Prologo - Una fine per un nuovo inizio

58 2 1
                                    



Il generale Dgun sedeva su Dorn, il suo nero destriero, in cima ad una scarna collinetta, ad osservare i propri soldati che si disponevano secondo le sue direttive, i capelli biondi dell'uomo erano raccolti in una corta treccia che ricadeva sulla schiena all'altezza delle spalle, i poderosi muscoli, immani rispetto alla statura, sembravano scolpiti come la pietra; si schiarì la gola.

"Soldati, colonnelli. Oggi non è un giorno come un altro: oggi verrà combattuta una battaglia qui, in questo terreno, da voi, dalle vostre armi, dalla vostra forza" il generale enfatizzò quest'ultima parola stringendo il suo pugno, duro come la roccia "e questa battaglia verrà trascritta in tutti gli annali di storia. Sarà la più grande battaglia che voi abbiate mai combattuto, sarà la più grande battaglia nella storia di questo mondo. Se combatterete con onore, i protagonisti di questa storia saremo noi!" terminò battendo il suo pugno contro l'ampio petto.

I soldati sollevarono gli scudi al cielo e intonarono un urlo di assenso.

"Noi siamo qui non solo per combattere contro dei nemici, siamo qui per vendicarci delle morti di innocenti che quelle bestie dei Guntiani hanno perpetrato nell'assalto della nostra città; per tutti i famigliari e per tutti gli amici uccisi"

I soldati alzarono le teste al cielo nominando i propri cari con desiderio di vendetta.

"Io vi ordino di vincere e se seguirete i miei ordini noi vinceremo!"

I soldati batterono le spade contro gli scudi.

"Ora in formazione! Avanti, sbrigatevi!"

Lo squadrone Alfa si allineò allo squadrone Beta; le prime linee di entrambi fecero quattro passi avanti per permettere alle file seguenti di distribuirsi meglio. Le ali si affiancarono all'esercito, all'esterno degli squadroni, lasciando lo spazio di cinque file di uomini, portandosi leggermente più avanti degli stessi.

"Squadrone Alfa!" urlò Dgun.

"Pronti signore"

"Squadrone Beta"

"Pronti signore"

"Ali!"

"In posizione signore"

Dgun osservò la disposizione dei suoi uomini e sorrise compiaciuto accarezzandosi la barba incolta. Cavalcò davanti alla prima linea fino ad arrivare al centro dell'esercito, guardò i propri soldati dopodiché si girò verso quelli di Guntar. I due eserciti possedevano quasi lo stesso numero di soldati.

"Non hanno cavalleria" osservò il generale "Mentre gli arcieri sono sulle mura; certamente non caricheranno, anzi, cercheranno di decimarci con gli arcieri prima dell'impatto contro i loro lancieri; ma non sanno che la tecnologia dei nostri archi è migliorata nell'ultimo anno" sogghignò.

"Arcieri, avanzare" urlò.

Gli arcieri, dopo aver superato i propri compagni, si disposero su quattro linee ordinate e avanzarono a passo di marcia attendendo un ordine dal generale.

"Fermi" ordinò Dgun "Posizione statica, pronti a scagliare le frecce"

Gli arcieri in prima linea si inginocchiarono, rimanendo molto bassi, quelli di seconda linea fecero lo stesso rimanendo però leggermente più alti dei primi mentre quelli di terza e quarta linea rimasero in piedi. Il generale guardò i colonnelli degli squadroni Alfa e Beta i quali si misero subito sull'attenti.

"Mantenete i soldati in posizione"

"Ma signore, non dovremmo..." tentò di replicare Nebur, colonnello dello squadrone Alfa, un ometto dallo sguardo sempre vispo e attento ad ogni dettaglio, era un abile combattente nonostante la pancia che si poteva intravedere sotto la cotta di maglia; i capelli ramati erano ricoperti di polvere o sabbia, cosa inevitabile nel campo nel quale si trovavano, ma nonostante ciò erano sempre ben pettinati e tenuti in ordine.

Astaria - Volume 1 - Il Cuore e la SfidaWhere stories live. Discover now