Perdono

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Amare te è facile (come odiare la polizia) 

Amare, per Simone, è sempre stato facile. 

Al contrario, essere amato non è mai sembrato essere il suo destino.

Amare Jacopo era stato facile quando avevano tre anni e lo è ora che lui ne ha diciotto e di suo fratello non rimane altro che qualche video e un centinaio di foto incollate in un album di famiglia che sua - loro? - madre ha tenuto nascosto in soffitta per tanti, troppi, anni. Per Simone è facile amarlo quando durante il suo compleanno esprime due desideri invece di uno e gli parla per aggiornarlo su quello che gli succede, anche se l’unica risposta che ottiene è lo sguardo penetrante di un bambino che ormai esiste solo all’interno di una foto incastonata in una lapide. Eppure Simone lo ama. Lo ama come se fosse ancora lì. Lo protegge quando specifica con ogni persona che per lui diventa importante che no, non è figlio unico, che aveva un gemello è che il suo nome era Jacopo. 

E’ facile, amarlo. Il cuore di Simone scoppia quando lo pensa e si immagina come sarebbe potuta essere una loro ipotetica vita insieme, se lo avrebbe amato allo stesso modo in cui lo ama ora che non c’è più. 

Sicuramente lo avrebbe fatto, non ha dubbi, ma magari non in modo così incondizionato. Forse ogni tanto si sarebbe arrabbiato; magari Jacopo gli avrebbe rubato troppo spesso il caricabatterie oppure avrebbe lasciato sempre i capelli nella doccia e Simone lo avrebbe rimproverato. 

Così descriverebbe l’amore per Jacopo: incondizionato. 

Eppure Jacopo non lo ama. O almeno, lo aveva fatto in passato - così gli aveva confidato Floriana una sera quando con un calice di vino stretto in una mano e gli occhi velati di lacrime gli aveva confessato che non se lo sarebbe mai perdonata se non gli avesse mai detto che Jacopo stravedeva per lui. 

A Simone piace crederci, ma Jacopo non è lì con lui e allora vola spesso con la fantasia, mentre è seduto davanti alla sua lapide. Vola in un mondo in cui Jacopo ha avuto la possibilità di crescere e di amarlo. Incondizionatamente. 

Gli piace immaginare che sarebbero stati gli opposti, ma che si sarebbero voluti bene comunque. Pensa che Jacopo sarebbe stato estroverso, intelligente ma per le materie umanistiche, come Dante,  e bravo a fare amicizia. 

Incondizionatamente ama anche i suoi genitori, seppur in modo diverso. Forse perché sono vivi e le persone vive sbagliano, soprattutto se sono due genitori che hanno appena perso un figlio. 

Simone ama sua madre quando la chiama ogni sera per assicurarsi che abbia mangiato, lo fa in attesa del suo ritorno e quando ritorna. Non se la prende mai con lei. Capisce la sua necessità di distacco, ora più che mai. 

Così come capisce perché Dante se ne sia andato tutti quegli anni fa. Forse Dante lo ha amato più di tutti, perché l’ha odiato maggiormente e per più tempo. La sua assenza è stata quella che ha sentito di più. Prima era la sua presenza ad essere di troppo, quando andava alle medie e stava seduto sulle scale avvolto da una copertina rossa con sopra ricamato Spider Man dalla quale non si staccava mai mentre in cucina sua madre piangeva con la testa tra le mani. Piangeva per ore e ore e ore. Si calmava solo quando Dante tornava a notte fonda e allora iniziavano le urla. 

Anche allora viaggiava con la fantasia, Simone. In un mondo in cui i suoi genitori si amavano tanto quanto lui amava loro. 

Quando Dante se ne era andato, lo aveva odiato.

E quando era tornato era bastato poco perché tornasse ad amarlo. Dante era e sarebbe sempre restato suo padre e Simone non riesce a non aggrapparsi con le unghie e con i denti alle persone che tornano, ancor di più a quelle che non se ne vanno. 

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⏰ Last updated: Jan 06 ⏰

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