Cap 1

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Casa Bianchi, ore 14:35, tutto tace finchè un urlo lungo e disperato non scuote la quotidiana tranquillità di quella casa, di quel quartiere, praticamente di tutta Roma.

Sono lì seduta sul mio letto con ancora il cellulare in mano, il pigiama invernale inizia improvvisamente a tenermi troppo caldo, i capelli corvini sono legati in una cipolla disordinata, il respiro è irregolare e gli occhi scuri sono strabuzzati e fissano il vuoto...

24 ore prima:

-Hai perso la scommessa Clara e ora devi rispettare la penitenza- Emma, 24 anni, studentessa modello di giurisprudenza a Roma tre, capelli castano chiaro occhi color oceano; mia migliore amica dai tempi del liceo e ora motivo della fine della mia vita.

-Emma non posso e non voglio farlo. Sarebbe bello trasferirsi a Londra, ma non ho i requisiti adatti, sicuramente avrei problemi con la lingua e sarei lo zimbello di tutti in meno di un'ora. Poi mi ci vedi a stare in un appartamento da sola? Se entrasse un ladro? Se dimenticassi il gas acceso? Se inciampassi cadessi, sbattessi la testa e dimenticassi chi sono? No no no non se ne parla proprio!-

Emma si portò una mano alla fronte -Clara ma ti senti? Ti stai facendo dei film, per giunta horror, in testa senza motivo! Tre mesi fa avevamo detto che se fossi riuscita a prendere un punteggio almeno di 6.0 allo ielts avresti tentato di trovare un impiego all'estero. Tu hai preso 6.5, in tutte le prove, quando eri sicura di non arrivare a 4 e questo perchè ti sottovaluti, lo hai sempre fatto! Ora rispetta i patti!-

-Io non ho detto nulla, hai fatto tutto tu, cioè io annuivo mentre parlavi, ma insomma non pensavo che sarei mai riuscita a prendere quel punteggio...sicuramente c'è stato un errore. Domani andrò al British council a parlare con un responsabile, si sarà la prima cosa che...-

-Basta Clara!- disse Emma interrompendomi, prese il mio computer e inizio a trafficare su vari siti come una forsennata. Non capivo cosa stesse facendo fino a che non riprese a parlare:

-Fatto! ho inviato un tuo c.v. a quell'agenzia di publishing di cui mi hai parlato-

La Sully Association, l'agenzia di spettacolo di Londra che seguivo da diversi mesi, di recente ascesa e che, da quello che si diceva, stava acquisendo diversi clienti importanti...non poteva averlo fatto davvero!

Diventare una pubicist era un sogno che avevo da diversi anni, sarebbe stato perfetto per fare della mia passione per il cinema un lavoro, ma non mi sarei mai sognata di farlo in un altro Stato, con un'altra lingua, sarebbe stato impossibile per me non fare casini. Ma tanto non c'era da che preoccuparsi: chi avrebbe mai chiamato una ragazza italiana per quel lavoro?!

24 ore dopo:

Ancora non riuscivo a credere a ciò che era appena successo. Ringraziai di essere sola a casa perchè non sarei riuscita a parlare per qualche minuto.

Il cellulare aveva squillato e dall'altra parte una voce femminile squillante mi aveva detto che ero stata scelta per uno stage di 6 mesi a Londra alla Sully Association. Non sapevo se essere più stupita della proposta o del fatto di aver compreso senza troppe difficoltà ciò che mi era stato appena comunicato.

Nella concitazione del momento non sapendo cosa dire la mia risposta fu -Ok- solo quello. Dopo 1 ora di ripensamenti, maledizioni, piani di fuga ecc...chiamai Emma

-Emma non ci crederai, ho appena ricevuto una proposta di stage dalla Sully Association e...E' TUTTA COLPA TUA!- urlai e riattaccai.

Dopo 2 secondi la mia amica mi richiamò -Clara è fantastico! E' la prova di ciò di cui ti parlavo, tu ti sottovaluti! Lascia perdere tutte le tue paure e vai, a proposito quando dovresti partire?-

-Fra 3 giorni. Mi hanno anche trovato già un monolocale in un complesso di appartamenti con cui hanno accordi finanziari. Insomma dovrei rinunciare alla mia vita e ho solo 3 giorni per farlo. Non so se ce la...-

-Smettila Clara! E' l'occasione della vita! Vai, lavora, insegui il tuo sogno e trova un bel manzo anglofono da cavalcare a dovere perchè davvero stai assomigliando ogni giorno di più alla gattara dei Simpson, sola e pazza!-

-Magari potrei provarci. Ma niente manzi anglofoni, solo lavoro. Se devo provare a inseguire un sogno non posso farmi distrarre da un sedere marmoreo avvolto in paio di pantaloni eleganti o un paio d'occhi qualsiasi-

-Amica mia non essere egoista, io dovrò vivere questa esperienza attraverso i tuoi racconti al telefono la sera, ergo trova qualcosa di piccante da raccontarmi grazie!-

Dopo altri 20 minuti di chiacchierata frivola tra amiche riattaccai e iniziai a pensare alla mia vita. Emma aveva ragione, non ho fatto mai nulla di eccitante in questi anni, solo perchè frenata dalla paura; questa era un'occasione di rivincita e non dovevo sprecarla.

La sera spiegai tutto ai miei, che furono particolarmente orgogliosi di me, ma anche un po' spaventati, soprattutto mia madre. Beh da qualcuno dovevo pure aver preso...

Avevo 3 giorni per dire addio alla vecchia me e non sarebbe stato facile, ma dovevo farcela.

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⏰ Last updated: Jan 18, 2018 ⏰

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Dall'altra parte della pauraWhere stories live. Discover now