midnight

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Mi chiamo Bakugou Katsuki, sono uno studente universitario.
Sono gay, non serve neanche che lo dica in verità, state leggendo per questo.
Poi, oddio, penso si noti... Non sono uno di quelli che va in giro con la borsa arcobaleno e cose del genere ecco, ma si capisce lo stesso: sono basso, ma non così tanto, però rispetto alle persone che mi circondano sono basso; occhiali con le lenti fin troppo spesse per una persona della mia età, senza sono praticamente ceco, e ad incrementare i miei disagi si aggiunge il fatto che sono sordo, quasi completamente sordo, non del tutto... Ma metto comunque l'apparecchio per sentire almeno qualcosa. Non sono sordo dalla nascita, so parlare perfettamente quando ho l'apparecchio addosso; quando lo tolgo non riesco a gestire bene il volume della voce, però riesco comunque a parlare. Sono diventato sordo a seguito di un'incidente, non mi ricordo bene...
Ho ricordi molto sfocati della mia infanzia, non so il motivo... Forse è colpa dell'incidente, ma non ne sono sicuro.

Non ho avuto un'infanzia così traumatica, penso. Ok, neanche qua ne sono completamente sicuro, non mi ricordo proprio un cazzo. Soffrire di bullismo per tutti gli anni di medie e per i primi anni delle superiori perché sei gay e sordo non è un'esperienza traumatica, vero?

Non ne sono sicuro, io vivo nell'insicurezza, non sono mai sicuro di niente. Le uniche cose che so per certo sono le cose che studio, io voglio sempre puntare al massimo: sono tra i primi della mia facoltà, passo il tempo a studiare, non esco mai con nessuno perché tanto non ho amici, nemmeno uno, o forse uno sì, o due: Kyōka Jirōu e Denki Kaminari. Li ho incontrati l'ultimo anno delle medie, Denki era della mia classe ma non ci avevo mai parlato prima d'ora.
Un giorno, quel genio del nostro prof, ha deciso di far fare un lavoro a coppie e sono finito con quel mezzo imbecille, però alla fine non è così scemo come pensavo.
Certo non è e non potrà mai essere intelligente quanto me, ma comunque se ragiona qualcosa riesce a fare. Jirōu invece me l'ha fatta conoscere lui, un giorno, all'uscita da scuola, si è messo a parlare con questa ragazza poco più bassa di me, ma non di troppo. È una tipa apposto, non da fastidio e non è rumorosa, anzi all'inizio pensavo fosse muta o qualcosa del genere, poi abbiamo preso più confidenza e abbiamo iniziato a parlare di più.

Ora loro due sono i miei unici amici, e a me va bene così, hanno sempre sopportato i miei continui sbalzi d'umore, le mie lamentele sui ragazzi con cui mi frequentavo al massimo per una settimana, tutte le volte che piangevo, urlavo, ridevo, loro c'erano sempre e non sono mai andati via, anche quando mi ero impuntato di non mangiare più. Ancora non mi ricordo perché, era tipo... L'anno scorso? Penso, forse è stata colpa mia: ho iniziato a vedermi "grasso", ma non mi piace questa parola, la trovo offensiva e non è corretto dirla né a se stessi né agli altri, è proprio una parola spregevole.
Però mi hanno salvato la vita più e più volte, sia che fosse morire per colpa di quel mio disturbo sia investito da un'auto in piena notte perché stavo attraversando ubriaco... Sì, è successo, e non so neanche perché.

Io non sono un tipo che beve tanto quando esce con gli amici, lo faccio solo quando sono triste, estremamente triste.
Sì tipo quella roba del "bevi per dimenticare" ecco.
Ma adesso parliamo d'altro.

Finite le superiori ero sicuro di quello che volevo fare, ma non sapevo a cosa andavo contro. Ora vi spiego meglio:
primo giorno in università, entro nell'aula del mio corso per primo, mi siedo ad un posto ed aspetto che i miei compagni di corso e il professore entrino.
Arriva, appena lo vedo il cervello smette di funzionare, letteralmente. Perché sono qui? Che aula è questa? Domande a cui non sapevo dare una risposta, sapevo solo che quello era il mio professore. Era muscoloso, cazzo se era muscoloso, era tipo il doppio di me e vi assicuro che io non sono tutto pelle e ossa, vado in palestra eh. Ma lui, lui era comunque un armadio, era enorme, davvero enorme...
Era vestiti in un modo abbastanza elegante, fin troppo per un semplice alunno: pantaloni neri e camicia bianca che faceva vedere ogni Cristo santo di muscolo che quell'uomo possedeva. Forse devo smetterla di guardare i muscoli di ogni uomo carino che vedo... O forse no, continuerò a farlo.
Ma adesso passiamo alla parte fisica che mi aveva colpito più di tutte. Sì esatto, mi aveva colpito più di quei meravigliosi muscoli che, Dio mi farei stritolare da quelle braccia e...

midnight-kiribakuWhere stories live. Discover now