Night Thoughts

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Thomas si svegliò in preda al panico. Aveva sognato di nuovo di venir attaccato da un serpente. Sbuffò, maledicendo quel film horror sui serpenti che lui e Newt avevano visto la settimana scorsa al cinema. Senza neanche pensarci, prese il cellulare e guardò l'ora. Le 4.00.

'Beh starà sicuramente dormendo, ma non importa.' pensò Thomas aprendo la chat di Newt per scrivergli che voleva indietro i soldi che aveva pagato per il biglietto di quel film. Era stato proprio il biondino ad imploralo di andare con lui.

Il ragazzo aveva già capito che quella notte non sarebbe più riuscito ad addormentarsi, quindi decise semplicemente di guardare il soffitto buio della sua camera e pensare. Pensò a molte cose in generale, fino a quando, nel momento in cui chiuse un attimo gli occhi, vide un'immagine. Vide Newt. Il suo migliore amico non stava facendo molto, stava semplicemente sorridendo. Thomas aveva sempre amato il suo sorriso, e non lo aveva mai nascosto, dato che glielo aveva pure detto!

Quel sorriso però fu diverso dal solito e Thomas non capì il perché.
Il ragazzo prese quasi paura quando provò una sensazione...come venivano chiamate? Farfalle nello stomaco?
'Che cosa stupida' pensò lui, sorridendo da solo.
Ad ogni modo, iniziò a domandarsi perché le aveva provate. Per Newt? Il suo migliore amico? Non era possibile.
Ma più l'adolescente ci pensava, più lo poteva essere. Thomas non aveva mai pensato veramente al fatto di non essere del tutto etero.

E se non lo fosse stato?

Cercò di scacciare tutti quei pensieri dalla sua mente, ma non ci riuscì. Prese il cuscino su cui la sua testa era appoggiata e se lo premette in faccia, sempre più in confusione. Stranamente, con i pensieri che lo tormentavano ancora, si addormentò.
Non ci furono sogni strani con serpenti assassini e cose spaventose o con Newt...o almeno, Thomas, al suono dell'odiosa sveglia, non ricordò di averli sognati. Si trovò semplicemente con un cuscino sul viso.

Seguì la solita routine per prepararsi per la scuola e, dopo aver salutato entrambi i genitori, si avviò a piedi verso la casa di Newt. I due andavano sempre a scuola a piedi. Era una tradizione.

'Thomas, smettila, avevi sonno, eri nel bel mezzo della notte e non sapevi quel che stavi pensando' pensò una parte di lui mentre si avvicinava sempre di più alla casa dell'amico.
L'altra parte, invece, pensava che magari Newt potesse piacergli veramente.

Non si accorse nemmeno di essere arrivato a destinazione. Suonò il campanello.

Fu il padre di Newt ad aprire la porta.
"Arriva subito" disse rivolgendo un piccolo sorriso al ragazzo.
A Thomas piaceva il padre di Newt, era sempre stato molto gentile e disponibile. Riguardo alla madre...beh, era costantemente arrabbiata con lui; pensava che Newt fumasse per colpa di Thomas e di una festa a cui erano andati insieme, ma Newt aveva sempre negato di fumare, dicendo che odiava il fumo, e quindi mentendo spudoratamente.
Inoltre, pensava che Thomas stesse portando il figlio verso una brutta strada.

"Adoro essere ignorato, grazie amico." Sentì dire Thomas.
"Eh? Cosa?" Alzò lui la testa per incontrare degli occhi nocciola.
"Ho perso il conto di quante volte ti ho salutato." Rispose Newt sorridendo e iniziando ad incamminarsi, seguito dal migliore amico.

'Oh no no no no no. Newt, basta. Perché deve avere quel maledetto sorriso?'

Thomas cercò di sorridere a sua volta, ma fallì dato che il risultato fu un sorriso misto preoccupazione.
E questo fece ridere Newt.
"Mi spieghi che cacchio di faccia stai facendo?" Chiese tra le risate.
"Sono stanco, non ho dormito per colpa di quel film!"
"Ah sì, ho letto il messaggio e mi dispiace, caro, ma quei soldi te li scordi." Disse lui con un tono più basso di voce avvicinandosi all'orecchio di Thomas. Quest'ultimo non si era nemmeno accorto di aver trattenuto il fiato, quindi sospirò rumorosamente, attirando l'attenzione dell'altro.
"Sicuro di sentirti bene, Tommy? Forse dovevi restare a casa per riposarti." Quel soprannome. Doveva proprio chiamarlo con quel soprannome che lui adorava?

'Oh, sto benissimo, non ho per niente sonno. L'unico problema è il fatto che non capisco più cosa provo per te.' avrebbe voluto rispondergli.
"Ehm, certo, sto bene. Dormirò oggi pomeriggio, tranquillo."

Arrivarono a scuola senza scambiarsi altre parole. Come sempre si piazzarono in un luogo vicino all'entrata, però un po' più nascosto, dato che Newt fumava lì. Solitamente si incontravano lì con i loro amici, oppure in classe. Thomas trovò davanti a sé il pacchetto di sigarette, tenuto in mano dall'amico, in segno di offerta.
Thomas rispose con decisione:"No. Sai che il fumo danneggia solamente, infatti anche te dovresti smettere."
Pff, e poi la madre di Newt diceva che lo portava sulla cattiva strada.
"Non comportarti come mia madre, Tommy." ribattè l'altro alzando gli occhi al cielo mentre una nuvoletta di fumo usciva dalle sue labbra. "Non mi sto comportando come una madre!" disse ottenendo un'occhiataccia da Newt. Dovette abbassare lo sguardo perché non riuscì a sostenere quello di Newt. Non era mai capitato.
"Lo dico per la tua salute." disse dolcemente mentre anche Minho, Brenda e Teresa, scesi dall'autobus, si avvicinavano. Newt continuò a fissarlo, poi qualcosa di inaspettato accadde: lasciò cadere a terra la sigaretta che teneva in mano. I loro sguardi si intrecciarono per qualche secondo, fino a quando la voce di Minho non si fece sentire:"Scappate! Se ha smesso di fumare vuol dire che la fine del mondo è vicina!"

'Il solito' pensò Thomas ridendo insieme agli altri.

"Per tua informazione, non ho smesso. A quanto pare qualcuno è preoccupato per la mia salute." disse Newt allontanandosi mentre faceva l'occhiolino a Thomas.

"Che gli hai detto?" chiese Teresa.
Non ottenne risposta, perché lui stava ancora fissando Newt andarsene, pensando che quel ragazzo lo stava iniziando a fare impazzire. In tutti i sensi.

Best Friends (Newtmas au)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora