Addio BoscoBolla ciao Hogwarts! (2022)

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Non conosco la mia storia, anzi, sarebbe meglio dire che non conosco la mia vera storia. Venni abbandonata dai miei genitori biologici al di fuori di un orfanotrofio magico di Londra chiamato "La lacrima della fenice". La direttrice, la Signorina Bell, mi trovò una notte sulle scale della sua Struttura avvolta in una copertina eccentrica, dai colori rosso ed oro, con ricamato sopra il mio nome: Rose. A quanto pare, nonostante i miei genitori non mi volessero, ebbero comunque la decenza di non rendermi una bambina senza nome.

I miei genitori adottivi, Alethea ed Oliver Pletamburg, mi presero con loro quasi subito dopo il mio arrivo all'Istituto, ed è proprio per questo motivo che non ricordo nulla del mio periodo di soggiorno in quel luogo triste e colmo di voci gioiose e desiderose di amore. L'unica persona, con cui ho tutt'ora rapporti, legata all'Istituto, è la direttrice. Infatti, la Signorina Bell, verso il compimento dei miei 5 anni, riapparve con la scusa di essersi dimessa dal suo ruolo in mondo tale da diventare la mia istitutrice privata di canto.

Questa cosa all'epoca, nonostante fossi solo una bambina, mi parve molto strana, in quanto qualche mese dopo la mia adozione io e la mia famiglia ci trasferimmo in Italia ed, inoltre, non avevo mai fatto richiesta ai miei genitori di iscrivermi a qualche corso di canto. Essendo sempre stata una bambina molto esuberante e senza paura di far valere le mie idee, chiesi con noncuranza, e forse anche con un pizzico di fastidio nella voce, quando mai avessi espresso il desiderio di imparare a cantare. I cari mamma e papà, con la solita battuta pronta e composta, mi risposero che sentendomi canticchiare qualche sigla dei cartoni babbani, sottolineandomi che mi era proibito vederli, secondo loro era giunto il momento di perfezionare quella voce bianca un po' troppo acuta per le loro orecchie delicate.

Nel corso della mia infanzia non ho mai avuto altri amici al di fuori della mia Istitutrice. Fui regalata nel maniero Pletamburg, una casa molto austera ed imponente posizionata su un'alta collina brulla della Toscana. Il canto, quindi, diciamo che è stato il mio unico sfogo e grazie alle eterne lezioni di vocalizzi della Signorina Bell iniziai a sostituire il mio stonato e casinaro canto con uno più dolce ed armonizzato.

Al compimento dei miei undici anni pensai di essermi liberata della Bell, perché finalmente, come per qualsiasi mago e strega della mia età, era giunto il momento di imparare ad utilizzare i miei poteri. Vivendo in Italia e avendo genitori superprotetti, ma allo stesso tempo amorevoli e pieni di cure nei miei confronti, non ho mai pensato di poter frequentare una delle tre scuole di magia e stregoneria più famose del mondo magico. Per questo motivo mi iscrissi a Bubblewoods aka BoscoBolla. Purtroppo, però, il mio desiderio di intraprendere un viaggio da sola venne mandato in mille pezzi dalla presa di coscienza che le lezioni con la Bell non si sarebbero fermate.

BoscoBolla, non sarà stata Hogwarts o Beauxbatons, ma ci andava molto vicino. Era una scuola più che dignitosa per la lunga e potente casata dei Pletamburg. Fin dal primo anno mi feci notare dagli insegnanti e dai miei compagni, era la prima in ogni corso. Gli anni passati rinchiusa nella biblioteca del maniero per saltare le lezioni della Signorina "Ti devi allenare o perderai tutto ciò che hai imparato", hanno portato i loro frutti. Mi piaceva studiare, ma allo stesso tempo mi piaceva fare marachelle. Ed proprio grazie a una di queste che ho potuto incontrare il mio attuale migliore amico: Giovanni Merzi!

Giovanni, era un bambino magrolino e molto nerd, infatti era quasi sempre al centro di ogni scherzo dei più grandi. Un giorno, però, mentre cercavo di far espellere dal di dietro di uno di questi bulli dei fuochi d'artificio, qualcosa andò storto. Mentre questo bestione di ragazzo brufoloso emetteva puzzette all'odore di polvere da sparo, un'altro bulletto del gruppo tutto pustole se la prese con il piccolo ed innocuo Giovanni. Non sono riuscita a trattenermi, nel vedere quell'individuo scagliare un grassoccio pugno sulla faccetta occhialuta del mio coscritto, mi misi tra loro con la bacchetta sguainata. Lanciai un incantesimo che trasformò il bulletto di terza in un essere mezzo mago e mezza iguana. Non era una bella vista, ma oltre ad aver ricevuto una bella strillettera da casa e una punizione coi fiocchi da parte del preside Messley, avevo ottenuto il mio primo vero amico.

