Dipendenza

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  - Dove sono?- mi domandai.
Mi trovavo nell'oscurità.
- Dove sono finiti tutti?- cercai in giro, ma non vidi nessuno.
Ero sola, lì, in mezzo a quella... stanza... credo.
- Mamma... Papà!- gridai, sperando in una loro risposta. Una risposta che non arrivò.
Mi stavo agitando. Che posto era? E come ci ero finita?
Mi sentii chiamare.
- Susy.-
Mi voltai, ma non c'era nessuno.
- Chi c'è? Chi sei?- chiesi in vano.
- Susy.- sentii una seconda volta.
Ma questa volta, era più chiara la voce. Era una voce bambinesca. Quasi impaurita.
- Susy!-
- Ah!-
Questa volta la sentii dietro di me e quando controllai, vidi una bambina. Era piccola, malnutrita ed era scalsa.
-Oddio!- feci per aiutarla.
- Susy.- disse in lacrime, ma sembrava stesse per morire.
- Piccola, che hai? Posso aiutarti?-
- Perché?-
Vidi una lacrima scendere dal suo viso.
- Perché cosa?- cercai di estrapolargli un'informazione.
La bambina alzò il viso. Non potevo crederci. Mi si gelò il sangue nelle vene quando capii chi fosse.
- Sorellina...-
Era lei... la mia piccola sorellina. Quella bambina tanto dolce e premurosa che si era presa cura di me per tutto quel tempo. Il problema è che lei era morta. Morta da 3 anni, ormai, per un incidente stradale. Mio padre era andato a prenderla da danza. Ma era ubriaco. E sono finiti contro un muro. Lui era sopravvissuto, ma... la mia sorellina, no. Non poteva essere viva, quindi. Eppure, lei lo era. E stava davanti a me.
- Perché mi hai lasciata andare?- mi rimproverò - Perché, quel giorno, mi hai lasciata da sola?-
- Cosa?...- non capivo - Non capisco... Sorellina...- tentai di abbracciarla, ma lei mi scansò.
- No! Non toccarmi!- mi gridò - Mi hai lasciata morire e non te lo perdonerò mai!-
Non ci potevo credere... La mia sorellina... Quella bambina fantastica che conoscevo... Quella persona di cui non potevo fare a meno, che avevo pianto ogni giorno dalla sua morte... mi stava rifiutando. Avevo le lacrime agli occhi.
- Ah!- pianse lei, e si accasciò a terra.
- Sorellina.- la ressi - Va tutto bene?- le chiesi.
Lei si limitò a girarsi e a guardarmi con disprezzo. E poi, successe. I suoi occhi, si spensero, il suo colorito, svanì, insieme alla sua vivacità.
A quel punto, scoppiai, ma sentii dei passi. Cercai di fermare le lacrime come meglio potevo e mi voltai. Era un uomo ed era vestito con abiti di classe. Indossava uno smocking molto elegante e delle scarpe in pelle. Si avvicinò a me, ma indietreggiai.
- Sei tu Susy, no!?- domandò.
- Sì- balbettai.
- Mi dispiace per tua sorella.- mi disse in tono sincero.
- Come fa a sapere di mia sorella?-
- Non è rilevante la cosa, adesso.- ribatté alla mia domanda -Ma, voglio dirti una cosa, vieni.- mi porse una mano per avvicinarmi a lui, ma feci dei passi indietro.
- Ahah. Non c'è bisogno di avere paura di me.- mi spiegò - Io, sono tuo amico.-
- E come faccio a sapere che dici la verità?!-
- Che motivo avrei di avvicinarmi a te? Non hai niente da offrirmi. Ho tutto quello che voglio, e siamo nel vuoto totale.-
Aveva ragione, però...
- Adesso, ti fidi?- allungò la mano verso di me.
Andai incontro a lui e lo abbracciai. Non so cosa mi avesse preso, ma ne avevo bisogno. Ed era l'unica persona che c'era. Lui, ricambiò il mio abbraccio.
- Tranquilla, da questo momento in poi, ti aiuterò io.-
- Davvero?-
- Davvero.- disse in tono dolce.
Da quel giorno non mi abbandonò mai. Ogni volta che ero giù di morale, lui era lì pronto a sostenermi e a farmi sentire meglio. E la mia vita divenne un disastro...  

Naabot mo na ang dulo ng mga na-publish na parte.

⏰ Huling update: Feb 05, 2016 ⏰

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