"I am".

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Non spenderò molte parole, probabilmente, perché nei momenti di dolore il silenzio è l'unica arma disponibile

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Non spenderò molte parole, probabilmente, perché nei momenti di dolore il silenzio è l'unica arma disponibile. Disegnate nella vostra mente una rosa rossa, che da sola cresce in un campo ormai abbandonato. La vedete adesso? In un bel giorno in cui il sole splende tranquillo nell'alto del cielo, la luce inonda di chiarezza il rossore cremisi della rosa. La rende splendida, vivida, si possono vedere bene persino le venature. Tutt'attorno tace, mentre lei si erge fiera, ma gracile. Il suo stelo è piccolo, benché verde e vigoroso. Se non fosse per le sue spine, difficilmente potrebbe difendersi. Ma è sola, guardatela. Intorno a lei non cresce nessun fiore, niente di niente, solo erba senza vita, meno bella di lei. Eppure è felice, ve lo giuro, grata di vivere in un posto soleggiato e piacevole come quello, col sole che le bacia i petali e il vento che l'accarezza.

Poi un brutto giorno arriva: il sole si oscura e il vento si fa più irruento. Non è più dolce come prima, sembra quasi voglia combatterla, adesso; la rosa, dal canto suo, resiste e, seppur delusa e amareggiata dall'improvvisa foga del vento, rimane ancorata al terreno. Il sole l'abbandona. Capite come possa sentirsi la rosa? Cosa fareste al suo posto? E' solo l'inizio, senz'altro. Infatti, la vita procede. Alti e bassi. Il sole qualche volta spunta e le sorride di nuovo, poi se ne va, poi rispunta, e lei ne rimane ferita ogni volta. Non cade acqua: nessuno le dà da bere, né la cura, e là non c'è possibilità alcuna di trovare acqua da sé. Là non c'è acqua. Non c'è. Le rimane la speranza che il sole possa nutrirla col suo calore, ma basterà un amico "part time" a farla crescere? La rosa si sente debole. Vorrebbe piangere, ma non c'è acqua, e non c'è tempo per piangere, perché deve levigare le sue spine e fronteggiare il nemico. Il vento piega il suo stelo. Lei grida e vorrebbe piangere ancora, ma si rialza: lei è così forte da non spezzarsi facilmente.

La vita scorre e i giorni passano, ma lei non ha acqua. I suoi petali stanno seccandosi. La vedete? La vedete che combatte, giusto? Ma cosa si può fare in tali circostanze? Mi appello a voi: i petali seccano ma voi non ve ne accorgete, girate le spalle credendo che vada tutto bene, ma dietro di voi lei trattiene le lacrime e combatte. Combatte da sola. Grida, ma nessuno la sente. Allora, io chiedo, cosa c'è da fare? Cosa c'è da fare, quando lo stelo si spezza, e lei urla dal dolore? Lo stelo si spezza, la vita si conclude. I suoi petali cadono. Il sole tramonterà comunque, poi risorgerà, e tutto continuerà a vivere. Ma se quella rosa fosse una persona, sarebbe giusto continuare a vivere indisturbati?

Il fuoco della passione, il calore della fiamma. Un vento che prima ti alimenta, che si fa via via più feroce per spegnerti. Spento dal vento dalla cattiveria. Amato e solo. Abbandonato a se stesso. Sorrideva, questo bastava, giusto? Sorrideva, allora stava bene. Poi scriveva parole colme di dolore, ma sorrideva. Allora tutto andava bene. Adesso invece è il muro del pianto di migliaia di persone, una colonna su cui ci sono incisi i nomi di tutti gli altri morti del "male di vivere", che crollerà come al solito per il terrorismo psicologico sociale chiamato "menefreghismo". Tutto ciò che richiede cura degenera per questo tipo di terrorismo.

C'è chi pensa quella persona uccisa dalle intemperie della vita, che è distante, che non la conosce e quindi "lontana dagli occhi, lontana dal cuore". Vi siete mai chiesti, però, cosa ne sarebbe se voi non ci foste più? Certo che ve lo siete chiesti, eccome se no. In un mondo di ipocrisia ed egocentrismo, è la domanda che tutti noi ci siamo posti almeno una volta. Cosa ne sarebbe della vostra attuale vita, dei vostri parenti, conoscenti e amici, se voi non ci foste più? Cosa penserebbero? Sarebbe brutto non ricordarvi. Qual è la prima cosa che cercate, nel momento del bisogno? Rispondetevi, e purgate la vostra coscienza da quel diabolico menefreghismo nei confronti dei vostri simili.

Kim Jonghyun era come me e te. Nella sua vita, però, aveva un obiettivo che lo ha portato a percorrere numerose e insidiose strade, alcune di queste di disperazione e aborri. Ha dovuto affrontare l'ira del cielo funesto, un vento che si era fatto considerare dalla sua parte per poi tormentarlo, e il tradimento del sole. Tutto da solo. Nel mentre si costruiva autonomamente, senza alcun aiuto, nella sua sola passione. Ma queste circostanze sono troppo dure, e impervia è questa via. Non sempre ciò che luccica è oro: Jonghyun poteva avere una vita apparentemente bella, ma non conoscevamo nulla veramente di lui come persona. Impossibile giudicare. Solo apprezzare e ricordare è concesso.

Kim Jonghyn aveva realizzato il sogno che lo ha distrutto. Ma non credete che il sogno abbia fatto tutto da solo. La colpa è dei traditori, dei menefreghisti che conosceva e quelli che non ha conosciuto, di quelli che non si sono preoccupati di lui e che non gli hanno dato aiuto. Di chi lo assillava o tormentava. Di chi non gli ha dato da bere, di chi si è coperto gli occhi, di chi lo ha piegato.

Kim Jonghyun non è solo l'ennesimo idol che crolla di fronte all'inferno che può rappresentare l'industria del kpop, ma l'ennesimo essere umano, prima di ogni altro titolo, a morire per scelta. Cosa c'è di sbagliato ancora, per un fatto simile accadere così spesso? Dovremmo porci più domande invece di essere così stupidi da illuderci di avere ogni risposta a tutti gli interrogativi esistenziali, ergendoci al di sopra della stessa vita. Date il rispetto che voi stessi pretendete per la vostra vita. Date l'affetto che elemosinate quando volete un appoggio. Preghiamo dunque per quella rosa che ha illuminato gli occhi dei passanti con la sua passione cremisi, con la sua verde delicatezza, con la gialla speranza del polline di essere portato via. Non siate cattivi. Siate umani. State accanto a chi vi è accanto, e a chi ha bisogno di voi. Non si tratta di religione, ma di umanità. Non giudicate dalle apparenze, rendetevi conto di quando lo fate, perché potreste spezzare una vita. Apprezzate l'affetto in ogni forma, sorridete davvero ogni giorno. Non sottovalutate mai il malessere altrui, piuttosto guaritelo con dell'acqua fresca e dissetante. Vedrete che verrete ripagati per la vostra sensibilità.

Kim Jonghyun è stato un importante personaggio della musica coreana,
è uno dei tanti esseri umani troppo buoni per questo mondo,
e sarà l'ennesima stupenda e brillante stella che splenderà su di noi.
Che possa rappresentare l'ennesimo esempio per tutti.

18 Dicembre 2017,18:24

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18 Dicembre 2017,
18:24.
Kim Jonghyun death's day.

The artist's struggleOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz