Prova n.1^

202 11 21
                                    

Prova N.1

Nome Autore: Cristiano_23

Titolo: 8 May

Crossover: Divergent – Hunger Games

Crossover: Four - Peeta

Parole: 3545

Tema: torte

<<Driiiin.>>
Suona la sveglia.
Sono le sei e mezzo.
Mi giro e rigiro nel letto matrimoniale per un istante, poi richiudo gli occhi.
<<Driiiin.>> Continua imperterrito quell'aggeggio infernale.
Spazientito, passo una mano nei mie capelli biondi, scompigliandoli. Alzo le coperte che mi coprono il viso e tento di spegnere la sveglia senza far svegliare Katniss che ronfa beatamente.
Spenta la sveglia, mi volto verso Katniss e le scosto una ciocca di capelli castani e lucidi dal viso. La guardo per alcuni istanti.
Sono ormai passati quasi trent'anni e lei, come me, trascorre ancora notti insonni e piene di incubi. Notti in cui dormiamo mano nella mano per sostenerci, per rincuorarci. È raro vederla dormire così, dolcemente accoccolata fra le lenzuola, che accenna lievemente un sorriso.
Oggi è il sei di maggio e quindi devo partire per "lavoro". O almeno questo è ciò che farò credere a Katniss.
Fra due giorni sarà il suo compleanno.
Ogni anno abbiamo festeggiato il suo compleanno in famiglia, che comprende: me, lei e i nostri due figli, Primrose e Mitch, di quindici e dieci anni.
Come sempre, Katniss, nonostante la sua età (quarantasei anni), quel giorno andrà nel bosco con il suo arco per cacciare della selvaggina che cucinerà per la cena.
Quest'anno ho deciso di farle una sorpresa.
Mi alzo dal letto, prendo uno zaino nero, fatto di cuoio e mi dirigo verso l'armadio di mogano, lo apro e prendo alcuni vestiti che metto nello zaino.
Mi vesto e cerco di fare meno rumore possibile per non svegliare Katniss e, dopo averle stampato un caldo bacio sulla fronte, esco chiudendo delicatamente la porta con lo zaino sulle spalle.
Una volta fuori dalla stanza, mi dirigo verso la camera di Primrose e Mitch che dormono silenziosamente. Mi avvicino al letto di Primrose e la sveglio sussurrando:<<Hey tesoro, svegliati, sono io, il papà.
<<Mmmm...>> è quello che ricevo come risposta.
<<Sto partendo ora per andare dove sai, mi raccomando, tieni impegnata tua madre e cercate di non farvi sfuggire nulla su cosa sto facendo. Mi fido di voi.>> le dico.
<<Tranquillo papà, ci vediamo fra due giorni, ti voglio bene.>> dice schiudendo appena gli occhi.
<<Anch'io te ne voglio.>> le do un bacio sulla guancia –stessa cosa che faccio con Mitch che ancora dorme- e mi avvio verso la cucina.
La cucina è di ampiezza modesta, ma è fornita di tutto ciò che abbiamo bisogno.
Apro un cassetto e ne estraggo un foglio ed una penna. Inizio a scrivere:
"Amore, parto per lavoro, ho bisogno di un forno nuovo per il panificio e quindi starò via uno, massimo due, giorni. Ti amo, Peeta."
Lascio il foglio sul tavolo di legno. Apro il frigorifero, prendo del latte, lo verso in una ciotola ed esco di casa.
Il cortile è pieno di primule che sono sbocciate da poco, le coltivo da sempre perché a Katniss ricordano tanto sua sorella Prim.
Spesso infatti, si siede sui gradine di casa e le osserva con uno sguardo che non so nemmeno io come definire.
Percorro il vialetto fino a fermarmi davanti ad una piccola cuccia di legno che ho costruito io stesso. Mi abbasso e porgo la ciotola colma di latte vicino ai gattini appena nati. Dovrebbero essere i nipoti di Ranuncolo, (la gatta di Prim) che ormai è morta da quasi quindici anni. Io e Katniss l'abbiamo ritrovata fra le primule. Ricordo ancora quel giorno, dopo averla trovata lì, Katniss mi abbracciò e scoppiò in un gran pianto.
I tre gattini si avvicinano alla ciotola spingendosi fra di loro e bevono il latte avidamente.
Mi rialzo ed esco dall'uscio del cortile, che cigola rumorosamente. Mi avvio verso la strada, ma primo do un ultimo sguardo alla nostra casa.
Katniss e i ragazzi mi mancheranno.
Percorro le strade del Distretto 12. Durante la Rivolta, il Distretto venne raso al suolo da Capitol, quindi venne abbandonato e dopo di essa, fu ripopolato da un centinaio di persone. Questo centinaio di persone, (fra cui noi), dopo alcuni anni, ricostruirono il Distretto, mettendolo a nuovo.
Da quando la Paylor è a capo di Capitol, la vita qui è discreta.
