9.Abitudine

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Sbuffai,girando il mio cocktail che avevo davanti da un po',ma che non riuscivo a finire.

Ero uscita con Eleonora quella sera,ma avevo la testa totalmente altrove:ferma a quella sera della partita a casa mia.Mi ero comportata male con Theo,e il pensiero continuava ad invadermi la testa da due giorni.

A lavoro,ero stata attenta a non incrociarlo e lasciare le sue visite quotidiane a Matteo.Non volevo incontrarlo dopo quella sera a casa mia:provavo quasi veggongna per essermi messa così tanto in imbarazzo con lui.
Lo avevo offeso,e persino per i suoi standard.Mi sentivo in colpa,perché in quel momento avevo soltanto pensato al mio stupido piacere,senza preoccuparmi che finalmente eravamo riusciti ad avere un momento nostro.

«Se non lo vuoi più,lo bevo io.»commentò Eleonora,indicandomi il mio quattro bianchi fermo immobile.

Scossi la testa e cercai di buttare giù velocemente quel drink.Mi ero fatta forza ed ero uscita di casa,anche se non ne avevo minimamente voglia perché quelli erano stati giorni pesanti a lavoro.

Tutti i ragazzi,si stavano preparando a partire per Verona,dove si sarebbe tenuta la partita del fine settimana.Nel mio ufficio quindi,c'era un via vai continuo di persone e stavo completamente nel pallone.

«Cos'hai Bi,ancora che pensi a Theo?»mi domandò la mia amica.Ero proprio assente quella sera,e mi dispiaceva perché non avrei visto Eleonora per un po'.Lei e Edoardo per rimediare al loro litigio,avevano deciso di partire per una settimana e mezza a Parigi.«Vorrei scusarmi con lui,non mi sono comportata come avrei dovuto:mi sento in colpa.»confessai sbuffando.

«Non devi colpevolizzarti così tanto:capita a tutti di trascurare le esigenze del partner in un momento del genere.»mi rispose,cercando di consolarmi un po'.«E poi perché non lo fai?Scusati con lui,rimedia agli sbagli.»

«Non ho neanche il suo numero.»risposi scuotendo la testa.«Ti accompagno a casa sua,così puoi parlarli e dirli che ti dispiace.»continuò,alzandosi dalla sedia e lasciando al barista una banconota da 20 euro.

«Sei pazza?Non posso presentarmi così da lui,non so neanche se è in casa.»

«Se non è a casa ti scuserai un altro giorno,ma ora sali e andiamo.»disse,aprendo la portiera della macchina.

Potevo benissimo rifiutarmi categoricamente di andare,Eleonora non mi avrebbe mai costretta,però sentivo di volerlo fare.Mi sentivo così in colpa che la notte in cui mi lasciò a casa da sola,non dormii per niente.Theo non se lo meritava un trattamento simile:non dopo che lui era stato sempre abbastanza rispettoso nei miei confronti.

«Ti importa davvero di lui:sei sicura che siano solo sensi di colpa?»mi domandò Eleonora, facendo partire la macchina.«Si,nulla di più.»dissi soltanto.

Era ovvio che non erano solo sensi di colpa a tormentarmi la mente:mi importava di Theo e mi importava di sapere che lui avesse una buona considerazione di me.

«Perchè pensi che si sia offeso così tanto?Insomma,io capisco:non l'ho neanche guardato,però a lui non sembrava dispiacere il fatto che fossimo vicino dal fare sesso.»commentai,chiedendo a Eleonora che sulla mente maschile,sapeva sempre cosa dire.

«Partiamo da questo:Bi,io penso che lui non è offeso con te.»rispose,svoltando la curva.Aggrottai le sopracciglia scuotendo la testa:che intendeva?

«Theo ha bramato così tanto il momento di averti,che voleva vederti coinvolta.Secondo me lui ha pensato che per te non valesse niente,per questo ha reagito così.»

Pensai che in parte l'affermazione di Eleonora fosse vera:ma perché a Theo avrebbe dovuto importare così tanto?Anche per lui era solo una scopata quello che voleva.Sapevo quanto fossimo diversi,quanto non andassimo d'accordo su tante cose e non capii cosa c'era di così scandaloso dall'essere concentrata solo sul mio piacere.

Una linea così sottile/T.HDove le storie prendono vita. Scoprilo ora