GOOD MORNING

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Dieci. Nove. Otto. Sette. Sei. Cinque. Quattro. Tre. Due. Uno.

Il suono della sveglia straccia la quiete solo apparente della casa, e gli abitanti, come soldati addestrati a scattare al suono di un allarme, scendono dai letti e si precipitano a svolgere il loro compiti. Anna si fionda in bagno per truccarsi e pettinarsi; Marco rimane in camera a sistemare le ultime cose nel suo zaino; Claudio si dirige ciabattando nell'altro bagno per farsi una doccia e la barba; Lucia invece inizia a preparare la colazione. 

"Anna esci dal bagno, dai!"
"Non ho ancora finito!" 
"Ci metto due secondi, lo giuro!"
"Usa quell'altro, no?"
"Anna ti prego, è urgente!"
"Smettila di rompere, ti ho detto che non ho ancora finito!"
"La colazione è pronta, scendete!"

La voce di Lucia riecheggia qualche secondo per la casa, poi tre paia di piedi si affrettano a scendere le scale per andare in cucina, dove una tavola apparecchiata li sta aspettando. Improvvisamente tutte le urgenze sono passate, il trucco è a posto, la barba è fatta e l'unica cosa che conta è mangiare. 

"Claudio, io oggi ho il turno al pomeriggio, riesci ad andare tu a prendere i ragazzi a scuola?"
"Mamma, io torno con Giacomo, i suoi genitori gli hanno preso una macchina nuova e dopo scuola andiamo a mangiare qualcosa insieme."
"E quando avevi intenzione di dirmelo?"
"Beh adesso lo sai, no?"
"Sì, ma avrei voluto saperlo prima. Comunque d'accordo, vai pure. Rimane solo Marco allora."
"No mamma. Io vado in autobus."
"Come vai in autobus? Perchè?"
"Perchè ho sentito dai miei amici che nessuno alle medie arriva più con i suoi genitori. Non voglio fare la figura dello scemo. L'unico di tutta la scuola ad arrivare con la mamma. Dai, è il primo giorno, devo fare una bella figura."
"Guarda che non ci trovo nulla di male ad arrivare con i propri genitori a scuola, specialmente il primo giorno. Io lo facevo sempre, e nessuno mi ha mai detto nulla per questo."
"Sì ma quando eri piccola tu era tutto diverso. Dai mamma, non vorrai davvero paragonare le due cose?"
"Anna occhio a come ti rivolgi a tua madre."
"Scusa papà. Però è vero. Marco non è più un bambino, che lo lasci andare da solo."
"E va bene, allora. Tu invece come vai a scuola? Passa Greta o ti porto io?"
"No, passa Greta. Anzi, tra un po' dovrebbe essere qui. Vado a finire di prepararmi."

Marco e Anna si alzano, lasciando i piatti della colazione a metà. Rimangono solo Lucia e Claudio, che finiscono di mangiare, ognuno immerso nei propri pensieri. 

"Dici che abbiamo fatto bene a permettere a Marco di andare da solo?"
"Ma si, vedrai che se la caverà benissimo."
"E se non fosse così? Dopotutto è il primo giorno di scuola in una scuola nuova, non conosce quasi nessuno e sarà tutto diverso per lui. Se non dovesse trovarsi bene con i suoi compagni di classe? E se lo prendessero in giro?"
"Stai tranquilla, okay? Vedrai che andrà benissimo, è un ragazzo sveglio e di certo non si lascia mettere i piedi in testa tanto facilmente. Devi fidarti di lui."
"Ma di lui mi fido, è degli altri che faccio fatica."

Il rumore prepotente di un clacson arriva in casa. Anna esce sfrecciando dalla sua camera, zaino in spalla e cellulare in mano. Saluta velocemente i genitori, bacia la madre e abbraccia il padre e poi esce in strada. 
Greta, la sua migliore amica, la sta aspettando in macchina e la saluta freneticamente con una mano, come se non si vedessero da anni. Per il primo giorno di scuola indossa una sgargiante maglietta gialla attillata e pantaloni neri strettissimi, che lasciano poco all'immaginazione. Con anche pochissimo trucco è una ragazza stupenda e Anna l'ha sempre invidiata un sacco per questo. 

"Ciao splendore, come stai?"
"Ciao Greta, tutto bene. Tu?"
"Benone. Mi ha scritto Nicholas, chiedendo se oggi mi andasse di fare un giro dopo la scuola. Gli ho detto che ci pensavo."
"Per quanto ancora hai intenzione di tenerlo sulle spine?"
"Ancora per un po', di certo devo fargliela pesare. Non avrà il mio perdono così facilmente."
"Eddai, non fare la stronza."
"No invece la faccio, eccome. Se io ti chiedo di uscire e tu mi dici che preferisci andare via con i tuoi amici, tu devi guadaganrtelo il mio perdono. E faccio la stronza finchè voglio, dato che lui si diverte tanto a farlo con me. Non tutti sono fortunati come te e Giacomo, sai?"
"Ah ah, molto divertente. Anche noi litighiamo, cosa credi?"
"Sì ma la coppia più bella della scuola non può certo lasciarsi per qualche stupido litigio, no? Noi comuni mortali non sapremo mai come deve essere la perfezione."
"Greta, piantala dai. Sai perfettamente che non è così. Adesso andiamo, che altrimenti facciamo tardi."

Dopo una fugace occhiata, Greta mette in moto e le ragazze partono alla volta della scuola. 


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⏰ Last updated: Jan 03, 2017 ⏰

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