Jenny.

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E' così frustrante rendersi conto che siamo solo di passaggio. Si diventa adulti quando si acquisisce la consapevolezza che, da un momento all'altro tutto potrebbe finire.

Il vecchio orologio a pendolo di mia nonna, mi ricorda che sono le 8.00 in punto, con il suo uccellino che fa capolino ogni ora esatta. Farò tardi al mio primo giorno di lavoro! Scendo in fretta le scale e mi precipito fuori dal portone, dove sono colpita da un'ondata di gelo; avvolgo la sciarpa, infilo i guanti e accolgo con amore l'inverno.
Arrivata davanti alla libreria l'aroma dei cornetti e del caffè che proviene dall'Old Blue Bar' mi fa venire l'acquolina in bocca e mi ricorda di aver saltato la colazione.
Mi guardo intorno, ed è tutto esattamente come me lo ricordavo. Le bianche pareti con i loro disegni dorati che ti trasportano in un mondo fiabesco, le scale di legno di noce che portano al "Rifugio dei libri sperduti" che da un ultimo tocco di magia. L'odore di lavanda e libri che mi travolge e la confortevole sensazione di essere a casa è inebriante. Il silenzio viene rotto dal mio nome,e sulla soglia delle scale vedo apparire Alice.
<< Jennifer, tesoro! Sono così felice che tu sia qui, come stai? >> dice, stringendomi in un lungo abbraccio.
<< Sto bene grazie, hai un aspetto strepitoso. Ti ho portato la colazione, cornetto integrale al miele e cappuccino con cacao. Cosa hai fatto ai capelli? Li adoro! >>
<< Oh grazie mille! Mi conosci così bene. Finalmente ti vedo sorridere. Mi sei mancata! Ti piacciono? Li ho tagliati un po' e li ho fatti arricciare. >>
.<<"Sorridi sempre Jenny,solo così potrai ingannare il mondo" me lo ripeteva sempre mio padre, ricordi? Si sono molto belli. Allora, abbiamo qualcosa da fare?>>
<< Come potrei dimenticarlo? C'è molto lavoro da sbrigare. Sono arrivati poco fa i nuovi libri e la signora Greehman ci ha donato la sua collezione di Sonetti di Shakespeare e dobbiamo riporli al piano superiore. Puoi occupartene tu, per favore? >>
<<Con piacere!>> rispondo. Afferro lo scatolone e mi dirigo su per le scale.
E' una donna così dolce, è stata mia mentore da quando ne ho memoria. Se amo la letteratura è anche e sopratutto grazie a lei. ricordo che da bambina passavamo giorni a leggere e rileggere "Il piccolo principe" , "L'isola del tesoro" e "Le avventure di Peter Pan", ed io rimanevo affascinata dalla capacità di Aly di saper entrare così profondamente nella storia, nelle persone. È la migliore amica di mia madre, frequentavano la stessa classe di scienze al liceo, e da allora non si sono piu' separate. Ora mi ritrovero' a lavorarle accanto e non potrei esserne piu' orgogliosa.

