A volte sogno di essere sottoterra

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In famiglia non abbiamo mai affrontato l'argomento Vanessa. Non è nel nostro stile esternare le emozioni, preferiamo marciscano dentro per evitare ogni dibattito. Certo, al funerale abbiamo pianto, c'è stato qualche abbraccio e una pacca sulla spalla qua e là, ma mai ci siamo fermati a chiedere come stavamo. Come stavamo davvero. Io e Paolo ci siamo perfino astenuti dal fare domande a Nicole quando, la sera dell'incidente, è tornata a casa in lacrime. Chi l'aveva avvertita? Noi no di sicuro perché l'avevamo appena saputo, e la notizia ci aveva distrutto. In quella circostanza c'è scappato più di un abbraccio, ma nei giorni a seguire c'è stato il ritorno alla nostra routine atarassica. Ricordo che quella volta mi era corsa incontro piangendo. Empatia, ci siamo detti io e Paolo, tutto qua. Del resto le due sorelle hanno sempre avuto un legame incredibile sin dalla nascita, sono uscite dal mio utero mano nella mano già in sintonia l'una con l'altra. Non le si vedeva mai bisticciare, andavano d'accordo su tutto; semmai erano loro a formare una coalizione contro di noi e chissà perché la spuntavano sempre. Per certi versi era inquietante quel loro modo di comportarsi, tanto che avevamo pensato di spedirle da qualche strizzacervelli. Già, perché non era solo la mancanza di litigi ma un insieme di eventi che a ripensarci adesso fa pure tenerezza ma all'epoca ci aveva lasciati un po' frastornati. Fatto sta che alla fine ci eravamo convinti di essere ottimi genitori e forse lo eravamo davvero, chissà, magari lo siamo tuttora, e insomma avevamo accantonato l'idea di appellarci a un guru esterno. Nel frattempo le ragazze crescevano, sviluppando finalmente dei tratti che le separavano in maniera più netta e grazie a dio non era più necessaria la lente d'ingrandimento per sforzarsi a capire chi fosse Nicole e chi Vanessa. Da piccole avevano lo stesso timbro vocale, gli stessi modi di fare e se non volevano essere riconosciute ti toccava stare al loro gioco: distinguerle diventava impossibile. Erano diaboliche, perché consce del potere che avevano. Devono aver fatto scambio anche durante qualche lezione a scuola, ne sono certa. Per loro era un gioco, per me e Paolo qualcosa di sinistro, fuori dal nostro controllo e che di conseguenza non potevamo interrompere. Col passare degli anni, per fortuna, hanno deciso di fiorire su due rami diversi. Nello sviluppo, Nicole si era fatta più sensuale; lei se n'era accorta e per non sciupare un tale fisico aveva cominciato a curare il suo corpo con un certo metodismo. Cominciò a lavarsi con cura maniacale e prese a cospargersi di crema dappertutto; alla comparsa di un brufolo anziché disperarsi mascherava l'intero volto con argilla verde prima di andare a dormire. I brufoli erano dovuti allo strafogarsi eccessivo di cioccolato, cosa di cui non poteva fare a meno: ne era dipendente, ma ben presto dovette smettere perché l'allergia oltre all'acne le provocava forti emicranie. Lasciò crescere i capelli. Si alzava all'alba per spazzolarli davanti allo specchio sino ad avere le braccia stanche. Di rado indossava vestiti che non mettessero in risalto le sue curve. Aveva le natiche sode. Quando l'oculista trovò delle imperfezioni ai suoi occhi, passò ore davanti ai cataloghi e le ci vollero dei giorni per scegliere gli occhiali più adatti a lei, sebbene per gran parte del tempo portasse lenti a contatto. Lavorò anche sulla voce; da stridula qual era la portò su una tonalità più suadente, e la fece sua. Non era una poco di buono, attenzione. Per certi versi era più timida di Vanessa, che aveva deciso di tuffarsi nei libri e aveva adottato un'acconciatura corta imposta dal fastidio provocato dai capelli ognivolta che chinava la testa sulle pagine. Anche Vanessa si era dovuta sottoporre a una visita, ma sin dall'inizio aveva preferito le lenti a contatto agli occhiali, e ho sempre pensato che l'avesse fatto per non dare l'idea di essere troppo intelligente, cosa che invece è. Ha sempre puntato più sulla simpatia che sull'aspetto, difatti il suo abbigliamento risulta sempre un po' sciatto.

La vita di Nicole non è cambiata granchè dalla morte di Vanessa, è sempre la stessa. Per lei è come se nulla fosse accaduto, e ciò un po' mi turba, ma non ne ho mai fatto parola nemmeno con Paolo. Siamo piuttosto loquaci finché non si tratta di toccare argomenti spinosi. Ci teniamo tutto dentro fin quando non passa e finora ha funzionato; non siamo mai esplosi. Esistono coppie peggiori della nostra, coppie che scoppiano nonostante si dicano tutto quello che passa loro per la testa. Forse è questo il nostro segreto: l'affinità tra me e Paolo si regge sulle cose non dette, manteniamo alta l'attenzione perchédobbiamo scervellarci in ogni momento per comprendere lo stato d'animo l'uno dell'altro e così facendo ci sforziamo a lavorare sui nostri difetti senza mai interagire in modo diretto.

A VOLTE SOGNO DI ESSERE SOTTOTERRADove le storie prendono vita. Scoprilo ora