Prologo

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La brezza autunnale entrava dalla finestra leggermente aperta nella camera da letto dalla pareti color crema.
Una stanza piena di libri e poster.
A Mia era sempre piaciuto leggere, rifugiarsi in un mondo diverso da quello in cui viveva.
"Mia"- una voce la risvegliò dai suoi sogni. Nonostante dormisse sempre aveva un sonno abbastanza leggero.
Mugugnò qualcosa incomprensibile persino per lei.
"Hai scuola"- ancora una volta la voce di Tyler, suo fratello, che stamani sembrava più stanco del solito.
La ragazza si girò verso di lui, con occhi ancora assonnati.
"Lo so"- annunciò lei, con voce rauca.
Aveva una felpa leggera che le regalò la sua ragazza qualche tempo fa e un paio di jeans strappati. Il rapporto ormai si era rovinato e dopo un pò i ragazzi nemmeno si parlavano più, ma a quanto pare suo fratello era ancora pazzo per lei. Anne.
Anne era la migliore amica di Mia, si era sempre trovata bene con quella ragazza dai bellissimi occhi marroni, e i lunghi capelli biondo scuro. Gli occhi marroni di solito venivano dati per scontati, ma non era affatto così, almeno non per i suoi, i suoi erano speciali.
Mentre si alzava pensava che l'inferno fosse per l'appunto la scuola, non come ci raccontano i professori di religione. Materia facoltativa.
"Sono in auto, ti aspetto lì"- annunciò il fratello con un sorriso verso la sorella.
Lei annuì stroppiciandosi gli occhi.
Sbadigliò e chiuse la finestra. Mentre guardava fuori vide per l'appunto il fratello mentre usciva con l'auto e si fermava nel vialetto.
Prese tutto quel che le serviva e andò in bagno per cambiarsi e lavarsi.
"Buon giorno"- dissero insieme i genitori che stavano uscendo ora dalla camera.
Lei rispose con un semplice ciao e si chiuse nel bagno.

Appena uscì prese la cartella dal corridoio, che era appesa all'appendiabiti al muro che suo padre montò tempo fa.
"Io vado"- disse la ragazza prendendo il necessario.
Ogni mattina faceva la lista nella sua testa per non dimenticare nulla se no sarebbe stata nei guai.
Chiavi, telefono, cuffie, giacca, occhiali e portafoglio.
Ormai i suoi genitori non erano più gli stessi. Erano sempre in giro, non stavano più a casa. A pranzo non potevano parlare con i loro genitori della loro giornata a scuola, anche se potrebbe sembrare noioso sentire sempre la stessa domanda, alla fine non lo è. Quando ti viene a mancare l'interesse dei tuoi genitori è bruttissimo. Vorresti tanto capire dove sbagli, ma nessun errore è stato commesso. C'è solo una causa. Così credeva Mia. Loro lo capivano perfettamente cosa significasse essere senza le due figure più importanti. La cosa peggiore era che non era sempre stato così, no assolutamente no, prima era sempre tutta una risata e affetto.
La ragazza credeva che ci fosse qualcosa da nascondessero. L'aveva sempre creduto, ma ogni sera faceva scivolare via questo pensiero chiudendo gli occhi.
I ragazzi erano soli e parlavano ben poco; però si volevano bene comunque. A cena non era più possibile parlare del telegiornale o di qualsiasi altra cosa possibile.
Adesso i genitori tornavano da fuori verso le venti e trenta oppure le nove, la loro frase appena entravano era sempre la stessa non abbiamo fame amore, voi mangiate pure noi andiamo a letto.
Mia era stufa e ogni volta sbuffava, ma non diceva niente. I genitori li baciavano sulla fronte qualche volta e poi sparivano nella loro stanza.
Mia preparava cose semplici sempre, pensava sempre che il fratello si stancasse sempre, o almeno quasi sempre, della pasta o della carne tutte le sere, ma non si era mai lamentato, ringraziava ogni sera, diceva che tutto era buono e che lei era una cuoca eccezionale.
Dovresti fare i corsi extra-scolastici, le disse una volta.
Lei, che ancora non capiva cosa intendesse, chiese il perché.
Non so, culinaria è un corso molto bello e saresti molto brava secondo me.
La sorella annuì, senza dire altro, forse il fratello aveva detto quelle parole solo perché voleva qualcosa di nuovo e quella sera era stanco di ricevere sempre quel piatto. Ma subito dopo pensava l'avesse fatto per vederla felice, per vederla con meno pensieri.
Una sera le chiese se era possibile avere una pizza, fatta in casa, ma lei ovviamente non era capace e approfitto dell'assenza del fratello per ordinarla nelle pizzeria più vicina.
Quando Tyler tornò a casa gli si illuminarono gli occhi e l'abbraccio.
Era da un pò di tempo che non riceveva abbracci da suo fratello e le era sembrato strano.
Quella sera si era sentita in colpa, aveva mentito a suo fratello. Cosa che non succedeva mai.
Una parte della sua testa diceva che non era una cosa così grave e che doveva rilassarsi invece di agitarsi per niente. L'altra tutto il contrario.
E alla fine aveva deciso che era una sciocchezza; caso chiuso.

Sea <mgc>Où les histoires vivent. Découvrez maintenant