IL RITROVAMENTO

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CAPITOLO I

Il ritrovamento

C'era voluta più di mezz'ora per arrivare nel punto in cui la boa segnalava il ritrovamento. Del resto, la barca che aveva noleggiato era più adatta a una battuta di pesca che a una missione archeologica. Victoria, però, era soddisfatta. Oltretutto, assorta com'era nel controllare per l'ennesima volta che tutta l'attrezzatura fosse pronta, non aveva neppure la percezione di ciò che c'era intorno a lei. Il mare era piatto come una tavola. Il calore, malgrado fossero solo le otto di mattina, era già quasi insopportabile, tanto da farle desiderare di immergersi senza la muta, tuttavia, sia pur riluttante, la indossò. I tre studenti, che le erano stati assegnati dal professor Basile, la imitarono. Erano al loro primo recupero e lei era davvero preoccupata che, più che un aiuto, fossero un peso inutile. Non aveva avuto scelta, il professor Basile le aveva commissionato quel lavoro importante e lei aveva bisogno di supporto. Con le finanze che aveva a disposizione, l'offerta che il professore le aveva fatto non era opinabile, per loro sarebbe stata un'esperienza indimenticabile e per lei un gradito risparmio.

Quando la barca fu ancorata al fondale, Victoria indossò il cappuccio della muta e la maschera, alzò il pollice verso i suoi ragazzi, si sedette sul bordo della barca e, inclinandosi all'indietro, s'immerse in acqua. Il mozzo, un ragazzo del posto con una bellissima carnagione ambrata e un sorriso perennemente stampato sulla faccia, dall'imbarcazione le gettò i palloni. Victoria s'infilò l'erogatore in bocca e, con un colpo di reni, s'immerse, seguita dai suoi aiutanti, nelle profondità dell'oceano Atlantico.

Dentro quell'immensità di acqua blu zaffiro, piccoli pesci multicolori nuotando mutavano di forma al banco, per non diventare una facile preda. La ragazza si godeva questo spettacolo, mentre seguiva la corda tesa che li avrebbe portati diritti al ritrovamento, presumibilmente una grande statua, quando, improvvisamente, la vide. Rapita dall'eccitazione, smise di guardarsi intorno, focalizzando il suo sguardo su quell'ammasso d'incrostazioni, che la rendevano quasi invisibile ad un occhio poco esperto. Non c'era tempo per osservarla da vicino, ora era il momento di agire.

Si concentrò per procedere all'operazione di recupero. Organizzò, velocemente e a gesti, il lavoro dei suoi studenti, gesti che aveva ripetuto nella sua testa fino allo sfinimento, per non incorrere in errori che avrebbero potuto comprometterne l'esito. Insieme disposero i palloni tutto intorno al perimetro della statua; era più grande di quanto l'avesse stimata con l'ecoscandaglio, e Victoria pregò, in cuor suo, di non avere sottostimato anche la portata dei palloni. In sincrono, li attaccarono alle bombole di riserva, e questi iniziarono a gonfiarsi. Rimasero a pochi metri di distanza, in attesa che avvenisse il miracolo, e finalmente accadde. Il blocco informe si staccò dal fondo dell'oceano, opacizzando l'acqua intorno a sé con la sabbia che aveva smosso.

Pur incantati da quello spettacolo, iniziarono a risalire. Victoria quasi non respirava quando, finalmente arrivata al punto in cui era obbligata a fermarsi per compensare, volse il suo sguardo verso il fondo. Vide con sollievo che la statua stava risalendo senza intoppi e pregò che continuasse così. Arrivata in superfice, mantenne il viso sott'acqua, in trepidante attesa. Quando finalmente i palloni emersero, fece cenno ai suoi ragazzi di seguirla. Con delicatezza guidarono i palloni accanto alla barca, dove aveva sistemato la grossa rete che avrebbe avvolto il ritrovamento. Trascinarla a riva a nuoto sarebbe stato troppo difficile, perché la spiaggia era lontana. Avrebbe avvolto la statua in una grande rete, fissandola all'argano della barca.

Non fu uno scherzo mettere in pratica ciò che aveva progettato, ma, quando finalmente riuscirono a imbragarla mettendo un grosso pallone tra la statua e lo scafo, Victoria risalì, sollevata. Diede disposizioni al capitano dell'imbarcazione di usare la velocità minima: ogni scossone poteva compromettere tutto il lavoro. Aveva noleggiato una gru e un trattore con una grande pala, si mise in contatto con l'impresa che li aveva forniti, per dare indicazioni sull'orario in cui sarebbero arrivati al molo. Mentre, lentamente, raggiungevano la riva, pensò al lavoro immane che l'attendeva nei mesi successivi. Le incrostazioni, a quanto aveva potuto vedere a un primo sommario esame, erano veramente importanti. Considerato che i ragazzi sarebbero dovuti tornare a Palermo a breve, le sarebbero venuti i calli alle mani.

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⏰ Last updated: Aug 03, 2023 ⏰

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