Come Die With Me

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The day the smoke starts rising
And all the bombs fall down
Don't wanna be the ones caught hiding
I wanna see the sky when it hits the ground
Imagine it's a warning sign
I don't wanna lose more time
Darling, don't you close your eyes
Keep listening - are you listening?
I'm sorry we don't have forever
But come die with me

Luke Sital-Singh, 'Benediction'



Il mondo tremò. Il cielo era rosso sangue, squarciato da comete che si schiantavano sulla Terra. Quello che restava dell'umanità impazzava e correva, mentre urla strazianti tagliavano l'aria come spade che trafiggono pelle nuda.

Era la fine del mondo.

Le centrali nucleari stanno iniziando a fondere. Ci sono più di una dozzina di impianti a rischio in tutto il mondo. I livelli di radiazione globale sono già in aumento. In meno di sei mesi, il 96% della superficie terrestre sarà inabitabile. Anche per coloro che sono nati nello spazio.

Le parole di A.L.I.E. continuavano a rincorrersi nella sua testa. Clarke osservò il cielo schiantarsi sulla terra, proprio come lei e il resto dei cento si erano staccati dalla stazione Arca ed erano piovuti sulla terra ferma.

Delle lacrime si incastrarono tra le sue ciglia. Le lacrime di una guerriera, le quali, ferendo le stelle, ripiovevano su di lei sotto forma di stille di sangue. Le lacrime di una ragazzina. Diciotto anni appena compiuti. La treccia bionda, i grandi occhi azzurri. Questa ragazzina coraggiosa e altruista che si era fatta carico di un popolo intero. Un'assassina.

Cominciò con una fitta alla testa. Poi la perdita dell'equilibrio, il vortice negli occhi e, infine, la cosa più dura da tollerare: il venir meno di quel senso di potenza e invulnerabilità che non l'aveva mai abbandonata lungo tutto l'arco della sua breve avventura sulla terra. Le radiazioni erano aumentate sensibilmente, quel che bastò per atterrare anche lei. La potente Wanheda, la comandante della morte. Clarke era a terra, sdraiata sul terriccio bagnato, con gli occhi al cielo, le palpebre che sbattevano ad intermittenza, le labbra dischiuse. Come volesse ancora dire qualcosa, utilizzare la diplomazia o lanciare una minaccia contro il suo nemico per aggirarlo e vincere l'ennesima battaglia per la sopravvivenza. Ma il suo nemico non era umano e niente era più in suo potere per uscirne indenne.

Ora un'ombra occupava buona parte del suo campo visivo. Non riusciva a metterlo sul serio a fuoco, era troppo debole per farlo e anche per muoversi o parlare, ma i suoi sensi continuarono impietosamente a registrare. La toccava, le prendeva la testa tra le mani. La chiamava.

«Clarke... Clarke, ti prego. Ti prego»

Conosceva bene questa voce. Forte, chiara, anche se sensibilmente incrinata, spezzata. Immagini nel suo inconscio cominciarono a legarsi come perle in una collana di ricordi. Qualcosa si destò nella sua testa, un'auto-rivelazione. Un nome.

Bellamy.

Finalmente i contorni del suo volto si fecero chiari. I capelli corvini e leggermente arruffati gli ricadevano sulla fronte. I suoi occhi, di solito fermi e sicuri, ora erano lucidi e spalancati, due immense pozze nere, come se si potesse guardarvi sempre più in profondità, fino a cadervi dentro, e continuare a cadere per sempre.

Clarke mormorò qualcosa, ma di nuovo i suoi sensi tornarono a vacillare.

«Ti porto via da qui», le sussurrò accennando un sorriso, che si spense un attimo dopo.

La prese in braccio e con lunghe e svelte falcate si avviò verso Arkadia.
L'accampamento era lontano. Raven era riuscita a realizzare all'interno una camera stagna priva di radiazioni. Purtroppo, lo spazio non era nemmeno lontanamente sufficiente per l'intera popolazione mondiale. Non lo era nemmeno per trenta persone. La giovane meccanica era ancora lì, a lavorare sull'intero isolamento dell'accampamento, ma il lavoro stava risultando lungo e complesso. Ma di nuovo, lo spazio non sarebbe stato sufficiente. E poi chiudersi lì dentro, selezionare chi potesse o dovesse avere il privilegio di potervi entrare... Ma chi erano loro per giocare ancora a fare Dio? Per decidere chi deve morire e chi deve vivere?

𝐂𝐎𝐌𝐄 𝐃𝐈𝐄 𝐖𝐈𝐓𝐇 𝐌𝐄Where stories live. Discover now