CAPITOLO 1

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«James puoi passarmi le patate?» gli chiesi sorridendo.
«Certo, eccole»
«Avanti Dominique, raccontaci com'è andata» disse mia cugina Rose sorridendo.
La guardai un attimo e poi annuii iniziando a raccontare.
«Tutto ebbe inizio la sera del 24 dicembre...»
«Sii seria!» mi interruppe Rose.
«Okay va bene, volevo solo rendere la cosa più interessante...comunque, ieri sera ero tranquillamente seduta sul mio letto che mi davo lo smalto quando mia madre spalanca la porta ed entra, a proposito mamma quello smalto mi è costato caro e tu me lo hai fatto rovesciare per terra...»
«Vai avanti!» mi incitarono tutti quanti.
«Va bene. Mia madre entra tutta contenta e sta per dirmi qualcosa, poi si blocca di colpo ed esce dicendo che è una sorpresa. Io ero parecchio confusa, non avevo capito praticamente niente e allora sono andata a dormire. Stamattina sono stata svegliata da qualcuno alle otto! Stavo per maledire quella persona ma poi mi sono accorta che si trattava di James...»
«Il tuo cugino preferito che, tra parentesi, non vedi da più di tre mesi» aggiunse lui sorridendo.
«Giusto. Infatti appena l'ho visto gli sono saltata addosso abbracciandolo.» dissi ridendo «E alla fine abbiamo trascorso la mattina insieme fino a pranzo, ovvero fino ad adesso» conclusi.

Il pranzo finì e io e James andammo in camera mia, il tappeto era ancora sporco dello smalto lilla che ho rovesciato ieri.
Neanche il tempo di entrare che James si buttò subito sul mio letto.
«Quanto mi è mancata questa camera.» disse lui sorridendo «Ti ricordi quando da piccoli dormivamo insieme?»
«Certo che me lo ricordo! Non la smettevi di russare, scommetto che lo fai anche adesso» dissi ridendo.
James borbottò qualcosa e io riuscii solo a capire le parole "non" e "antipatica". Probabilmente avrà detto la solita frase: "non è vero, sei antipatica".

Il pomeriggio passò in fretta, forse un po' troppo in fretta.

C'è una cosa che ho omesso dal racconto a pranzo: durante gli ultimi mesi mi sono accorta di amare James, mio cugino. Questo ovviamente non lo ammetterò mai, è troppo sbagliato, non si può amare il proprio cugino.

Nel frattempo arrivò la sera, fuori tra poco ci sarebbero stati i fuochi d'artificio, li adoro.
Ero con James in giardino, stavamo guardando il cielo in attesa dei fuochi. A un certo punto lui parlò.
«È incredibile quante stelle ci siano in cielo non trovi?»
«Da quando sei cosi profondo?» gli chiesi ridacchiando.
«Non lo so, forse da quando ho smesso di mangiare il pollo, comunque, tornando al discorso sulle stelle...ce ne sono due che resteranno sempre le mie preferite»
Io mi misi a ridere per la sua affermazione sul pollo ma poi tornai seria.
«Quali?» gli chiesi guardandolo.
«I tuoi occhi» disse.
Mi sentii arrossire.
«Ma cosa stai dicendo?»
«La verità. » rispose lui «Adoro i tuoi occhi azzurri...» si interruppe ma poi si riprese quasi subito «C'è una cosa che volevo dirti, ma me ne sono accorto solo ultimamente...»
Lui mi guardò negli occhi e poi fece una cosa del tutto inaspettata: mi baciò.
Quando ci staccammo da quel bacio lui disse: «Domi...io ecco, ti amo. Lo so che non ha senso, siamo cugini e non sarebbe giusto...»
Lo interruppi.
«James...ti amo anch'io »
E ci baciammo di nuovo, con il sottofondo dei fuochi d'artificio che rompevano il silenzio di quel luogo.

Un Natale da sogno (Jaminique)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora