Frammento di un sogno

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C'era una volta, in un luogo lontano, un giovane guerriero. Fisico possente e destrezza nei movimenti lo rendevano un temibile avversario per coloro che minavano la pace del suo villaggio natio. Ma nel cuore del giovane, da ormai molto tempo, si era insediata l'angoscia. Era ormai stanco della cattiveria e della meschinità degli abitanti del suo villaggio. Per quanto si sforzasse, sentiva che quel luogo gli era ostile e che fingere di trovarsi a suo agio non gli era più possibile. Un giorno, appena all'alba, raccolse i suoi pochi averi e furtivamente si avviò a nord del villaggio in cerca di una nuova dimora. Addentrandosi nel bosco si voltò guardando per l'ultima volta la sua vecchia casa dicendogli addio senza che però affiorasse in lui un senso di nostalgia. Camminò a passo veloce per tutto il giorno seguendo il corso di un ruscello. Attraverso le alte chiome degli alberi filtrava la luce del sole ormai alto nel cielo. L'aria era intrisa di umidità, le felci che ricoprivano il terreno attorno agli alberi erano ancora ricoperte dalla rugiada notturna.

Dopo qualche ora di cammino si fermò, sedendosi su un umido tronco di abete caduto probabilmente a causa di un temporale, per mangiare qualche boccone di riso che aveva preparato per il viaggio. Dopo il pasto, il guerriero sentì il proprio corpo pieno di energie e riprese il cammino fino a quando, sul fitto bosco, non scese la sera. Raccolti un numero consistente di rami e foglie secche accese abilmente un fuoco e sistemò un giaciglio per la notte a pochi metri da esso. Gli era stato insegnato fin da bambino come sopravvivere lontano dal villaggio, come procurarsi cibo e acqua e come difendersi dalle bestie selvatiche.

Seduto dinnanzi al fuoco si lasciò trasportare dai suoi ricordi e per un breve attimo fu sopraffatto da un senso di nostalgia. Ma subito i bei ricordi vennero accostati ad altrettanti brutti così la sua mente tornò al crepitio del fuoco che gli scaldava le membra. Incuriosito da un piacevole fruscio però, si alzò e si accorse che a pochi passi da lì vi era un grande stagno disseminato da fiori acquatici dalla colorazione rosata. Quel luogo doveva essere sicuramente sconosciuto ai viaggiatori o in caso contrario essi non ne avevano fatto parola con nessuno al villaggio. Le sue acque erano limpide e riflettevano la pallida luce della luna che filtrava attraverso le chiome degli alberi. L'atmosfera era quasi incantata, l'umidità delle piante e dell'acqua facevano brillare l'aria come se le stelle fossero scese dal cielo ad illuminare quel luogo. Si avvicinò e col capo chino ne assaporò le acque. Il fresco provato al contatto con quell'acqua pura lo rinfrancò.

Alzando appena lo sguardo si accorse di una presenza al centro del bacino d'acqua.

«Chi va là?»

Urlò tornando in posizione eretta e stringendo la spada allacciata alla cinta.

Non riuscendo a scorgere nessuno pensò ad un brutto scherzo della stanchezza o al riflesso degli alberi sulla superficie. Dopo una lieve esitazione tornò chino sull'acqua, ne bevve alcuni sorsi e alzò nuovamente lo sguardo avanti a sé. Fu in quel momento che si accorse della sagoma di una fanciulla che silenziosamente lo osservava immersa nelle acque. Preso dallo stupore il guerriero fece un balzo indietro cadendo seduto. Non sapeva cosa credere, la confusione prese possesso della sua ragione. La troppa poca luce gli impediva di constatare se ciò stava accadendo davvero.

«Siete reale o frutto del mio affaticamento?»

Disse con voce tremante.

La fanciulla rimase ferma a osservarlo incuriosita, nascondendosi dietro una pianta. Il guerriero, esitando e ancora con la mente confusa, si levò in piedi e si porse a lei cercando questa volta di non far tremare la voce

«Ve ne prego, mostratemi il vostro volto. Con l'oscurità della notte vi scorgo appena.»

A quel punto la fanciulla si allontanò velocemente scomparendo poco dopo al buio.

Yume no danpen (夢の断片)Where stories live. Discover now