Non fare a meno di me

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Solitamente per ritrovarsi, bisogna perdersi completamente. Perdere i contatti, perdere i ricordi, ma tutto prima o poi torna.
E poi cancelli più resta il segno.
E più resta il segno e più aumentano le lacrime.
E più aumentano le lacrime e più le ritiri.
E più le ritiri più rabbia conserverai da sfociare nel momento più opportuno.
Certe notti ti portano consiglio, ti portano nuove consapevolezze, o forse le fanno semplicemente fuoriuscire, perchè ne eri già a conoscenza.
Certi notti, fanno ritornare le onde, trasformandole in più grandi, più ricche, più piene, più indissolubili.

"pronto?"

"pronto?"

Il vuoto più totale, nessuna risposta, nessun rumore.
Uno scherzo del destino, l'avrebbe definito qualcuno.

"Hai ragione,
lo so che non è facile con me
amore
non sono un uomo semplice ed ho problemi di attenzione
che risolvo a modo mio cercando in te
un posto dove anch'io mi senta re
ma sono perso
cosa volevi dirmi
io non ho mai avuto nessuna come te"

E forse è il modo migliore per poter iniziare una conversazione, forse è la maniera più semplice per lasciare intendere il suo stato d'animo, per lasciar intendere l'importanza che lei ha nella sua vita.

"Mattia?"

"Emma"

La bottiglia di birra, ormai vuota, rotola a terra, lontano da lui che cammina.
Più che camminare, sbanda.

Gli sembra di capire ancor meno di quanto possa capire nello stato in cui si trova.

"Cosa vuoi?"
"Emma"
"Si, sono io Mattia, si, dimmi cosa c'è"
"Dove si sdraiano gli dei, ho visto che ci sei"
"Se mi hai chiamata per ripetermi le tue canzoni, puoi anche chiudere, perché…Oh ma che era quel rumore?"

"Mattia stai bene?"
"Si, sto benissimAHAHAHAHA"
"Sei sicuro?"
"Secondo te sto bene?"

Nessuna risposta.
Nessuna parola.
Sono di troppo in questa circostanza.
Ma lei gli risponde.
Mentalmente ma gli risponde.
Lei sa come sta. Ma preferisce tacere.

"Emma dove sei"
"Non sono lì"
"Lo so che non sei qui
Dove sei?"
"Non puoi saperlo"
"Perché non sei qui"
"Perché non è giusto"
"Che vuol dire?"
"Che non è bene che io stia lì, non è giusto"
"E cos'è giusto?"
"Non lo so"
"È giusto?"
"Che cosa?"
"Stare qui da solo"

Nessuno dei due parla.
Forse per opinioni diverse.
Forse per quel silenzio è al posto giusto, nel momento giusto, in questa conversazione.
Quel silenzio è l'unica cosa giusta in quest'istante.

"Vieni qui"
"Non posso"
"Vieni"
"Mattia…"
"Torna a Roma. Torna da me"

Sospirano, entrambi.
Entrambi per ragioni differenti che hanno lo stesso epicentro.

"Emma"

"Vieni giù con me"
"Che vuoi dire?"
"Che vedo soltanto la tua di schiena"

"Perché ti sei dissolta. Perché mi hai lasciato solo"
"Lo sai perché"
"E invece voglio che me lo dica tu"
"Mattia, non voglio parlare di questo"
"Mi ami?"
"Che domanda è?"
"Mi ami?"
"È una domanda del cazzo"
"Emma, cazzo, te lo ripeto: mi ami?"
"Smettila"

"No, è un chiarissimo no"
"Mattia, smettila"
"Fanculo"
"La vuoi smettere? Che ne sai se ti amo ancora o no?
Vuoi saperlo? Si, ti amo.
Sono passate due settimane e ancora ti amo, perché la mia non è mai stata finzione, perché io ho sempre cercato di darti ciò che volevi a differenza tua che ti avevo chiesto la normalità, un qualcosa che tu non sei stato disposto a concedermi.
Ho fatto l'impossibile per amore, a differenza tua che l'hai vissuta in maniera diversa.
Ma va bene così, ormai siamo qui, siamo arrivati a questo punto. Dove volevi, vero?"

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