Mi dirigo verso Sud-Est per arrivare nel Distretto 5, dove mi attende un amico, che mi accompagnerà durante il viaggio. Fatto un breve tratto di strada –e aver attraversato la recinsione ormai non più elettrificata-, mi addentro nel bosco che mi separa dal Distretto 5.
La fitta coltre mi impedisce di vedere la luce del primo sole. Il bosco presenta una grande varietà di vegetazione.
Durante il mio percorso sono accompagnato dal canto delle Ghiandaie Imitatrici, diventate ormai l'emblema di Capitol e del Distretto 12 in particolare, per onorare appunto la "Ghiandaia Imitatrice" che accese gli animi alla Rivolta.
Katniss però, non lo accetta, le ricorda tutto ciò che riguarda la Rivolta: Prim, la Coin, Rue e persino Gale.
Alcuni anni fa Gale è tornato per scusarsi con Katniss, che dopo averlo odiato per anni, ha deciso di perdonarlo. Da allora non si sa più nulla di lui.
Assorto nei miei pensieri non ci metto molto ad attraversare il sentiero ciottolato e infatti mi trovo proprio davanti ad un imponente cartello che enuncia "Benvenuti nel Distretto 5".
Non ho il tempo di abbassare lo sguardo dal cartello che sento una voce rivolgersi a me<<Ti sei fatto aspettare, Mellark.>> riconosco subito la voce: Tobias.
Si sposta dalla staccionata su cui era appoggiato e si avvicina a me. È incredibile il modo in cui non sia cambiato di una virgola: Alto e muscoloso, indossa la sua divisa nera, lo stesso taglio di capelli castani, proprio come la sua barba. I suoi occhi sono di un blu intenso, più spenti dell'ultima volta che ci siamo incontrati, all'epoca, erano sognanti.
<<Four, da quanto tempo! Non sei cambiato di una virgola dall'ultima volta.>> gli dico tendendo le braccia verso di lui e guardandolo dal basso verso l'alto per intensificare le mie parole.
<<Non chiamarmi più Four, te ne sarei grato se non lo facessi più.>> Mi dice con sguardo abbastanza assente, ma io non ci faccio caso.
Scende un improvviso silenzio.
<<Noto che hai fatto un nuovo tatuaggio. Chi è questa "Tris" che ti sei tatuato sulla spalla?>> dico ammiccando.
<<Senti, non mi va di parlarne, è una vecchia storia.>>dice e noto che si è infastidito.
<<Dov'è lei ora?>> gli chiedo cercando di sostenere i suoi occhi blu.
<<In cielo.>> mi risponde facendomi rimanere di sasso.
<<Ah... perdonami... io... io... non volevo... scusa...>> dico balbettando.
<<Tranquillo. Perché mi hai chiesto il tuo aiuto?>> mi chiede alzando un sopracciglio.
<<Mia moglie Katniss fra due giorni compie gli anni.>> Inizio a spiegare:
<<Innanzitutto ho bisogno di qualcuno che mi copra le spalle, quindi tu, fai proprio al caso mio. Dovremo viaggiare fra i Distretti per radunare la mamma e gli amici di Katniss. Ho intenzione di farle una sorpresa. Ultima cosa, ma la più importante: preparerò la torta domani, quindi dovremo trasportarla fino al 12.>> gli dico deciso.
<<Va bene. Ci sto.>> mi dice accennando ad un sorriso.
<<Bene, ci stiamo dirigendo al 4. Andremo a prendere la Signora Everdeen.>>
<<Perfetto.>> è l'ultima cosa che dice dopo che ci mettiamo in viaggio senza spiccicare parola.
Dopo aver attraversato le strade del Distretto 5 –stranamente affollato-, ci dirigiamo per il bosco che ci separa dal Distretto 4.
Le fronde sono sparse qua e là, mentre la luce solare filtra fioca e opaca dalle grandi e verdi foglie di una grande quercia. Il suolo è piuttosto sterrato e ai margini di questo il prato è sommerso da una miriade di funghi.
Tobias intanto inizia a guardarsi intorno ispezionando la zona.
Ad un tratto un fruscio ci fa interrompere.
<<Resta li dove sei e afferra questo.>> dice lanciandomi un pugnale dall'elsa nera.
<<Ma cosa sta succ...>> non riesco a finire la frase che quello che sembra un ibrido salta fuori da un cespuglio lanciandosi su Tobias.
Lui, scaltramente, estrae un altro pugnale dall'elsa color avorio e non esita ad infilargliela nel fianco. 
La creatura libera un ringhio mentre si lecca la ferita, ma abbassando la guardia non ha il tempo di evitare il colpo di Tobias che gli lacera il collo.
La creatura stramazza al suolo in una pozza di sangue.
<<Che ci faceva un ibrido qui?>> gli chiedo con sguardo perplesso.
<<É quello che mi chiedo anch'io.>> Mi dice girando la testa a destra e a sinistra, poi mi guarda e mi fa cenno col capo di seguirlo.
<<Dove stiamo andando?>> gli chiedo rompendo quel momento di silenzio.
