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Per tutto l'allenamento mi sentii tanto osservata e qualche volta qualcuno veniva in panchina a bere e mi chiedeva il mio nome e altro.

Poi finalmente alle 18:00 l'allenamento finì. Io mi alzai e andai verso Héctor.

«ora possiamo andare?» chiesi io.

«ma secondo te, io potrei mai uscire mezzo sudato senza fare una doccia dopo l'allenamento» disse lui.

«muoviti, vatti a fare la doccia, e non perdere tempo» dissi io sbuffando.

Tutti i calciatori uscirono dal campo ed entrarono in spogliatoio per farsi la doccia.

Io rimasi in una sala che c'è vicino gli spogliatoi.

Dopo circa 30/40 minuti finalmente uscì dallo spogliatoio sia Héctor e anche gli altri giocatori.

«potevi prendertela più con calma» dissi io ironica.

«Héctor l'hai portata ironica sta volta» disse un ragazzo ridendo con i capelli marroni.

Héctor si mise a ridere.

«che vol dire» dissi io.

«che di solito non le porta così ironiche come te» disse il ragazzo.

«vabbè va, andiamo noi che è meglio» mi dice Héctor.

«appunto, che sono già le 19:00 e noi non abbiamo fatto ancora nulla» dissi io.

«dove lo facciamo?» mi chiese lui.

Io e Héctor usciammo da dove il Barcellona faceva gli allenamenti.

«o a casa mia o a casa tua, sennò mica puoi farlo in strada» risposi io.

«vada per casa tua?» mi chiese lui.

«va bene» dissi.

Ci fu qualche minuto di silenzio, nel frattempo che arrivammo fuori.

«io ora avrei una domanda, tu come ci fai ad a arrivare a casa, se ancora non hai la macchina» dissi io.

«c'è Pedri» mi disse lui.

«ah ok» dissi io.

Salimmo in una macchina nera, di un ragazzo che si era già presentato in campo durante l'allenamento.

«Héctor ti porto a casa tua?» chiese lui.

«no, aspetta» disse Héctor.

«com'è l'indirizzo di casa tua» mi chiese sempre Héctor.

Dopo aver detto il mio indirizzo e dopo aver assistito a una lunga conversazione tra Héctor e Pedri delle varie partite, arrivammo a casa mia.

Scendemmo dalla macchina e andrai a casa mia insieme a Héctor.

«Nicole sei tornata finalmente, dove sei stata?... ah è lui chi è?» mi chiese subito mia mamma, quando vide che con me c'era anche Héctor.

«mamma lui è Héctor, un mio compagno di classe e dobbiamo fare un compito per scuola» dissi io.

Héctor salutò mia mamma.

«Nicole hai visto che ora sono, ti sembra l'ora di fare i compiti, perché non li hai fatti pomeriggio invece di uscire non so dove» mi disse mia mamma.

«ne parliamo dopo» dissi io.

«non è colpa sua, io sono anche un calciatore del Barcellona e dovevo prima finire l'allenamento e il compito e da fare insieme» disse Héctor, quasi difendendomi.

«va bene, ma l'importante che non fate tardi, io vi porto una pizza» ci disse mia mamma.

Io e Héctor salimmo in camera mia e iniziammo a prendere i libri che ci servivano, e anche dei quaderni.

Solo uno dei due Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora