Varcata la porta dell'edificio si guardò intorno spaventata, già attraversare il parco pieno di gente non era stato facile, ma orientarsi in mezzo a quel trambusto in un luogo così grande si prospettava una vera e propria impresa.
Cosa le era saltato in mente quando decise di iniziare l'università da sola in una città a 400 km dalla sua d'origine? Se lo stava chiedendo spesso, da quando un'ora prima arrivò alla stazione di Trento.
I suoi diciotto anni non l'aiutavano per niente nel rapporto con il mondo esterno, e trovarsi lì senza nessuno che potesse guidarla o semplicemente starle al fianco era una grande prova, che aveva scelto di affrontare per il suo bene, ma che in quel momento stava rimpiangendo, e non poco.
Continuava a camminare lentamente guardando niente al di fuori del pavimento, più dell'inciampare in qualcosa facendo una figura barbina al primo giorno, la spaventava incontrare volti che avrebbero potuto giudicarla o semplicemente farla sentire osservata. Nonostante ciò, l'unico modo per uscire da quella situazione di totale girare a vuoto, era chiedere informazioni a qualcuno, qualcuno a caso, decise. Sarebbe stata solita a selezionare accuratamente la persona a cui chiedere informazioni, ma si convinse che il primo passo per aprirsi a questa nuova esperienza era proprio affidarsi al caso: si avvicinò ad una figura, di cui vide solamente le scarpe.
<<Scusa, posso chiederti un aiuto?>> si finse indaffarata con i fogli che aveva in mano per non fargli capire che il suo intento era evitare lo sguardo di chi le stava di fronte.
<<Sì, dimmi pure>> quella voce le risultò familiare ma in quel momento così frenetico non si ricordò istantaneamente a chi appartenesse; fu proprio questo richiamo a qualcosa che già conosceva a spronarla ad alzare lo sguardo.
<<Ehm, io, avrei bisogno di sapere dov'è la segreteria>> il ragazzo, che aveva riconosciuto, si guardò un po' intorno, cercando di orientarsi anche lui.
<<Beh, dipende. Sei al primo anno?>> fece cenno di sì con il capo.
<<Immagino che tu debba ritirare la tabella con tutti gli orari>>
<<Sì, e devo anche prendere le chiavi per l'alloggio>> era un po' indeciso su dove dovessero andare, ed anche questo non la rassicurò molto.
<<Vieni, seguimi. Bisogna andare in due posti diversi, ti accompagno>> sorrise incamminandosi.
<<Grazie>> ricambiò il sorriso e lo seguì.
<<Sei fuori sede quindi?>> cercò di iniziare una conversazione mentre la guidava verso i due diversi punti di informazione.
<<Sì, sono arrivata poco più di un'ora fa>> faceva un po' fatica a tenere il suo passo, data l'impressionante differenza di altezza.
<<Da dove?>>
<<Genova>> arrivarono davanti alla prima delle due segreterie, le fece cenno con il capo che doveva entrare e lei così fece. La aspettò qualche minuto lì fuori, chiedendosi cosa aveva portato una studentessa ligure a trasferirsi in Trentino. La ragazza uscendo dalla stanza lesse velocemente la sua tabella oraria, poi tornò a dare attenzioni alla sua guida.
<<Sociologia>>commentò ad alta voce curiosando il foglio, lei gli sorrise ed ammise che effettivamente quella era la sua scelta.
<<Posso chiederti come mai sei arrivata qui da Genova?>> a lei scappò da ridere.
<<Volevo cambiare aria e staccarmi da tutto ciò che avevo lì, per maturare, poi a Genova questa facoltà non esiste, quindi ho dovuto scegliere tra varie città>> una scelta strana, non poteva negarlo, non aveva ancora incontrato persone disposte ad allontanarsi da casa per maturare, perlomeno, non per maturare a livello mentale, lui al massimo, come i suoi colleghi,si sarebbe trasferito per maturare a livello sportivo.
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Incontri casuali
FanfictionCosa può portare una ragazza ad abbandonare la famiglia e gli amici? Lo studio, ma non solo: la ricerca continua, seppur inconsciamente, di una persona da avere al fianco; ma non una persona a caso, una persona con tratti ben distinti, con un nome e...