Con gli anni io e Giovanni diventammo inseparabili, al punto che la gente pensava che stessimo insieme! Una grossa ed immessa follia! Si, certo, il ragazzo era venuto su bene. Aveva imparato a suonare la chitarra, aveva messo su muscoli con il Quidditch, tolto gli occhiali e diventato un gran sciupafemmine, ma no grazie. Era come il fratello che non ho mai avuto. Anch'io crescendo, come lui, non ero male. Mi era venuto un corpicino mica da ridere, esile ma con le curve nei punti giusti, anche se non mi piaceva mostrarle. Una capigliatura boccolosa rossa sangue che mi incorniciava il viso pallido e lentigginoso, che faceva impazzire mezza popolazione studentesca maschile. Non ho mai capito perché potessi piacere a qualcuno. Si, mi piacevano gli scherzi, si ero una di compagnia, ma ero quasi sempre scuola-biblioteca-lezione di canto. Non avevo una grande vita sociale al di fuori di Giovanni. Questa mia domanda, però, non troverà mai una risposta, perché durante l'estate del quarto anno ricevetti una missiva da parte della preside McGranitt di Hogwarts. Mi voleva nella SUA scuola! Io! Nella lettera di ammissione la McGranitt scrisse che nonostante sapesse che il quinto anno fosse un anno particolare per i ragazzi della mia età che dovevano andare in contro ai G.U.F.O.; mi riteneva una studentessa in grado di poter affrontare il cambiamento ed il trasferimento in un'altra nazione. Infatti, grazie ai miei voti, secondo la preside ero sciupata a BoscoBolla e che dovevo avere la possibilità di frequentare una delle migliori scuole.

All'arrivo della lettera da parte di Hogwarts non ero molto sicura per come l'avrebbero presa i miei genitori e Giovanni; e soprattutto non credevo che mi avrebbero mai permesso il trasferimento. L'arrivo della missiva cadde proprio durante un periodo di vacanza sulle coste Amalfitane con i miei genitori e il Dongiovanni Giovanni. Il periodo perfetto per chiedere una cosa del genere a mamma e papà, infatti, durante le vacanze sono molto più propensi a dirmi sì a qualsiasi cosa. Durante la cena della stesa giornata dell'arrivo della missiva, mentre ci godevamo la compagnia, la vista e il cibo, decisi di lanciare la bomba fatta lettera. Passarono alcuni secondi prima della reazione dei miei e del mio migliore amico. Chiusi gli occhi in attesa di una sfuriata di Oliver che non arrivò mai. Aprii gli occhi e vidi i miei saltare dalla gioia. Per la prima volta non li vidi composti ed austeri al di fuori del maniero Pletamburg. Sembrano due ragazzini a cui Babbo Natale aveva portato il più grande regalo che mai potessero richiedere. Giovanni non parlò, forse per la sorpresa di vedere Althea ed Oliver comportarsi come due bambini.

Non mi aspettavo di certo una reazione del genere, anche perché avevo paura che pensassero che la mia richiesta di cambiare scuola fosse dovuta al fatto che volevo conoscere la mia famiglia biologica. Infatti, una delle case di Hogwarts porta proprio come vessillo i colori della mia famosa copertina da neonata abbandonata. Alla lettura della missiva per un millesimo di secondo mi era venuta questa malsana idea di poter conoscere quella mamma e quel papà così sconsiderati da lasciare un neonato su una lurida e fredda scalinata. Ma... più leggevo e più mi resi conto che questa idea era pessima. Io avevo già dei genitori che mi amavano e che mi volevano, era inutile cercare qualcuno che invece non mi hai mai voluta.

Visto che nessuno parlava, al di là delle grida di felicità dei miei genitori, Giovanni prese parola: «Rose... sono triste, diciamocelo, con chi parlerò adesso di tutte quelle ragazze che mi stanno tra i piedi e che non mi permettono di leggere i miei fumetti babbani in pace? Con chi adesso potrò esultare le mie vittorie sul campo da Quidditch? Ora chi mi accompagnerà con la chitarra? Sai che ti dico? Sempre e solo a te. Mi mancherai, da morire, ma devi andare! Basta che mi prometti che ogni, e ripeto, OGNI giorno tu mi scriva e che mi permetterai di accompagnarti al tuo primo giorno di scuola.». A quelle parole gli saltai addosso tipo koala proprio come quando eravamo piccoli. Non potevo migliore amico migliore e che leggesse anche attraverso la carta, perché la McGranitt aveva fatto una richiesta straordinaria. Essendo a conoscenza del mio grande talento voleva che al mio arrivo in Sala Grande cantassi per la popolazione studentesca di Hogwarts, cosa che non farei mai senza il mio adorato musicista.

Ripresi dagli scleri un po' troppo infantili, i miei genitori mi confidarono che non sono mai stati così orgogliosi: la loro bambina frequenterà la loro vecchia scuola. Sapevo che avessero frequentato Hogwarts, ma non credevo che per loro fosse così importante da essere così fieri e felici di quella notizia. Erano stati due Serpeverde e nonostante si conoscessero di vista in classe e nella Sala Comune, il loro amore è nato solo qualche anno dopo la scuola.

Avendo avuto la benedizione di mamma, papà e Giovanni risposi a quella lettera con un grande e spesso: "ACCETTO!". Così, da studentessa di BoscoBolla divenni una studentessa della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Chi sono io? Rose Weasley o Rose Pletamburg?Where stories live. Discover now