A HALLOWEEN TAIL

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"Mamma? Mamma, mi senti?"

Accidenti a questo appartamento di merda. Come sempre il cellulare prende per miracolo, e solo in certe zone della casa. D'altronde si tratta di un appartamento per studenti fuori sede, non mi dovrebbe sorprendere che faccia schifo.

"Si...si. Prendo il treno." Parlo al cellulare, incastrandolo nell'incavo del collo, mentre le mani sono occupate a infilare una felpa nello zaino già strapieno. "Parto alle ventidue, dovrei essere a casa per mezzanotte. No. Mangerò qualcosa quando arrivo."

Mi guardo attorno, cercando in giro per la stanza qualcosa che potrei aver dimenticato. Carica batterie... vestiti...portafoglio...chiavi...telefono. Dovrei avere tutto. Forse dovrei portarmi una confezione di salviette disinfettanti? Il treno è un posto così pieno di germi, se non fossi costretto a prenderlo per tornare a casa non lo farei mai e poi mai.

"Allora ci vediamo in stazione? Si, si, ti voglio bene anch'io. Sarò a casa tra...." Guardo l'orologio da polso. sono davvero molto in anticipo, ma a me va bene così, ultimamente mi sento un po' affaticato ed è meglio prenderla con più calma. "..tre ore e mezza. Ora parto da casa, devo ancora comperare il biglietto. Ciao."

Chiudo la chiamata. Mia madre è sempre la solita, si preoccupa per nulla. Torno a casa tardi, questo è vero, ma sono un uomo non una verginella indifesa; in più sono solo le otto e mezza, sarà pieno di gente a passeggio per la strada principale, la notte di Halloween...

Metto la giacca ed infilo il cellulare in tasca. Appoggiato allo stipite della porta, un omone biondo dal taglio di capelli così ordinato da sembrare artificiale mi guarda con aria paterna.

"Levi..."

Lo guardo. Il mio compagno di stanza è una montagna di muscoli, soprattutto rispetto a me, ma riesce difficile prenderlo seriamente, con addosso quel pigiamone decorato a porcelli. Lui ricambia il mio sguardo, prendendo un sorso di bevanda fumante dalla tazza di Capitan America che tiene in mano.

"Cosa vuoi?"

"Sei sicuro di voler andare? È tardi. E' già buio fuori."

Sussulto, senza darlo a vedere."Tsk. Per chi mi hai preso? Non ho paura del buio."

Carico lo zaino in spalla, e mi dirigo alla porta, passandogli davanti.

"Ci vediamo tra qualche giorno. Se quando torno trovo un solo granello di polvere in giro, pulirai tutto sotto la mia supervisione." Lo minaccio con lo sguardo.

"Certo, come sempre." Sorride lui. "Buon viaggio."

Certo che Erwin sa certamente essere un tipo strano, quando vuole. Lo saluto on un cenno del capo ed esco, lasciandomi alle spalle il calore della casa.

***

Ecco, forse non sono stato del tutto sincero con Erwin.

La notte mi accoglie tra le sue braccia gelide, provocandomi i brividi. Per un attimo, sono tentato dall'idea di ritornare in casa, al calduccio, e di versarmi una tazza di quell' ottimo tè nero che so esserci in dispensa.

Non posso farlo.

Scaccio l'idea dalla mia testa. No, non posso rientrare e darla vinta ad Erwin. Inoltre c'è gente che mi aspetta a casa...

Lancio un rapido sguardo alla via, la luce gialla di qualche lampione squarcia l'oscurità; per terra, alcune foglie secche danzano mosse dal vento, frusciando contro al lastricato. Prendo un ultimo respiro prima di iniziare a percorrere a grandi falcate la strada. Il mio obbiettivo è uno soltanto: raggiungere la via principale nel minor tempo possibile.

A HALLOWEEN TALE     -Attack  on titan ONE SHOT -Where stories live. Discover now