio verso la fonte del mio ristoro è l'unico rumore che rompe la quiete ovattata di un afoso pomeriggio estivo.

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