La mattinata passa in fretta e senza che io me ne accorga è già arrivata ora di pranzo e mentre ci divoriamo una pizza Alice mi racconta del suo ultimo viaggio a Berlino con una luce negli occhi che mi scalda il cuore.
Veniamo interrotte da un bambino che cerca un'opera di Otello per prepararsi alla recita di primavera.
Avverto brividi di freddo.. ma la porta è chiusa.. Cerco il telecomando dell'aria condizionata, ma con tutti questi scatoloni sembra una missione impossibile. Sono scese molto le temperature quest'anno. Altri brividi di freddo che questa volta mi fanno perdere l'equilibrio..e subito capisco. Oh no.. ti prego non qui.
Cerco di rilassarmi respirando profondamente,ma ad un tratto avverto un caldo disorientante e la mia gola sembra chiudersi.
Confusione, panico. Tutto gira, tutto trema. Un martellante palpitante organo sembra sfondarmi il petto. Ogni rumore è amplificato, il respiro mi muore in gola. Reagisco di istinto e arrivo ad afferrare 75 mg di liquido che mi farà dimenticare che la terra ha tremato sotto i miei piedi nell'arco di cinque ticchettii di lancette. Ne verso 15 gocce in un bicchiere ed ogni volta che una di queste ha una collisione con l'acqua il modo in cui rimane densa senza farsi spaccare mi da il disgusto, ma non posso farne a meno. Ringrazio il cielo che Alice sia al piano superiore.
Mando giù, e cerco di controllare la respirazione. 'Il tuo cervello ora è sotto controllo, sei ad un passo dal diventare un involucro di emozioni controllate.' ringhia quel briciolo di buon senso e razionalità che è rimasta accesa in me. Sono plasmata a gocce che plasmano, sento la mia anima sofferente chiusa nella ragnatela di questa densa e trasparente vedova liquida. Ti salverò, mi riprometto. Cerco di pensare a cose felici, mi rivedo nella mente in quel prato con la mamma che raccoglie pinoli da terra e il papà intento ad insegnare ai miei fratellini come andare in bicicletta. Sento il respiro diventare sempre più veloce. Le gambe come gelatina.. e il tic-tac dell'orologio che rimbomba nella mia testa. Le mie dita sbattono a ritmo regolare e quasi perfetto sul legno del bancone, mentre canticchio la prima canzone che mi viene in mente. Sento caldo. Tanto troppo caldo ora. Provo a fare un profondo respiro, ma si spezza. Ne provo un altro.. e un altro ancora. E finalmente i miei polmoni abbracciano l'ossigeno. La mia testa continua ad essere in un terremoto di emozioni, continuo a sudare e il mio corpo trema incessantemente.
"Respira!" Ringhio a me stessa.
"E' solo nella tua testa, diamine!"
In questi momenti sembra che tutto stia finendo, ti senti morire e la razionalita' che rimane appesa come un coraggioso guerriero diventa nulla.
"Respira!" E inizio ad inspirare. Uno, dopo l'altro.. i miei polmoni si riempiono. Poi... tutto è quiete,il mio cuore ha ripreso un ritmo quasi regolare, riesco a fare dei profondi respiri e le mie gambe hanno smesso di tremare;
Benvenuta nel mondo delle emozioni controllate.

Alice appare davanti a me. "Diamine, da quanto è qui?" mi chiedo. Sembra arrabbiata, preoccupata. Mi guarda con gli occhi spalancati, ed io mi rendo conto di stringere ancora lo Xanax nella mano sinistra.. "Oh.. le avevo detto di stare bene."
Il bambino esce felice dalla libreria salutandoci e correndo verso la sua mamma.
<< Jenny! Ancora! Come stai? Va meglio ora, hai bisogno di qualcosa? >>
Sento un nodo in gola e una fitta di tristezza. Mi sento così fragile improvvisamente. Reprimo le lacrime cercando di ignorare l'alone di rabbia preoccupazione e dispiacere che alleggia intorno ad Alice, e sussurro timidamente: << Sì, va meglio grazie. E scusa. >>
<< Oh tesoro no,non chiedermi scusa. Vorrei solo sapere cosa ti succede. >>
<< Vorrei prendere una boccata d'aria, ti dispiace se esco un attimo?>>
<< Figurati. Solo promettimi, che se avrai bisogno, mi chiamerai.>> Annuisco appena, afferro il giacchetto ed esco.
Il freddo vento di Old City mi accarezza le lacrime che non mi ero accorta di versare. Respiro lentamente, godendomi il senso di libertà che passa libero nella mia gola. La scritta "Neverland" proprio sopra l'entrata, mi riporta alla mente il primo libro che mia madre e mio padre mi regalarono per Natale quando ero ancora una bambina, avvolto nella carta regalo con un grande adesivo che riportava il nome della libreria di Aly; s'intitolava "La bussola d'oro". Ricordo di aver provato così tanta felicità appena l'ebbi scartato e di essermi lanciata tra le braccia dei miei genitori, orgogliosi della propria bambina. Sorrido a quel dolce ricordo e rientrando in negozio guardo Alice con uno sguardo quasi colpevole.. ma lei sorridendo dolcemente mi invita ad aiutarla a ordinare i libri, e senza chiedermi nulla su cio' che era appena successo continua a raccontarmi della sua vacanza e del suo nuovo fidanzato.

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⏰ Last updated: Jul 06, 2016 ⏰

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