17.San Siro

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Guidare mi aveva sempre rilassato.Mi aiutava a scacciare via le frustrazioni e a mantenere la calma quando ero nervosa.Avrei potuto guidare per ore senza sapere dove stavo andando.
Quel giorno,dovevo lasciare mio fratello alla stazione di Busto Arsizio,perché anche se si sarebbe dovuto fermare qualche giorno,era potuto stare poco perché a lavoro lo avevano chiamato per ricoprire diversi turni.

«Sei sicura che non vuoi venire con me?Ti farebbe bene qualche giorno con mamma e papà a Cinisello.»mi spiegò Christian,aspettando l'arrivo del suo treno.«Vorrei,ma devo lavorare Chri.Saranno giorni impegnativi e non posso andarmene così.»dissi sospirando.I miei genitori mi mancavano terribilmente,volevo vederli e passare del tempo con loro ma non riuscivo mai a fare combaciare i miei impegni e del tempo con loro.

«Sorellina,miraccomando.»disse abbracciandomi forte.«Stai tranquillo,tu fai attenzione,sai che puoi venire qui quando vuoi.»risposi,accarezzandoli la schiena.«Digli al francese che se ti fa male,io replico lo stesso,lo sai.»aggiunse ridendo e staccandosi dal nostro abbraccio.«Ti voglio bene Chri.»commentai,salutandolo e lasciandolo andare.

Aspettai che il suo treno arrivò e solo quando lo vidi salire sopra,misi in moto la mia auto per andarmene dalla stazione.Ogni volta faceva un po' più male salutarlo,ma iniziavo a farci l'abitudine.Quel giorno,avevo finito il mio turno di lavoro presto,per fortuna l'infermieria si stava svuotando,e rimanevano solo delle visite di controllo che occupavano metà giornata.

A Milanello,c'era un'aria diversa dal solito.Sembrava quasi come se nessuno si parlasse più.Le uniche conversazioni che sentivo dei ragazzi,erano inerenti ai loro allenamenti.Non c'erano più sempre le solite feste in grande,ora tutti i ragazzi avevano iniziato a lavorare in modo costante e serio.Anche chi non era disponibile si presentava comunque agli allenamenti,per farne alcuni personalizzati e poi venivano per fare i controlli ogni giorno.

Dopo quel giorno a casa sua,risalente a tre giorni prima,non avevo più visto Theo.Lui aveva allenamento il pomeriggio e io lavoravo il mattino.Mi dispiaceva non vederlo,perché non era quello che volevo.Speravo solo che capisse dove stava sbagliando,nulla di più.Per lui non era un periodo facile,lo capivo,ma non doveva sfogarsi su di me perché io volevo soltanto aiutarlo.

Tuttavia,poteva contare sul fatto che aveva un fratello che era risultato essere molto altruista.Io e Lucas ci eravamo messi d'accordo,o almeno,lui mi aveva aiutato a fare la maggior parte delle cose:

Theo sarebbe uscito a cena con suo fratello,mentre io entravo a San Siro.

Già,perché quale modo migliore di dimostrarli quanto vale,nel posto in cui dà sempre tutto se stesso?
Avevo intenzione di farli capire,quanto quello stadio lo amava,quanto i tifosi lo adoravano e quante emozioni poteva avere ,dando il meglio di sé.

Guidai fino allo stadio,aspettando il messaggio di Lucas che mi diceva che erano nelle vicinanze.Avevo il cuore che mi batteva forte,lo sentivo quasi come se potesse esplodermi fuori dal petto da un momento all'altro.

Per me era impossibile tenere a bada le emozioni,sopratutto cercare di tenere i sentimenti dentro di me.Sapevo che quasi sicuramente,avrei detto a Theo di essere innamorata di lui.Però sentivo che ancora non era il momento giusto.Volevo essere sicura dei miei sentimenti e anche dei suoi.

-siamo arrivati,vai dentro.

E poi arrivó il messaggio di Lucas.Sospirai,scendendo dalla mia auto ed entrando verso il campo di San Siro,grazie alle chiavi che Lucas era riuscito ad avere in qualche modo a me sconosciuto.Avevo in mano uno striscione che avevo fatto per lui,che mi ero portata dietro ed era piuttosto ingombrante.

Arrivai in mezzo al campo,proprio dove ancora con la bomboletta,era disegnato il centro-campo.Iniziai a tremare,ero in ansia piena perché non sapevo come lui l'avrebbe presa.Se bene,perché poteva farli piacere o male,perché magari pensava che qualcuno di noi lo stesso provando a compatire.

Una linea così sottile/T.HWhere stories live. Discover now