Losing Your Memory

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Il ragazzo dai capelli neri si affacciò alla finestra e rimase lì, in piedi, ad osservare il panorama. Alzò lo sguardo verso il cielo e sorrise nel notare la particolare sfumatura blu che aveva assunto quel giorno. Il sole splendeva e i raggi si riflettevano sul suo volto, come per dargli il buongiorno.

"Avanti" disse quando qualcuno bussò alla porta della sua camera. Si voltò senza mai smettere di sorridere, per accogliere chiunque fosse venuto a fargli visita.

"Buongiorno, signorino Bodt" lo salutò una donna di colore sulla trentina. Aveva i capelli neri legati in una treccia ed indossava un vestito bianco. Dev'essere un'infermiera, pensò Marco. "Come si sente oggi? È venuta una persona a farle visita"

Lui corrugò appena le sopracciglia quando un ragazzo molto alto si affacciò dalla porta, rivolgendogli un sorriso enorme. Non l'aveva mai visto prima, di questo era sicuro: aveva i capelli dorati rasati sulla nuca e due grandi occhi color nocciola così lucenti che se ne sarebbe sicuramente ricordato. Era magro ma muscoloso ed indossava una camicia verde militare che gli fasciava gli addominali allenati.

"Ehi!" lo salutò quel ragazzo, entrando nella stanza. L'infermiera si fece appena da parte per lasciargli spazio.

"Piacere, io sono Marco" disse il moro, porgendogli la mano in segno di saluto. Il biondo rimase un attimo attonito nel vedere quel gesto, ma subito rispose con un sorriso e la strinse di rimando.

"Io sono Jean" si presentò.

"Jean è qui per tenerti compagnia. Viene spesso qui" lo informò la donna, indietreggiando per uscire dalla stanza.

Marco assunse un'espressione sorpresa, mentre faceva rimbalzare il proprio sguardo dalla donna al ragazzo biondo. "Davvero?" domandò, incredulo. "Perdonami, allora" si scusò, imbarazzato per non averlo riconosciuto.

"Non devi scusarti di nulla" lo rincuorò Jean, poggiando una mano sulla spalla dell'altro. Fu in quel momento che ricordò le parole dei medici.

"La tua compagnia sembra in qualche modo fargli bene. Siamo convinti che se continuerà a vederti, le cose potranno migliorare. Potrebbe persino ricordare qualcosa."

E sì, dannazione. Marco si sarebbe ricordato di lui.

Quando finalmente rimasero da soli, Jean si accomodò sul letto frugando nello zaino che si portava sempre dietro quando andava a trovare l'amico. Marco lo guardò curioso per tutto il tempo, e la sua bocca assunse la forma di una comica 'o' quando Jean estrasse quello che sembrava un diario.

"Che cos'è quello?" domandò il moro, sedendosi anch'egli sul letto.

"È un regalo per te" replicò l'altro, porgendoglielo. Sfiorò con il pollice l'angolo della copertina di pelle dov'era stato incisa la parola Marco Bodt in caratteri dorati. "Vorrei che tu mi facessi un favore, con questo" spiegò il biondo.

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⏰ Última actualización: Jul 12, 2017 ⏰

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