Un Uomo Senza Cuore

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[dalla trilogia de "Il Castello Errante" di Diana W. Jones]



Era passato solo un giorno dai funerali tenutisi per la signorina Pentstemmon, eppure gli eventi che si erano susseguiti nel corso di quelle ventiquattro turbolente ore erano già sulla bocca di tutti gli abitanti di Ingary.

La Strega delle Terre Desolate e il Mago Howl si erano scontrati a colpi di magia poco lontano dalla cittadina marittima di Porthaven, scatenando maremoti e distruggendo antichi archi di pietra. Soltanto a pensarci Sophie già sentiva le orecchie ronzare per i pettegolezzi delle anziane signore di Market Chipping, pronte a screditare il nome dello Stregone alla minima occasione capitasse loro.

Howl, dal canto suo, non aveva fatto altro che marciare avanti e indietro per il salone principale, imperscrutabile come sempre, parlottando fitto con Michael e sfornando idee per aumentare le difese magiche del Castello che il giovane apprendista si era appuntato su svolazzanti fogli di carta prima di imboccare la porta a tutta velocità su commissione dello stesso Mago e scomparire per il resto della giornata.

A quel punto Howl si era ritirato in camera da letto, decantando quanto fosse vicino a raggiungere la signorina Pentstemmon a causa di un banalissimo raffreddore, e a Sophie non era rimasto altro da fare se non acquattarsi accanto al caminetto e proseguire col lavoro a maglia.

Sferruzzava così freneticamente che Calcifer temette più volte per la propria incolumità.

A poco a poco l'ansia e la paura che ancora la tormentavano nei confronti della Strega delle Terre Desolate avevano lasciato spazio a un'ira a stento repressa nei confronti del padrone del Castello: una rabbia cieca e livida, che prendeva forma ogni qualvolta il profumo dei vestiti di Howl arrivava a solleticarle le narici.

Di nuovo lo Stregone s'era rifiutato di confidarle quale vestito avesse incantato per partecipare alla commemorazione e Sophie temeva si trattasse proprio di quello che, senza nemmeno rendersene conto, aveva stregato lei stessa, tenendolo fra le dita grinzose e sussurrando alla stoffa che "era nata per sedurre il cuore di giovani fanciulle".

Da quel momento non aveva dubitato un singolo istante che Howl non ne avesse approfittato.

Quasi avesse percepito la tensione provenire dalla stanza di sotto, il Mago scelse quel momento ben poco ottimale per emergere dal proprio letto di dolore e per dirigersi, dopo essersi precipitato giù per le scale, verso la porta d'ingresso ad ampie falcate, un'espressione serena dipinta in volto.

Notando di sottecchi che portava le stesse tinte nere del funerale, Sophie lo fulminò con lo sguardo.

Le sue labbra erano una marcata linea sottile che prometteva veleno e tempesta.

«Esci?» gli domandò.

La mano di Howl si bloccò sul pomello della porta e le sue spalle s'irrigidirono.

Dal tono con cui le rispose Sophie ne percepì il ghigno ironico che tanto spesso l'aveva canzonata dacchè aveva messo piede al Castello.

«Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Non è vero, Sophie?» Il giovane si volse verso di lei in un unico, fluido gesto. Il viso angelico, ora, attento e pestifero. «Vuoi anche che ti dica dove sono diretto, oppure pensi di riuscire a evitare di ficcare nuovamente il tuo lungo naso in faccende altrui?»

«Non ne ho bisogno» tagliò corto lei, vellutata quanto la lama di un coltello. L'aroma dolciastro e azzimato dei prodotti per la pelle aveva già raggiunto il suo piccolo angolo di lavoro a maglia. Quel profumo, che sapeva di speranze infrante e dei pianti di sua sorella Lettie, la faceva imbestialire. «So già dove stai andando».

Un Uomo Senza Cuore ~ Howl's Moving CastleWhere stories live. Discover now