<<Al Distretto 4, questa è solo una scorciatoia.>> Mi dice con ovvietà.
Faccio spallucce e continuiamo a camminare.
Giunti difronte al classico cartellone che si trova in ogni Distretto, Tobias mi indica un capannone bianco, dove ci dirigiamo.
"Centro di cura" è quello che vi è scritto sulla parte anteriore della struttura nella quale entriamo.
La signora Everdeen dovrebbe essere qui, anche se ormai sulla via della vecchiaia, suppongo stia ancora contribuendo a salvare le vite delle persone ferite.
Appena entrati all'interno del capannone, fermo un uomo in camice bianco per chiedergli di mia suocera.
<<Scusi, potrebbe dirmi dov'è la signora Everdeen?>> gli domando aspettando una risposta.
<<Certo, è lì, è quella signora seduta su quella sedia infondo.>> dice cercando di indicarmi il punto in cui si trova con il dito.
<<La ringrazio, è stato gentilissimo.>> gli dico allontandomi mentre mi avvicino a Tobias.
Ci guardiamo reciprocamente con un'occhiata di intesa e ci dirigiamo verso di lei.
La struttura è molto affollata e quindi dobbiamo farci strada fra le persone.
Appena difronte alla donna, esito per un istante.
<<Signora Everdeen!?>> chiedo cautamente.
La donna ormai anziana alza i suoi occhi azzurri contornati di rughe, spostandosi una ciocca di capelli biondo-bianca dal viso.
<<P...Peeta!?>> mi dice guardandomi sorpresa e perplessa.
Ci guardiamo negli occhi per un attimo e lei si alza abbracciandomi calorosamente.
Non me lo aspettavo sinceramente.
<<C...Cosa ci fai qui!?>> dice non accorgendosi della presenza di Tobias.
<<Sai che dopodomani è il compleanno di Katniss, e beh...Mi sarebbe piaciuto che tu partecipassi alla sua felicità...>> dico sincero.
La donna esita un attimo.<<Certo. Devo recuperare il tempo perduto. Non mi sono fatta amare abbastanza.>> dice triste ma motivata.
<<Allora, vogliamo partire si o no?>> dice un Tobias spazientito.
<<Oh, certo.>>dico.
Adesso in tre, ci dirigiamo fuori dalla struttura.
<<Dove siamo diretti?>> chiede Tobias.
<<Capitol.>>dico deciso.
La signora Everdeen sussulta.
<<Viaggeremo via treno, per arrivare prima. Ricordate che devo preparare la torta.>>  aggiungo.
<<Inoltre viaggiare a piedi non è sicuro al momento. Hanno comunicato da Capitol stessa che degli ibridi creati nel Distretto 13 sono fuggiti.>> dice la signora Everdeen.
<<Ora si spiega tutto.>> dice Tobias.
<<Di cosa stai parlando?>> chiede la donna corrugando la fronte.
<<Nulla. È una lunga storia.>> dico.
Ci dirigiamo alla stazione e prendiamo il primo treno, che porta proprio a Capitol.
Prendiamo posto subito dopo aver pagato i biglietti.
Durante il viaggio guardiamo tutti e tre fuori da finestrino senza proferire parola.
Dopo un'ora abbondante, il treno frena stridendo contro le rotaie e creando un rumore acutissimo.
Dalle strutture architettoniche complesse e particolari, comprendo che questa sia Capitol.
Scendiamo dal veicolo.
<<Ora dovete seguirmi.>> gli dico serio.
Entrambi fanno cenno di "si" con il capo e ci avviamo per la strada principale della sfarzosa Capitol.
Una miriade di persone passa attraverso questo grande viale. Non si contano i negozi di abbigliamento, ristoranti, centri commerciali in quanto numerosissimi.
Molto probabilmente quest'anno và di moda il color ghiaccio, visto che la maggior parte dei passanti ha le acconciature di questo colore.
Proseguiamo per una decina di metri guardando con i nasi all'in su i grandi grattacieli che svettano interminabili.
Arrivati davanti alle porte di uno di questi, di colore giallo vivo, leggo la lista delle persone che vi alloggiano, posta sulla parete frontale.
<<"Famiglia di Haymitch ed Effie">> leggo ciò che è citato vicino a quello che sembra essere il settimo piano.
<<Come sospettavo.>> dice sorridendo la signora Everdeen.
Entriamo dal portone principale e, dopo alcune rampe di scale, arriviamo proprio difronte alla porta su cui vi è scritto il nome delle persone che cercavamo.
Faccio un respiro.
Suono al campanello.
Apre una donna sulla cinquantina, molto truccata, presenta una carnagione chiara -grazie ai trucchi- e un vestito giallo-dorato che si intona con i suoi capelli biondi -tinti-.
È Effie.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 25, 2016 ⏰

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