Racconto in italiano

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Le foglie sfavillavano come gioielli d'ambra sotto il sole nascente e la fragranza delle mele mature deliziava il naso di Iðunn. Un nuovo giorno per la sua gente, un'ulteriore possibilità per vivere e prosperare senza fine nel più ricco regno elfico del continente euroasiatico. Inspirò e sorrise; il suo corpo era colmo di vigore, ogni singola cellula radiava piena coscienza della propria fortuna. Le sue mani gentili carezzarono gli alberi e decine di frutti succosi levitarono dai rami fino a un cesto posto su un tavolo di marmo. Ciascuna mela scintillava più luminosa di qualunque diamante, avvolta in un velo di magia pura, lasciando che il potere brillasse attraverso la buccia dorata. Iðunn aveva coltivato ogni seme con tutto l'affetto di cui fosse capace e gli apaldr del Giardino Sacro erano cresciuti sani e forti. Camminava scalza sull'erba e il suolo soffice le massaggiava le dita, come se la terra stessa mostrasse il proprio apprezzamento. Sottili fili di energia le lambivano le caviglie, avvolgendosi alle gambe come radici splendenti, creando ali di luce sulle sue spalle e diffondendosi in una danza di scintille. Persino i fiori che le cingevano la testa assorbirono quella magnificenza, trasferendola ai suoi lunghi capelli e trasformandoli in una vivace criniera.

Di tutti i luoghi mistici del pianeta, il Giardino Sacro era il più potente di tutti. Gruppi di apaldr, i meli sovrannaturali degli elfi, intonavano all'unisono il dolce inno alla vita. La loro linfa era immortalità liquida e una mela al giorno era sufficiente per mantenere chiunque in salute e vivo oltre ogni immaginazione. Gli elfi non conoscevano malattie e la morte era solo una macchia pallida nei loro raggianti ricordi di gioia. L'aria era impregnata di armonia e incanto nel Giardino Sacro, garantendo pace e felicità istantanee a ogni cuore aperto.

«Sono ancora più belle di ieri.»

Iðunn si voltò, conosceva quella voce e voleva bene al proprietario come una madre. L'aveva visto diventare adulto, innamorarsi e perdere il sonno.

«Che cosa ti preoccupa, mio principe?»

«Mia moglie... come sempre.»

«Hedda è uno spirito libero. Non resterà mai seduta immobile dove possa trovarla.»

«Lo so. Speravo solo che...»

«Ha rinunciato alla foresta per te, Harold.»

Il principe abbassò la testa e i capelli neri gli scivolarono sul torace. Un sudario di sconfitta gli appannava gli occhi e la sua voce aveva perso convinzione. Percepiva l'energia del Giardino Sacro che tentava di infiltrarsi fra i suoi pensieri, ma lui non era pronto a lasciarla entrare. Non poteva affogare i propri problemi in quel lago di positività, aveva bisogno di risposte e il sollievo non era la via che conduceva alla soluzione. Tutti gli altri erano ciechi e rifiutavano di osservare il presente per ciò che era. Non si trattava più di uno stato di sospensione, non potevano continuare a fluttuare nei propri sogni; qualcosa di terribile stava per accadere e Harold Svarthar era stato l'unico a voler leggere i segni premonitori.

«Non era al sicuro là, la nostra esistenza idilliaca è finita. Gli uomini aggrediscono ogni elfo noto come strega e io non sono in grado di proteggerla. Ho appena imparato a maneggiare una spada e non ho mai ferito nessuno. Come...»

Iðunn sorrise, lei aveva trovato la propria serenità nel giardino, ma non tutti gli elfi erano uguali e chi era nato nel bosco, raramente si adattava bene a un altro tipo di ambiente.

«Hedda sa prendersi cura di se stessa. È per te che siamo tutti preoccupati, mio principe.»

Harold sguainò la spada e vide la lama catturare ogni riflesso, come uno specchio ingannevole. Sapeva che era stata forgiata per il sangue e che bramava il suo vero nutrimento. Avvertiva i desideri dell'acciaio, che vibrava nelle sue mani, mormorando un discorso di giustizia e punizione. Era solo una questione di tempo, prima che divenisse un pennello cremisi. Avrebbe scritto la propria storia con inchiostro umano? O sarebbe dovuto soccombere, condannando la propria gente alla stessa fine? Era stato lasciato solo a rimuginare e la sua mente era stanca di vagare senza sosta.

Immortals (italiano - racconto breve)Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon