« I've become so numb. »

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E' incredibile come tutto possa sembrare monotono, sono solo le otto di mattina, eppure sto uscendo di casa e tutto mi sembra maledettamente uguale al resto dei giorni. Mi alzo, mi preparo, esco di casa e perdo il pullman che in teoria, avrebbe dovuto portarmi a scuola. Fa un freddo cane, l'unica cosa che mi rimbomba nella testa è quanto vuota sia questa città, quanto non abbia senso tutto ciò. Ora sono sul treno con un paio di cuffie nelle orecchie e osservo la gente fuori dal finestrino. Solitamente, ciò che sto facendo io in questo momento porta a pensare, a me invece non porta proprio un cazzo. Il vuoto, per l'appunto. Forse mi sto addormentando anche se, a dir la verità, questo vetro schifosamente scomodo e freddo non mi aiuta. Una decina di minuti dopo, sono alla stazione e mi dirigo verso la strada che poi mi farà arrivare a scuola. Sto camminando velocemente, seppur il freddo mi abbia intorpidito le gambe. Continuo a non pensare a niente, non ho emozioni e tutto ciò che mi circonda non contribuisce a farmi apparire una persona solare e socievole. Dopo mezz'ora arrivo a scuola, percorro il corridoio con le decine di ragazzi ignoranti che schiamazzano fra loro e spintonano le persone che passano, senza accorgersi della loro, della mia esistenza.

E' iniziata la prima ora, il professore ha distribuito un libro a tutti ma mi limiterò a guardare la copertina, senza leggerne neanche una pagina. Non perché leggere mi annoi, ma mi piace sentire come le persone interpretano le parole dell'autore/autrice. Suzanne iniziò a leggere, non riuscii a soffermarmi su una frase in particolare, fino a quando iniziò a leggere un altro capitolo. Ed ecco che qualcosa mi attirò e che riuscì a catturare la mia attenzione: ''Mi piaceva guardarlo, senza sospettare del piacere che vi trovavo, ero graziosa con gli altri ma non lo ero con lui.''

Venne interrotta, iniziò poi a leggere Elise e non appena lesse circa la terza parola della frase, tutto iniziò a apparirmi meno interessante: "Amore".
Cos'è esattamente l'amore? Due persone che si baciano e si sussurrano parole dolci? Fare sesso per notate intere? Inutile, lo reputavo inutile. Non mi erano mai piaciute le persone innamorate, tanto meno l'amore in sé, trovavo entrambi patetici. Cominciò poi a leggere l'ennesima pagina Nicholas, confermandomi che era un altro stupido libro che narrava l'ennesima storia d'amore finita male.

Il professore iniziò a blaterare su una certa parte del libro, chiedendo cosa secondo noi poteva significare. Non diedi molto conto alle sue parole, soprattutto al 'Colpo di fulmine.' Che cazzata, il colpo di fulmine. Nessuno ha mai provato sentimenti – a me ancora sconosciuti – solamente incrociando lo sguardo di una determinata persona. L'unica cosa che io ho provato alla vista di una ragazza, è stata l'attrazione fisica, o più precisamente, la voglia di portarla a letto.

Alla fine delle lezioni, io e il mio gruppo di amici andammo in mensa a mangiare qualcosa, che aveva un odore di polpettone misto alle cipolle, ma in fin dei conti non era male. Iniziarono a parlare del famoso colpo di fulmine, ma invece dell'innamoramento loro pensavano al sesso. La frase più epica la disse Liam, qualcosa come: ''Se devo scoparmi qualcuno, me lo scopo e basta. Non devono passare tre mesi per farci una scopata, di solito ci vuole.. che ne so, quattro giorni.'' Io me ne stavo ad ascoltare, senza dire una parola. Odiavo i loro discorsi riguardo la donna, la maggior parte di loro pensava solo a scopare e a usare le ragazze come svuota-coglioni. Non dico di non essermi mai fatto una scopata, giusto per il piacere, ma non consideravo la donna solo per quello.
Ad un tratto, iniziarono a parlare di me non appena passò Ameliè di fianco a noi.

« Cazzo, Harry. Non ti toglie gli occhi di dosso. » disse Liam.

Ameliè era una ragazza carina, aveva le sue forme, delle belle labbra, ma aveva qualcosa che non mi faceva impazzire, anche se non sapevo bene cosa. Era considerata una fra le ragazze più belle a scuola, nonostante la super cotta che si era presa per me non le avevo mai dato molto peso.

« Ma chi, Liam? »risposi.

« Ameliè, cazzo. Non fa altro che guardarti, porca puttana. Dai, girati ora, non sta guardando. »

Mi girai e notai Ameliè al self - service, con un vassoio in mano pronta per prendere qualcosa da mangiare.

« Harry, te lo dico io, è proprio cotta. » sentii ancora, ma niente, a me non suscitava tutto questo interesse, difatti in risposta alzai le spalle.

« E a te piace? Cazzo, ovvio che ti piace! Come fa a non piacerti, ha un cu-- »iniziò a parlare Niall, ma non lo feci finire.

« Sì, è carina. Non è brutta, ma di certo non è Angelina Jolie. » risposi con tutta la poca pazienza che ancora possedevo. Mugolò un flebile 'Ci manca poco', ma decisi di non rispondere, lasciandoli continuare a parlare delle varie scopate che si erano fatti. Ne parlavano come se fossero trofei, tutto ciò mi disgustava.

Tornai a casa nel tardo pomeriggio, cenai con i miei e dopo andai a rifugiarmi in camera per scrivere ogni cosa che mi veniva in mente sul mio diario. Scrivevo emozioni, frasi di canzoni che mi avevano colpito o quanto fossi apatico, quanto l'uomo mi facesse schifo in tutto il suo essere. Dopodiché, mi addormentai profondamente.

Everything is useless. || Larry Stylinson.Where stories live. Discover now