𝐁𝐔𝐑𝐍𝐈𝐍𝐆 𝐃𝐄𝐒𝐈𝐑𝐄

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1982

L'avverarsi di un sogno.

May era lì, che continuava a buttare uno sguardo verso il pubblico, ma la tenda e la luce bianca proveniente da fuori le impedivano di guardare meglio. 

La attraversò un brivido e rimase lì per qualche secondo di troppo, cominciando a portarsi dietro tutti i dubbi. 

A qualcuno sarebbero piaciuti? A qualcuno sarebbe anche solo minimamente interessato di che cosa avevano da offrire quei tre ragazzini di quindici anni? Uno che nemmeno frequentava la loro scuola e quei due che nessuno riusciva a capire se fossero fratelli o meno, che si presentavano con una chitarra e una batteria, con quei vestiti così strani, persi e confusi a metà, indecisi se vestirsi meglio o rimanere in jeans e felpa come sempre. Che avrebbero suonato qualche canzone strana di dieci o vent'anni prima, da far storcere il naso ai professori e scambiare occhiate ai compagni. 

"Hey, tutto a posto, May?" 

Matt era comparso dietro di lei senza che se ne accorgesse. Lei si girò, troppo in fretta. 

"Ti stai di nuovo masticando i capelli?" Chiese subito dopo quando la vide, con una ciocca di capelli castani infilata a metà nella sua bocca. Un'abitudine disgustosa, un rimasuglio di quando era piccolina che era sicuramente il caso di abbandonare. Ma Matt queste cose non avrebbe mai osato dirle, tantomeno pensarle. Era la persona a cui May teneva di più fra tutte, non aveva fratelli ma lui era la cosa più vicina a un fratello che poteva immaginare. 

Buttò indietro la ciocca. "Dovrei tagliarli, prima o poi..." Mormorò.

"Sì, così poi mi sentirò costretto a tagliarli pure io." Anche Matt infatti aveva i capelli abbastanza lunghi, almeno per gli standard dei ragazzi. Erano dello stesso colore della sua amica, e in generale si somigliavano abbastanza. 

"Non è colpa mia se non hai libero arbitrio!" Rise May, l'ansia che cominciava a sollevarsi. Matt ci riusciva quasi senza provare.

"Dai, tra poco tocca a noi, cominciamo a scaldarci." Disse Matt, provando a rigirarsi le bacchette della batteria nelle mani. Una di queste cadde, rimbombando nel silenzio del dietro le quinte. 

Gli altri ragazzi si girarono e lui la raccolse scusandosi. 

Dal palco si sentì Micheal, uno dei ragazzi più grandi, che li annunciava.

"E adesso, per dare un po' una svolta alla serata, i Dangerous Thorns, che ci suoneranno Immigrant Song dei Led Zeppelin!" Sembrava genuinamente volerli incoraggiare, immaginando che la reazione non sarebbe stata delle migliori. 

Non era la canzone, che May, Matt e il loro amico Rick avevano scelto accuratamente. Era tutto il resto che la spaventava. Sapere che qualsiasi cosa avesse fatto, qualcuno avrebbe avuto da ridire. 

Tutti e tre si scambiarono un sorriso di incoraggiamento e salirono sul palco.

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2019

Era di nuovo lì, su un palco, dopo tutti quegli anni. 

Quegli anni in cui si era nascosta, in cui aveva finto che nulla fosse mai successo, mentre tutto intorno a lei cercava di ricordarglielo.

E finalmente aveva risposto a quella chiamata. Non sapeva perché proprio in quel momento, ma sapeva che era il momento perfetto. 

Aveva paura, come quella prima volta da ragazzina. Ma che cos'altro aveva veramente in comune con lei?

Quasi quarant'anni prima era su un palco montato nella palestra della sua scuola, assieme ai suoi amici, che ora non vedeva da troppo tempo. Aveva paura di sbagliare, di fare qualche figuraccia da film e di venire derisa per tutta la vita. 

Adesso era su un palco enorme, con persone che facevano avanti e indietro, nel pubblico migliaia di sconosciuti. La paura c'era ancora, ma era paura di deludere, deludere tutte quelle persone nel pubblico e altre sparse per il mondo che avevano aspettato per più di vent'anni lei e gli altri che si stavano preparando lì intorno. Tra loro non c'era Matt a poterla consolare. 

Provò a immaginarlo da qualche parte nel pubblico, e sorrise. Sperò fosse davvero lì.

Voleva trovarlo e dirgli che ce l'avevano veramente fatta. Non erano più i Dangerous Thorns, si chiamavano Burning Desire ora. Erano di sicuro più anziani e molte cose erano cambiate, ma ce l'avevano fatta. 

May cercò di mantenere questo pensiero l'unico nella sua mente mentre cominciava a suonare, cercando di ignorare che sì, ce l'avevano fatta, ma ne valeva la pena? "Certo che sì" si rispose. Aveva riparato tutti gli errori che aveva commesso, ripreso tutto quello che aveva perso e superato ogni cosa negativa che le era successa. 

Nei limiti del possibile, certo.

Quante cose aveva perso che non avrebbe mai più ritrovato? Quanti errori erano troppo grandi per essere riparati? 

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𝐁𝐮𝐫𝐧𝐢𝐧𝐠 𝐃𝐞𝐬𝐢𝐫𝐞 - 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐚𝐝 𝐎𝐂Where stories live. Discover now