Menta e Amarena

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Il caldo era ancora soffocante, nonostante fossero le sette di sera. Mi ero trattenuto sotto la doccia più del necessario e quando ero uscito dal bagno non mi ero preoccupato dei capelli che mi gocciolavano sulle spalle.

Con l'asciugamani in vita ero sgattaiolato giù in cucina e avevo tirato fuori un ghiacciolo alla frutta dal freezer: mia madre aveva una vera e propria ossessione per i ghiaccioli alla frutta.
Quando ero piccolo e mia madre voleva passare una serata tranquilla, in terrazza, me ne metteva sempre tra le mani uno di quelli all'amarena, per farmi stare buono.
Anche quando non aveva ancora un lavoro fisso e la dispensa non straripava certo di cibo, io sapevo per certo che quando avrei aperto il freezer ne avrei trovato almeno una confezione, se era estate.

L'aveva resa una specie di tradizione di famiglia.

All'epoca credevo ancora che i suoi preferiti fossero quelli alla menta: quelli di colore verde, che io evitavo sempre.
L'avevo presa in giro per un sacco di tempo, prima di rendermi conto che li preferiva proprio per permettere a me di scegliere tra gli altri.

"Guarda che ho preso pure gli altri gusti", mi aveva detto, quando mi aveva visto mangiarne uno verde per la prima volta.
Mentire era stato facile. "Nun t'ho detto che ho scoperto che er gusto menta è er meglio? Mo capisco perché sceglievi sempre quello"

Per questo, anche quel giorno, scelsi il ghiacciolo alla menta e mi rinfrescai le labbra con quel familiare sapore... di dentifricio.

Non era male. Sicuramente era rinfrescante. Con gli anni avevo cominciato ad apprezzarlo di più.

«Guarda che poi il pavimento lo asciughi te»

Mia madre comparve in cucina all'improvviso, vestita di tutto punto. Fissava i miei capelli bagnati con un'espressione indignata.

Da quando ci eravamo stabiliti momentaneamente nella villa di Simone, aveva sviluppato una sorta di ossessione per la pulizia. La sua apprensione mi appariva completamente ridicola e dubitavo che Dante ci avrebbe messo alla porta per un po' d'acqua sul pavimento.

«'Ndo vai, vestita tutta elegante?» chiesi, sventolando il ghiacciolo per indicarla da capo a piedi.

Non rispose subito. Era troppo impegnata a tirare fuori dal ripostiglio uno straccio pulito. Me lo porse insieme allo scopettone.
«Esco. E quando torno te voglio trovà a casa»

La osservai, scettico. «A mà, guarda che stai a fa' più tardi te la sera che io. Sto aspettando ancora che me dici chi è sto principe azzurro che te fa' tornà sempre a casa co 'n soriso a trentadue denti»

Rise e mi schioccò un bacio sulla guancia. «Eh, se le cose continuano così può esse che t'ho dico»

Scossi la testa e staccai di netto un pezzo al ghiacciolo, gustandolo sulla lingua congelata. «'uona se'ata» dissi a bocca piena. «E diglie che nun mordo, te può pure venì a prende qua davanti»

Mia madre rise di nuovo, mentre usciva dalla porta. «Te piacerebbe, ficcanaso».

Come a confermare la sua affermazione, mi affacciai alla finestra per guardarla andare via.
Come sempre, camminò tranquilla sulla strada sterrata fino a confondersi con la vegetazione e sparire dalla mia vista. Immaginavo che l'uomo misterioso l'aspettasse alla fine della strada.

Era un mistero che per un po' mi aveva infastidito parecchio. Mia madre sapeva benissimo che non avrei mai fatto niente di più impegnativo che affacciarmi alla finestra, per saperne di più, perché di vederla insieme a un altro idiota che l'avrebbe ferita di nuovo non ne avevo parecchia voglia.

Per un po' ero stato scostante e nervoso, ma poi ero mi ero reso conto di non averla mai vista così sinceramente felice.
Tanto che mi ero ricordato di quella nuova consapevolezza di sé di cui mi aveva parlato tempo prima, di quell'uomo che aveva conosciuto e di cui si era innamorata che aveva definito diverso. Mi ero detto che forse quel misterioso uomo non era così irraggiungibile come aveva raccontato. Forse era lui a renderla felice.

E allora tutto è cambiato - raccolta OSWhere stories live. Discover now